venerdì 23 novembre 2012

L’Ue finanzia la ricerca per l’integrazione del PV in rete

E’ stata avviata a nuova iniziativa che punta a trovare soluzioni al problema dell’integrazione del fotovoltaico in rete, ostacolo che limita l’espansione della rete energetica europea


E’ stato finalmente avviato il progetto finanziato dall’Unione europea, della durata di due anni, nato dall’esigenza di scoprire in che modo si possa integrare al meglio l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico nella rete di distribuzione.
Il progetto, conosciuto con il nome di PV Grid, cercherà di fornire differenti soluzioni per limitare gli ostacoli che al momento bloccano l’integrazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle reti elettriche nazionali.

Condotto da un consorzio di 20 partner tra associazioni nazionali per il fotovoltaico, gestori di sistemi di distribuzione, università e consulenti il programma prenderà in esame le sfide pratiche cercando soluzione che siano al contempo realizzabili ed efficienti e presentandole entro il 2014, anno di scadenza del progetto finanziato nell’ambito del Intelligent Energy for Europe programme.
Il lancio dell’inizia va quindi a completare il progetto PV Legal, che si è concluso lo scorso febbraio e che ha cercato anch’esso di ridurre le problematiche che limitano l’accesso allo sviluppo e all’integrazione del fotovoltaico nella rete europea, ritenuto uno dei limiti maggiori alla crescita energetica del continente.

Fonte (rinnovabili.it)

martedì 13 novembre 2012

Grecia: una “solar tax” sugli impianti fotovoltaici

Il Paese sta pensando d’applicare un’imposta, per i prossimi due anni, sulle istallazioni solari esistenti variabile dal 25% al 35%


Il Parlamento greco ha approvato quattro giorni fa il piano di austerità, accettando in Parlamento il pacchetto di misure richieste dalla troika (Ue, Bce e Fmi). Nel Piano del governo di Antonis Samaras rientra anche un nuovo programma fiscale a carico degli operatori di impianti fotovoltaici. Secondo quanto riferito in questi giorni dal quotidiano Bloomberg, l’intenzione sarebbe quella di applicare alle istallazioni esistenti  e di dimensioni superiori a 10 kW, una “solar tax” per i prossimi due anni come mossa per arginare il deficit apertosi nei conti energetici; la Grecia, che ha speso quest’anno circa 370 milioni di euro in sovvenzioni per le fonti rinnovabili, si unisce così ai quei paesi europei – Spagna, Repubblica Ceca e Bulgaria – che quasi in concomitanza hanno deciso di aggiornare la propria fiscalità energetica andando a tassare il settore solare.

Nel dettaglio l’imposta ellenica andrebbe a colpire gli impianti solari collegati alla rete tra il 2007 e il 2011, traducendosi in un taglio delle entrate di circa il 25%. Per le istallazioni, invece,connesse alla rete tra  gennaio ad agosto 2012 la tassa sui ricavi con una percentuale del  35%. Inoltre, i progetti ammessi nel  periodo attuale  verranno tassati del 29- 35% e dovranno essere collegati alla rete entro la metà di marzo.
Fonte (rinnovabili.it)

lunedì 12 novembre 2012

Da Stanford la prima cella solare all-carbon

I ricercatori del famoso ateneo californiano hanno sviluppato un dispositivo fotovoltaico impiegando esclusivamente componenti in carbonio


Celle fotovoltaiche ad alta efficienza e ad un costo di produzione irrisorio: l’ambizioso obiettivo che la ricerca solare si è imposto è ogni giorno più vicino come dimostra la ricerca condotta da un team di ingegneri di Standford. I ricercatori californiani hanno messo a punto una innovativa cella solare “all-carbon”, dicendo definitivamente addio non solo all'elemento fotovoltaico numero uno, il silicio, ma anche agli altri materiali utilizzati per la fabbricazione degli elettrodi.

“Il carbonio è in grado di offrire prestazioni elevate a basso costo”, ha spiegato Zhenan Bao , professore di ingegneria chimica a Stanford. “Per quanto ne sappiamo, questa è la prima dimostrazione di una cella solare funzionante i cui componenti siano tutti in carbonio”.
A differenza dei rigidi dispositivi al silicio che spopolano sul mercato, il prototipo di film sottile di Stanford è fatto con materiali di carbonio che possono trattati in soluzione e non richiede tutti i passi necessari all'elaborazione convenzionale dei dispositivi solari. Bao e suoi colleghi hanno sostituito l’argento e l’ITO (ossido di indio stagno) utilizzati negli elettrodi convenzionali con grafene, la molecola bidimensionale costituita da soli atomi di carbonio, e dotata di una “straordinaria conducibilità elettrica e proprietà di assorbimento della luce”. Per lo strato attivo invece, gli scienziati hanno usato nanotubi di carbonio e fullereni (uno dei vari allotropi del carbonio).

Uno svantaggio del prototipo realizzato è che assorbe la luce principalmente vicino alla lunghezza d’onda dell’infrarosso, determinando un’efficienza di meno dell’1 percento, ma il team ha promesso di sta già esaminando una serie di soluzioni per incrementare le prestazioni.
Fonte (rinnovabili.it)

sabato 3 novembre 2012

Silicio nero, dal wafer alla cella senza spendere troppo

La Natcore è riuscita a produrre, per la prima volta nei propri laboratori, una cella solare in silicio nero attraverso un processo produttivo scalabile e basso costo


L’impegno degli scienziati della Natcore Technology Inc. è stato premiato. Gli ingegneri della società sono riusciti a produrre per la prima volta una cella solare in silicio nero attraverso un processo produttivo scalabile e basso costo. Dopo aver migliorato la tecnica di incisione dei wafer per donare alla superficie una tonalità di nero mai registrata prima, i tecnici della Natcore hanno impiegato la propria metodologia di deposizione su fase liquida (liquid phase deposition – LPD) per fabbricare una cella nel proprio Centro di Ricerca e Sviluppo a Rochester.

La prossima tappa per la nuova cella solare Natcore è il NREL, il Laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti con il quale la società ha stipulato un Cooperative Research & Development Agreement (CRADA). Il NREL ha recentemente prodotto celle solari con un’efficienza del 18,2% con processi tuttavia meno adatti alla produzione di massa. In base ai termini dell’accordo, i due partner lavoreranno insieme utilizzando tecnologia di passivazione a basso costo della Natcore per raggiungere o superare quella efficienza grazie al fotovoltaico nero. Questo obiettivo potrebbe essere ottenuto combinando la tecnologia LPD con quelle brevettavate dal laboratorio del DoE per la creazione di uno strato nero di silicio antiriflettente integrato in celle solari ad alta efficienza.

Spiega Chuck Provini, Presidente e Amministratore Delegato di Natcore: “Questa cella solare in silicio nero è stata realizzata interamente nel nostro laboratorio. Attualmente il NREL detiene il record d’efficienza per il black silicon, ma  per produrlo hanno impiegato una tecnologia di passivazione che richiede una costosa ossidazione termica. Il nostro processo LPD andrà a sostituire quel passo ingombrante”.
Fonte (rinnovabili.it)