venerdì 10 febbraio 2012

Il girasole ispira le centrali fotovoltaiche

Ancora una volta la natura si rivela una fonte inesauribile di conoscenza e ispirazione per l’uomo che nei secoli ha imparato ad osservarla attentamente per carpirne i segreti più preziosi.

È quanto ha fatto di recente un team di scienziati tedeschi del MIT guidati dal professor Alessandro Mitsos che ha ricreato la forma a spirale di un fiore di girasole (già noto agli scienziati come spirale di Fermat) per dar vita ad un nuovo prototipo di centrale fotovoltaica ad altissima efficienza energetica.

Riorganizzando i pannelli secondo una disposizione “a specchio” che ricorda proprio quella dei petali lungo la corolla dei fiori, gli studiosi hanno dato vita ad un impianto fotovoltaico molto più compatto e performante, dove la dispersione di energia è ridotta quasi a zero poiché ridotte sono le zone d’ombra tra uno specchio e l’altro.

Imitando il “modello a spirale” del girasole gli esperti del MIT hanno però capito di poter ottenere il massimo della resa funzionale da impianti di questo tipo solo occupando vaste aree territoriali. Non a caso, la prima centrale che verrà edificata in California sulla base del prototipo in questione, necessiterà di ben 4000 acri di terreno.

Se è l’ambiente a guadagnarci vale la pena tentare…

Fonte (tuttogreen.it)
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giovedì 9 febbraio 2012

Villasol porta il fotovoltaico in Nigeria

Il progetto porterà elettricità a basso impatto ambientale nella comunità rurale nigeriana di Asore fornendo alle famiglie lampade ricaricabili

La Schneider sta lanciando un nuovo progetto che prevede di portare nella Nigeria rurale l’elettricità grazie all’ausilio di impianti per la produzione di energia fotovoltaica. La multinazionale francese ha recentemente annunciato l’organizzazione di un nuovo progetto, chiamato Villasol, studiato nell’ambito del programma Bip-Bop proprio per portare energia nelle aree non ancora collegate alla rete di distribuzione. Per iniziare, gli impianti solari portati nell’area serviranno i bisogni di un centinaio di abitazioni della comunità rurale di Asore.

La soluzione studiata dalla Schneider consiste in un kit di moduli fotovoltaici e un gruppo di batterie per l’accumulo dell’energia che riusciranno a portare l’elettricità anche nelle comunità più isolate, che non sono collegate alla rete nazionale.

Villasolar “andrà incontro al bisogno di energia elettrica di base delle famiglie attraverso la dotazione di lampade portatili e di batterie che gli abitanti stessi possono ricaricare”. Secondo la multinazionale il sistema è stato studiato in modo che ogni volta si avrà bisogno di ricaricare la lampada si potrà andare dal vicino e pagare la quota necessaria. In questo modo- ha specificato il portavoce dell’azienda- gli abitanti del villaggio saranno costretti a fare più attenzione ai consumi”.

Il progetto Villasolar, simile all’iniziativa attraverso la quale la Schneider ha portato la corrente in India e in Bangladesh, dovrebbe ammortizzare i costi dovuti alle necessità di cablaggio delle case entro i prossimi 5 anni.

Fonte (rinnovabili.it)
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mercoledì 8 febbraio 2012

Giro del mondo della macchina solare SolarWorld GT

Dopo aver attraversato gli Usa viaggerà in Europa, Africa, Asia

La macchina ad energia solare SolarWorld GT ha preso il via questa settimana per la tappa degli Stati Uniti del suo viaggio intorno al mondo che parte e arriva a Darwin, in Australia. La SolarWorld GT è ora in California, dopo aver completato con successo le prime 3.100 miglia del suo viaggio attraverso l'Australia e la Nuova Zelanda. La vettura a energia solare SolarWorld GT nasce da uno sforzo congiunto del produttore americano di pannelli solari SolarWorld e dell'Università di Scienze Applicate di Bochum in Germania. Come una macchina sportiva ha due soli sedili, e come una macchina ad energia solare, è alimentata dalle sole celle solari integrate nel tetto.

Kevin Kilkelly, presidente di Americas SolarWorld, ha spiegato a Business Wire come vede il futuro delle auto solari: "La SolarWorld GT è un ambasciatore per il trasporto personale sostenibile, ricordandoci che il potere di cambiare le nostre abitudini di guida portandole lontano dai combustibili fossili sporchi è alla nostra portata. L'energia pulita dal sole è lì per essere utilizzata, senza esaurire le ricchezze della terra''. Andando ben oltre le 3.000 miglia della gara per auto ad energia solare corsa in Australia ogni anno, la GT SolarWorld mira ad un record di 21.000 miglia, la distanza più lunga mai percorsa da una macchina solare. Si viaggerà per oltre 3.700 miglia nei soli Stati Uniti, partendo dalla California per finire in South Carolina. Il viaggio dovrebbe durare 49 giorni in tutto, con punti di ricezione per ospitare i piloti e il personale in ciascuna delle cinque tappe previste. Il gruppo SolarWorld ospiterà anche un concorso su Facebook per vedere se qualcuno riconosce dove è passata la vettura da indizi lasciati durante il viaggio. I vincitori otterranno i prodotti di SolarWorld, ma il grande incentivo a partecipare è la possibilità di vincere un Apple iPad 2 che purtroppo non sarà ad energia solare.

Per chi si dovesse trovare sul percorso e volesse vedere la SolarWorld in azione, i punti di accoglienza per il pubblico sono il 10 febbraio presso l'Arizona State University, il 23 febbraio alla Texas Christian University, Facoltà di Geologia, l'Energia e l'Ambiente e il 9 marzo alla Florida A & M University, High Performance Materials Institute. Dopo aver lasciato la South Carolina, la SolarWorld GT attraverserà l'Europa, l'Africa e l'Asia. Per l'ultima tappa del viaggio sarà di nuovo in Australia entro la fine dell'anno.
Fonte (ANSA)
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sabato 4 febbraio 2012

Arriva la batteria Ottica: energia solare senza semiconduttori?

Un gruppo di ricercatori della University of Michigan ha annunciato la scoperta di un fenomeno fisico che potrebbe rivoluzionare la tecnologia del fotovoltaico, abbassandone i costi e permettendone una diffusione su larga scala inimmaginabile sinora.

Stephen Rand, professore del dipartimento di Electrical Engineering and Computer Science, Physics and Applied Physics ha infatti individuato un effetto magnetico “nascosto” della luce, mai rilevato prima, che potrebbe aprire nuovo orizzonti alla tecnologia del “fotovoltaico”, stravolgendone in pratica il fondamento attuale, che prevede l’utilizzo di semiconduttori per trasformare l’energia della luce solare (fotoni) in energia elettrica, secondo il principio dell’ Effetto Fotovoltaico.

La luce è di fatto un’onda elettromagnetica con anche natura corpuscolare (principi della meccanica quantistica) ed ha una componente di campo elettrico e di campo magnetico, quest’ultimo comunque trascurabile.

I ricercatori guidati da Stephen Rand hanno rilevato che la componente di campo magnetico di un fascio di luce che viene veicolato attraverso un materiale NON conduttore come il vetro è invece tutt’altro che trascurabile e può arrivare ad un’intensità di campo sino a 100 milioni di volte maggiore del fenomeno standard. Un campo magnetico che a questo punto diventa intenso e se l’intensità della luce viene aumentata ad esempio con nuovi materiali può essere ancora aumentato.

Questo fenomeno noto come rettificazione ottica può produrre quindi una polarizzazione elettrica forte e quindi generare differenza di potenziale elettrica e quindi in soldoni corrente elettrica, lo stesso effetto della giunzione PN dei semiconduttori nelle attuali celle fotovoltaiche. Si genererebbe quindi una sorta di “batteria ottica” a basso costo di produzione, senza emissioni di calore e anche dal futuro smaltimento ecologico molto più sostenibile degli attuali pannelli fotovoltaici.

Dal vetro delle nostre finestre di casa potremmo quindi generare in futuro energia elettrica a costo zero? forse si, lasciamoli lavorare per ora: i ricercatori condurranno in estate test estensivi su luce Laser e successivamente proveranno a replicare su luce solare.

La ricerca è stata pubblicata in un paper sul Journal of Applied Physics, per maggiori approfondimenti:

http://www.physorg.com/news/2011-04-solar-power-cells-hidden-magnetic.html

Fonte (tuttogreen.it)
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venerdì 3 febbraio 2012

Fotovoltaico: Foglie morte ed erba tagliata per un fotovoltaico “green”

Nuovi successi per ricercatori del MIT: il sogno di celle solari vegetali si fa sempre più concreto

All’inizio erano solo foglie morte ed erba tagliata. Poi Andreas Mershin, biofisico e ricercatore del MIT, ha trasformato il tutto in celle solari di ultima generazione. La tecnica produttiva impiegata da Mershin consiste nell’estrarre le molecole adibite alla fotosintesi delle specie vegetali (chiamate fotosistema I), stabilizzarle e quindi “spruzzarle” su un substrato di vetro ricoperto da una nanofili di ossido di zinco e “spugne” biossido di titanio. In altre parole il ricercatore non ha fatto altro che rimpiazzare il tradizionale strato di silicio con un impasto di molecole adibite alla fotosintesi. “Ed è nata una foresta nano-elettrica”, spiega Mershin. Quando i raggi solari colpiscono la superficie, sia il biossido di titanio e che il nuovo materiale foto sintetico assorbono la luce trasformandola in elettricità che viene portata via dai nanofili. Nonostante il lavoro in questione rappresenti considerevoli passi avanti rispetto alle altre celle “bio” realizzate fino ad oggi, dal punto di vista dell’efficienza di conversione i risultati sono ancora insufficienti. Ad oggi lo scienziato ha potuto dimostrare un rendimento del solo 0,1%, mentre per essere di qualche utilità il dispositivo deve raggiungere almeno il 2%. Mershin si ritiene comunque soddisfatto. La sua speranza è che i continui progressi possano permettere, in un giorno non troppo lontano, di creare celle semplicemente sfruttando l’erba tagliata.
Fonte (rinnovabili.it)
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giovedì 2 febbraio 2012

Fotovoltaico: La nuova Era delle celle solari

Dagli inizi agli ultimi indirizzi della ricerca fotovoltaica, affrontando il concetto stesso di “generazione”

Quando Martin Green, il riconosciuto guru del fotovoltaico mondiale, utilizzò per primo la locuzione “celle fotovoltaiche di nuova generazione” in un ben noto articolo di circa 10 anni fa (M.A. Green, Third Generation Photovoltaics: Ultra high conversion efficiency at low cost, in Progress in Photovoltaic: Research and Applications vol. 9 p.123 del 2001) certo non immaginava la confusione che il termine “generazione” avrebbe creato nella comunità del settore.

In quell’articolo Martin Green ipotizzava lo sviluppo del fotovoltaico incentrato su tre diverse generazioni “tecnologiche”:la prima generazione, costituita da moduli basati su celle al silicio cristallino e caratterizzata da costi pari a circa 3 €/Wp (Watt di picco) – con efficienze di conversione medie del 15% -, la seconda, realizzata con dispositivi a film sottile (silicio amorfo, CIGS, CdTe etc.), con costi di circa 0.75 €/Wp ed efficienze medie del 10% ed una terza, dai costi simili alla seconda, ma con efficienze molto superiori, in media pari al 50%.

E’ infatti al livello di generazione III che, nella “vision” del grande scienziato, il fotovoltaico si sarebbe smarcato definitivamente da ogni necessità di supporto da parte dei governi, diretto od indiretto, per diventare effettivamente un’alternativa energetica. E’ importante sottolineare che, anche se Green non ne ha mai parlato esplicitamente, con il concetto stesso di “generazione” si è arrivati dunque all’ipotesi della fine del fotovoltaico “al silicio” a favore prima della generazione II e poi della III in una fortunata serie “progressiva”.

A dieci anni di distanza lo scenario è però radicalmente cambiato rispetto alle attese. Il fotovoltaico a base di silicio cristallino detiene ancora oggi saldamente oltre l’85% delle quote di mercato, forte di costi che sono ormai vicini ad 1 €/Wp ed efficienze di conversione prossime al 20%. Con questi numeri il “vecchio” silicio si colloca addirittura tra la generazione II e l’ancora “futuribile” generazione III. Tra le tecnologie fotovoltaiche a film sottile invece, solo il Telloruro di Cadmio (CdTe) ha, ad oggi, rispettato le previsioni di costo ed efficienza attese per la generazione II, riuscendo quindi a guadagnarsi un buon 9% della quota di mercato FV al 2010. Tutti gli altri film sottili rimangono invece molto lontani dai risultati attesi per via di una bassa efficienza, per i costi elevati o per entrambe le ragioni.

Per quanto concerne la generazione III gli approcci perseguiti, in generale ancora tutti confinati ad uno stadio di ricerca, sono diversi. Ciò che già da subito potrebbe essere praticato è la realizzazione di celle multiple come, ad esempio, quelle basate su composti III-V con substrato in Germanio del tipo GaInP/GaInAs/Ge, in cui ciascuno strato viene ottimizzato per meglio raccogliere la radiazione di una porzione specifica dello spettro solare e che hanno effettivamente già superato il 40% di efficienza. Purtroppo, questi dispositivi hanno costi molto elevati e sono dunque ancora riservati al solo mercato del fotovoltaico a concentrazione che, complessivamente, presenta oggi costi ancora ben superiori a 5 €/Wp.

Un effettivo passo avanti verso la generazione III si potrebbe probabilmente conseguire con dispositivi che riescano a sfruttare la parte di energia dello spettro solare che normalmente viene dissipata termicamente. Un accorgimento utilizzabile in questo senso è, ad esempio, l’effetto Multiple Exciton Generation in cui la parte di energia non utilizzata per ricombinazione non radiativa indotta da un fotone ad alta energia, non viene più persa col calore, ma riutilizzata per generare altra corrente elettrica (un meccanismo piuttosto complesso riconducibile ad una sorta di “processo Auger” risonante tra materiali nanostrutturati). Ma, come si può ben capire, siamo ancora nel futuribile. Va però detto che mentre l’affidabilità del fotovoltaico al silicio e, in parte, quella del fotovoltaico da film sottile è ormai garantita per 25 anni, gli approcci della generazione III sono, come già detto, in buona sostanza ancora confinati alla sfera della ricerca: non sappiamo quindi nulla sulla loro effettiva traduzione pratica su scale temporali confrontabili con quelle riportate dalle altre tecnologie FV. Infine, va osservato che, erroneamente, si fa spesso riferimento al concetto di terza generazione, (definito chiaramente da Green), per presentare nuovi materiali e nuovi dispositivi che sono talvolta ancora ben lontani da ogni possibile effettiva applicazione su larga scala. E’ il caso ad esempio delle celle DSSC, (che hanno un’affidabilità della durata di pochi anni, con costi ed efficienze relegate ancora allo stadio di generazione I), oppure delle celle organiche o polimeriche, (dispositivi che devono ancora dimostrare, attraverso un serio ed impegnativo lavoro di ricerca di avere caratteristiche tali da potersi anche solo semplicemente candidare come valide alternative al fotovoltaico attualmente commercializzato).

In questo contesto si fa poi un pessimo servizio al fotovoltaico e, più in generale, alla scienza quando si vogliono far passare, in maniera mistificante, “curiosità scientifiche” come i succhi di mirtillo o ortaggi di varia natura come materiali innovativi per il fotovoltaico. Questo soprattutto perché un modulo fotovoltaico deve essere operativo per 25 anni con temperature comprese almeno tra -20°C e + 50°C. In queste condizioni frutta e sostanze similari possono giusto candidarsi come ingredienti base di qualche marmellata!

di Girolamo Di Francia (ENEA Portici – UTTP)

mercoledì 1 febbraio 2012

ANIE/GIFI: “Giù le mani dal fotovoltaico”

All’ultima assemblea ordinaria, l’associazione propone un’immediata unificazione delle associazioni del fotovoltaico e la ripresa del dialogo con banche e GSE

Una grave minaccia in termini di investimenti già in essere, posti di lavoro, reputazione nei confronti degli investitori e delle banche, stabilità normativa e certezza delle regole. Questo il commento a caldo sull’art. 65 del Presidente di ANIE/GIFI, Valerio Natalizia, in seguito all’assemblea ordinaria che l’associazione ha convocato per discutere, con tutte le aziende associate, su quali siano le linee guida strategiche da seguire nel 2012 al fine di garantire continuità allo sviluppo del fotovoltaico in Italia. Tra i punti all’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria il tanto discusso art. 65 del Decreto sulle liberalizzazioni, una disposizione di legge che Natalizia ha definito inaccettabile non solo per una nazione democratica e civile, ma anche per un settore che proprio pochi mesi fa ha dovuto subire l’empasse del Decreto Rinnovabili. “Questo provvedimento – ha detto Natalizia – ha già causato gravi danni agli operatori italiani bloccando in molti casi i cantieri in costruzione che traguardano la scadenza del 28 marzo prevista dalla precedente legislazione. Contestualmente allo stralcio dell’art. 65 si dovrà pertanto consentire di recuperare il tempo perduto”. Dalla riunione sono emersi anche alcuni propositi che saranno presto messi in pratica: oltre alla necessaria e urgente unificazione delle associazioni del fotovoltaico sotto un’unica etichetta, ANIE/GIFI intende migliorare il dialogo con le banche, per ripristinare la fiducia negli operatori, e con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), per evitare che eventuali ritardi possano danneggiare ulteriormente il settore.
Fonte (rinnovabili.it)
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