lunedì 30 gennaio 2012

Spagna, sospesi gli eco-incentivi per il deficit di bilancio

Greenpeace: “Paralizzare il settore delle energie rinnovabili è proprio l’opposto di ciò che avrebbe dovuto fare il governo”

Con il pericolo sempre più concreto che deficit spagnolo possa rivelarsi più ampio del target concordato con l’Europa e con il fiato di Bruxelles costantemente sul collo, Madrid è passata all’azione, raccogliendo gli sforzi per il varo delle attese prime tre grandi riforme. A farne le spese è però ora il settore delle energie rinnovabili che finisce per primo sotto la scure del governo Rajoy. Il Ministro dell’Industria, José Manuel Soria, ha annunciato oggi l’approvazione di un decreto con cui, provvisoriamente, verranno sospese le procedure di pre-assegnazione delle autorizzazioni ed eliminati gli incentivi economici per i nuovi impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili.

Nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, Soria ha spiegato che si tratta di una decisione “temporanea” adottata per aiutare a controllare il deficit di bilancio e che non rappresenta alcun rischio per la sicurezza degli approvvigionamenti elettrici. A conferma, i dati presentati dallo stesso ministro secondo cui la Spagna ha attualmente istallato “più del doppio” della richiesta interna di energia, 106.205 MW a fronte di una domanda di picco è 38.287 MW. La sospensione interesserà tutte le tecnologie del regime speciale, vale a dire eolico, solare fotovoltaico, solare termico, cogenerazione, biomasse, biogas, piccole centrali idroelettriche e alimentate a rifiuti, nonché gli impianti regime ordinario paragonabili alle tecnologie incluse nel regime. Saranno esclusi invece gli impianti esistenti o progetti che sono già stati approvati per l’entrata nel regime tariffario.

La misura ha suscitato le repentine reazioni sia del comparto industriale che di quello ambientalista. Parlando alla stampa il responsabile Energia di Greenpeace José Luis Garcia, ha etichettato come “ingiustificabile” la paralisi “dello sviluppo delle energie rinnovabili, fattore in grado creare posti di lavoro e sviluppo economico per la Spagna mentre si continua a sostenere finanziariamente carbone ed energia nucleare”.

Fonte (rinnovabili.it)
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domenica 29 gennaio 2012

zHome: la comunità sostenibile di Seattle

Carbon Neutral, 40% di risparmio idrico, materiali riciclati a Km0, fotovoltaico e tecnologia innovativa, trasformano 10 unità residenziali in una comunità sostenibile ad Energia Zero.

Un grande passo avanti per il protocollo di certificazione WaterSense dell’EPA (U.S. Environment Protection Agency), che si avvia a certificare la prima comunità ultra sostenibile del Paese, composta esclusivamente da edifici ad energia zero. Partendo dal desiderio di restituire alle generazioni future un ambiente migliore, l’EPA ha attivato questa nuova tipologia di certificazione, con l’obiettivo di ridurre in maniera significativa l’utilizzo delle risorse idriche del Paese.

Il nuovissimo eco quartiere, chiamato zHome (zero energy home), si trova ad Issaquah (Seattle) e per le sue eccellenti caratteristiche carbon neutral e zero energy si era già collocato al primo posto tra le comunità più sostenibili degli Stati Uniti, aggiudicandosi anche il primo premio del Forest Stewardship Council Awards del 2011, concorso dedicato alle eccellenze residenziali del Nord America. Aggiungendosi alle già elevate caratteristiche energetiche delle abitazioni, la certificazione dell’EPA, permetterà una riduzione complessiva dei consumi di acqua potabile pari al 70% in meno, rispetto alle costruzioni tradizionali di questa zona.

Particolarmente entusiasta del progetto, il sindaco di Issaquah, Ava Frisinger, ha commentato la notizia augurandosi che il progetto zHome, possa ispirare costruttori edili e proprietari di casa di tutto il Paese, per estendere gli stessi vantaggi energetici, di costi e soprattutto di sostenibilità a tutti i futuri progetti.

“L’EPA è orgogliosa di certificare il progetto zHome- ha affermato Paula vanHaagen, responsabile dell’area Sovvenzioni e Programmazione dell’EPA – riconoscendolo come uno degli esempi di maggiore pregio per il nord-ovest del Paese, uno dei pochi in grado di aiutare l’avanzamento e la sperimentazione per l’efficienza idrica”.

IL QUARTIERE zHOME

Progettato dall’architetto Matt Howland e Ichijo USA, in base alle richieste della stessa città di Issaquah, il quartiere residenziale zHome rappresenta un esempio davvero esclusivo, dove nulla è lasciato al caso: carbon neutral, autosufficiente dal punto di vista energetico, efficiente nella riduzione dei consumi e costruito in bioedilizia, utilizzando cioè solo materiali naturali, riciclabili e non tossici.

Net zero Energy

L’attenta progettazione dell’involucro edilizio, ha consentito di raggiungere standard molto elevati che, se sommati alla produzione dell’energia necessaria mediante gli impianti rinnovabili, consente a tutte le unità di arrivare alla fine dell’anno, c

on una richiesta energetica pari a zero.

La doppia coibentazione naturale per tutte le pareti opache, consente una riduzione dei consumi energetici del 15%, i doppi vetri alle finestre e la riduzione di tutte le eventuali dispersioni energetiche, apportano un’ulteriore riduzione del 10% rispetto ai consumi tradizionali. Alle caratteristiche passive si affiancano gli im

pianti per la produzione energetica da fonti rinnovabili e le innovazioni tecnologiche ad alte pre

stazioni:

  • La Pompa di calore geotermica, indispensabile p er la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento, consente una riduzione dei consumi pari al 25%;
  • Questo sistema, affiancato ad un impianto di riscaldamento/raffrescamento ad acqua ed a un sistema di recupero di calore per la ventilazione, permette di ottimizzare al massimo le prestazioni, raggiungendo un risparmio del 10%;
  • I Pannelli fotovoltaici coprono il 33% d ella richiesta energetica, assicurando un rendimento molto elevato, grazie all’intensità prolungata dell’illuminazione solare, garantita dalle lunghe giornate estive di Seattle;
  • Anche l’illuminazione al LED e le caratteristiche prestazionali degli elettrodomestici (tutti certificati Energy star) contribuiscono significativamente a contenere i consumi, determinando un risparmio del 12%;

Risparmio idrico

Un’abitazione costruita secondo i parametri del WaterSense, sarà in grado di ridurre del 40% la sua richiesta complessiva d’acqua, aiutando non solo i proprietari, ma anche l’ambiente. Ovviamente un valore simile è possibile solo attraverso l’integrazione tra i sistemi di risparmio (minore acqua per i servizi, le docce, la lavatrice,ecc.) ed i sistemi di re

cupero.

In questo modo, l’acqua piovana viene raccolta e convogliata in dieci diversi serbatoi da 1.800 litri ciascuno da dove, dopo essere stata filtrata, passerà al sistema di scarico dei bagni ed al sistema idrico collegato alla lavatrice.

Materiali naturali a Km 0

Anche i materiali inquinano. In particolare inquina il processo di trasformazione delle materie prime e, ovviamente, il loro trasporto al luogo di utilizzo. I progettisti delle 10 unità residenziali del quartiere di Seattle hanno pensato anche a questo. Tutti i materiali necessari alla costruzione degli edifici, sono stati prodotti all’interno di 500 miglia dal progetto, abbattendo il quantitativo di CO2 in maniera considerevole. La certificazione della loro provenienza, l’impiego di materiali naturali e riciclati, la non tossicità e la garanzia di un materiale in grado di durare nel tempo, trasformano il progetto zHome in un prototipo green dell’architettura di qualità.

Zero Impact

Nessun quartiere può davvero considerarsi “eco” se non interviene anche sul sistema della mobilità. Ben servito dal trasporto pubblico locale il quartiere zHome è dotato anche di un punto di ricarica per le auto elettriche, posizionato in corrispondenza del parcheggio pubblico esterno adiacente alle abitazioni.

Il quartiere zHome è oggi un’area residenziale abitata e perfettamente integrata al contesto. Le grandi potenzialità promesse in fase progettuale, sono state applicate e rispettate anche in fase costruttiva, inoltre l’esito positivo di questo progetto, ha permesso di trasformarlo in un quartiere-modello per altre realizzazioni, aprendo alcune delle residenze al pubblico.

Fonte (rinnovabili.it)
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sabato 28 gennaio 2012

Presentato, modificato e poi reso definitivo: cosa è successo e cosa ci dovremo aspettare con l’entrata in vigore del Decreto sulle liberalizzazioni

Presentato, modificato e poi reso definitivo: ANIE/GIFI e APER ci spiegano cosa è successo e cosa ci dovremo aspettare con l’entrata in vigore del Decreto sulle liberalizzazioni

Il Decreto Legge sulle liberalizzazioni ha introdotto una serie di novità, alcune delle quali relative al comparto del fotovoltaico e di sicuro non positive per la stabilità del settore. Sembra di essere tornati ai fatidici momenti prima dell’approvazione del cosiddetto Decreto Romani: caos, poca chiarezza e uno stop che di fatto blocca il settore. A scapitarci un’unica categoria di persone: gli imprenditori, che da un giorno a un altro hanno visto i loro investimenti andare in fumo. Ma chi è che ci guadagna da tutto ciò? Andiamo per gradi e cerchiamo di capire cos’è successo. Lo facciamo sentendo cosa hanno da dirci a riguardo due grandi ass

ociazioni che in Italia rappresentano il comparto del fotovoltaico: ANIE/GIFI e APER. Tutto è partito dal tanto discusso art.65.

Valerio Natalizia (Presidente ANIE/GIFI): “Nella prima bozza dell’articolo 65 c’era a nostro avviso il grosso pericolo che si creasse una sorta di Salva Alcoa 2. Nel comma 1, infatti, si parlava dell’immediato divieto di costruire impianti solari fotovoltaici su terreni agricoli, però poi si dava una proroga di 12 mesi valida per tutti gli impianti. Una situazione che, in pratica, andava a posticipare l’introduzione degli articoli 4 e 5 del Decreto Romani, ovvero il limite che sarebbe entrato in vigore dal 29 marzo 2012 e che stabiliva la potenza massima di 1 MW (art. 4) e l’occupazione fino a un massimo del 10% della superficie a disposizione (art. 5). Con il comma 2, invece, si dava la possibilità di installare impianti anche superiori al MW su terreni agricoli. Per ques

to inizialmente non siamo stati d’accordo né sullo stop sui terreni agricoli né sull’introduzione di una normativa nuova quando neanche quella vecchia era riuscita a entrare in vigore (lo avrebbe fatto il 29 di marzo). Il pericolo che vedevamo era una corsa alle installazioni di impianti di grossa taglia”.


Pietro Pacchione (APER): “Modificare la normativa di riferimento dall’oggi al domani comporta non pochi disagi per il mondo industriale. L’avere regole chiare e certe è una base fondamentale per qualunque filiera industriale e l’imprenditore deve essere messo nelle condizioni di poter creare una filiera, strutturarsi e fare impresa. Aprendo a tutti gli effetti il limite inizialmente presente nel Decreto Legislativo 28, la prima versione dell’art. 65 apparentemente avrebbe avvantaggiato il mercato dato che avrebbe aperto il mercato degli impianti a terra su terreni agricoli per un anno; diventava però un problema se messa in relazione con il IV Conto Energia, nel quale c’è anche un limite di spesa annua (abbiamo raggiunto 5,5 mld€ a fronte di un limite massimo di spesa tra 6-7 mld€). Il rischio sarebbe stato quello di stare sotto una coperta corta, cioè di non riuscire più a controllare la spesa di questi impianti e di consumare in tempo reale tutte le risorse a disposizione per i prossimi anni”.

Non è ancora chiaro quali siano state le intenzioni di chi ha proposto questo articolo; forse l’intento era quello di bloccare le installazioni sui terreni agricoli, ma con la prima bozza ci sarebbe stato il rischio di un’accelerazione delle installazioni. Per questo è stato facile ripensare a quanto è successo con il Salva Alcoa, una norma dapprima positiva che poi però si è ritorta contro il settore. Si arriva dunque al secondo testo, con una modifica alla formulazione dell’art. 65 in totale contrapposizione a quella della prima bozza e che di fatto ha reso immediatamente impossibile l’ottenimento delle tariffe incentivanti a determinati impianti.

Valerio Natalizia (Presidente ANIE/GIFI): “Nella seconda bozza, l’art. 65 è stato modificato per diventare più ingiusto dal punto di vista della certezza del diritto. Con l’entrata in vigore del Decreto due giorni fa, infatti, nel comma 2 si bloccano da subito tutti gli impianti superiori al MW, costruiti e non ancora collegati alla rete. In pratica, un investitore che aveva già ricevuto i finanziamenti e stava ultimando le fasi di connessione dell’impianto alla rete, si è visto arrivare una nuova normativa che di fatto ha bloccato gli incentivi all’impianto”.

Pietro Pacchione (APER): “Si tratta di una norma retroattiva assurda e si spera che si tratti un grossolano errore che deve essere immediatamente corretto e modificato. Il Decreto Legislativo 28 poneva dei limiti per i nuovi impianti su terreni agricoli, ma dava un periodo transitorio di salvaguardia, che si sarebbe concluso il 29 marzo del 2012: a partire da quando è stato pubblicato il Decreto, infatti, veniva dato 1 anno di tempo per chiudere gli impianti che non rispettavano le caratteristiche indicate dal Decreto stesso. Con la pubblicazione di questo articolo, le centinaia di imprenditori che stavano costruendo un impianto in funzione del regime di salvaguardia normato con il Decreto Lgs 28 in una notte si sono visti bruciati i propri investimenti”.

Tanti dunque i rischi che si corrono e forte il nonsenso di un grave errore, venuto fuori dal tentativo di correggerne uno meno grave. Cosa fare?

Valerio Natalizia (Presidente ANIE/GIFI): “Stiamo cercando di capire se all’interno della nostra associazione ci siano casi reali e quindi azioni che i singoli investitori intendano portare avanti. Ci siamo poi rivolti alle istituzioni e agli interlocutori politici per spiegare nel dettaglio i motivi per cui non siamo contenti di questo provvedimento e, dai primi riscontri, a me sembra che non tutti abbiano capito bene quali potrebbero essere gli effetti di questo articolo; per questo stiamo cercando di spiegare bene nel dettaglio per aiutare a fare chiarezza. Resta il fatto che non è questo il giusto modo di operare. Se ci sono dei provvedimenti allo studio, a nostro avviso, dovrebbero essere interpellate per prime le associazioni di settore. In questo caso specifico, è successo tutto all’improvviso e, a mio avviso, senza fare le dovute valutazioni”.

Pietro Pacchione (APER): “Stiamo valutando se ci sono strade legali che possono essere perseguite immediatamente. C’è un circolo vizioso dove da una parte ci sono le banche che ovviamente si mettono in tutela e, dall’altra, ci sono gli imprenditori bloccati perché non ricevono più soldi dalle banche per finire l’impianto. I tempi sono strettissimi per recuperare questo errore e comunque si tratta di una situazione che porta a perdere gli incentivi”.

Sta di fatto che, ad oggi, le associazioni si stanno interfacciando tra loro per portare avanti azioni congiunte e i vari uffici legali si stanno confrontando per capire quali siano gli strumenti migliori per procedere. Unanimi ovviamente su una cosa: si tratta di una norma inaccettabile in un Paese civile.

Fonte (rinnovabili.it)
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venerdì 27 gennaio 2012

Clini: avanti con gli incentivi sul FV ma adeguati ai "costi"

Secondo il Ministro dell’Ambiente il costo dei pannelli FV, attualmente inferiori del 75% rispetto al 2004, renderebbe gli incentivi troppo "generosi"

Con un costo dei pannelli fotovoltaici attualmente inferiore del 75% rispetto al 2004, il sistema incentivante, (soprattutto per i grandi impianti), è diventato ‘generoso’ – lo ha comunicato ieri il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel corso di un’audizione alla Camera dei Deputati, aggiungendo che “le agevolazioni garantisce ai produttori un rendimento ‘non sano’ intorno al 20% mentre normalmente altri tipi di investimento rendono il 7-8%”. La dichiarazione, si inserisce anche nel quadro dei tagli ufficiali agli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, ad ‘effetto retroattivo’ inseriti a sorpresa nel recente decreto liberalizzazioni che causerebbe – secondo le stesse associazioni di settore quali Anie/Gifi, Aper, Assosolare etc – dei gravi danni alle imprese FV che attualmente stanno avendo degli investimenti in corso.

Secondo Clini comunque, il contesto attuale indica “qualcosa di disturbato nel meccanismo incentivante”, e proprio per questo motivo forse, il CDM avrebbe accolto favorevolmente la proposta del ministro dell’Agricoltura per lo stop all’utilizzo dei terreni agricoli destinati alla generazione di elettricità. Nonostante tutto, l’importanza del settore fotovoltaico resta ancora una “priorità” di Governo: gli incentivi infatti, continueranno ad essere erogati fino al raggiungimento della grid parity e, come annunciato dallo stesso Clini nel corso di un suo precedente convegno a Padova, occorrerà puntare molto sulla ricerca e la produzione di tecnologie FV più efficienti. “L’utopia – ha dichiarato – sarebbe quella di catturare l’88% di energia che non viene attualmente utilizzata, riducendo contestualmente le dimensioni degli impianti.” Tutto questo riguarderà ovviamente non solo il solare, ma anche il comparto geotermico e delle biomasse, “dove si potranno ancora raggiungere dei risultati elevati in termini di rendimenti” con dei margini anche per il mini eolico.

Infine il Ministro ha auspicato di chiudere il pacchetto dei nuovi incentivi per le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico entro febbraio: – “Di concerto con Passera e il ministro dell’Agricoltura – ha sottolineato Clini – ci si concentrerà su alcuni punti”, quali ad esempio, la definizione delle tariffe incentivanti per le fonti non fotovoltaiche e la chiusura delle partite delle aste.

Fonte (rinnovabili.it)
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mercoledì 25 gennaio 2012

Fotovoltaico in aree agricole: cancellati gli incentivi

Approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri ed ora in esame al Parlamento, il nuovo provvedimento bloccherebbe gli incentivi agli impianti solari realizzati su terreni agricoli

Fotovoltaico contro aree coltivate. La discussione sembra essere giunta ad un punto fermo che sconvolge ancora una volta le regole dettate al comparto del solare italiano. Secondo quanto circolato in queste ore l’articolo 65 del decreto legge sulle liberalizzazioni metterebbe definitivamente la parola fine agli incentivi del Quarto Conto Energia per tutti gli impianti realizzati a terra. Si legge nella bozza del provvedimento: “Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non è consentito l’accesso agli incentivi statali di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28”. Uno stop tuttavia che concede qualche eccezione, escludendo infatti tutte le istallazioni in possesso di titolo abilitativo, conseguito entro la data di entrata in vigore del decreto o che abbiano presentato una richiesta entro la stessa data, “a condizione in ogni caso che l’impianto entri in esercizio entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto”.Il provvedimento agevola al contrario gli impianti fotovoltaici costruiti a copertura di serre di produzione agricola, i cui moduli sono assimilati a quelli istallati su edifici. Si legge al comma 3 dell’articolo: “Agli impianti i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre così come definite dall’articolo 20, comma 5 del decreto ministeriale 6 agosto 2010, si applica la tariffa prevista per gli «impianti fotovoltaici realizzati su edifici». Al fine di garantire la coltivazione sottostante, le serre – a seguito dell’intervento – devono presentare un rapporto tra la proiezione al suolo della superficie totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e la superficie totale della copertura della serra stessa non superiore al 50 per cento”.

lunedì 23 gennaio 2012

Pesaro, FV sulle scuole: concessioni ai privati in cambio di manutenzione

Entro il 22 gennaio sarà pubblicato il bando per le prime quattro scuole cittadine, che si appoggerà per il 60% sul finanziamento regionale, mentre il restante 40% sarà coperto dalle Esco (Energy service company)

Energia rinnovabile dai tetti delle scuole superiori della provincia di Pesaro Urbino: «Siamo pronti con il bando di gara - annuncia il presidente della Provincia Matteo Ricci - per la realizzazione degli impianti fotovoltaici nelle coperture del liceo scientifico Laurana di Urbino e degli istituti tecnici di Fano, Cagli e Fossombrone. E partiamo anche con il primo stralcio del Campus scolastico pesarese». I quattro impianti avranno una potenza complessiva di quasi 290 kWp, perchè l'energia prodotta dovrà risultare maggiore dei consumi elettrici annuali delle scuole.

Entro il 22 gennaio sarà pubblicato il bando per le prime quattro scuole, che si appoggerà per il 60% sul finanziamento regionale, mentre il restante 40% sarà coperto dalle Esco (Energy service company). Un investimento complessivo da un milione di euro, che sfrutta gli incentivi statali messi a disposizione dal conto energia. I lavori nelle scuole saranno ultimati entro la fine del 2012. Entro la fine del mese, inoltre, arriverà il bando relativo al primo stralcio del Campus scolastico pesarese. In questo caso, fotovoltaico sui tetti del liceo scientifico Marconi, del Bramante e del Genga. «Chi vincerà la gara, - spiega Ricci - coprirà autonomamente le spese (circa 2 milioni e mezzo di euro, ndr), e avrà poi l'energia a disposizione per la vendita. Ma, in cambio, dovrà occuparsi degli interventi di impermeabilizzazione e manutenzione degli edifici scolastici, su una superficie di 8 mila metri quadrati».
Fonte (zeroemission.tv)
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domenica 22 gennaio 2012

Fotovoltaico: California, potenziale fotovoltaico di 7 GW nelle basi militari

Una capacità pari a sette centrali nucleari: è il potenziale stimato da uno studio del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per un totale di quattro basi militari situate nel deserto della California

Un potenziale fotovoltaico di 7.000 MW, pari a sette centrali nucleari: è quello stimato da uno studio del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per quattro basi militari situate nel deserto della California. Lo studio, in realtà, aveva analizzato la possibilità di produrre energia dal sole in sette basi militari in California e due in Nevada. Il risultato è che nonostante il 96% delle superfici esaminate risulti per diversi fattori inadatto alla realizzazione di progetti, dalle restanti aree, invece compatibili, si potrebbe ricavare abbastanza energia elettrica per soddisfare il 30% dei consumi elettrici delle basi della California e circa il 25% dell’obiettivo di energia verde che lo Stato del Sole ha imposto alle utility attive sul suo territorio. Parliamo appunto di un potenziale di 7 GW. Una buona notizia, dunque, per il Dipartimento della Difesa che è caccia di fonti alternative come il sole, il vento e la geotermia per alleggerire la propria bolletta energetica da 4 miliardi di dollari circa all'anno.
Fonte (zeroemission.tv)
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sabato 21 gennaio 2012

Cuba: l’Onu porta il fotovoltaico nel Pan de Azùcar

L’Onu porterà impianti fotovoltaici e stufe ecologiche alla comunità montana di Pan de Azùcar

La comunità montana Pan de Azùcar, che vive sulla omonima montagna cubana, riceverà presto i benefici derivanti dal progetto Onu che rientra nel Programma per lo Sviluppo nato con lo scopo di portare l’elettricità prodotta da fonte rinnovabile nelle remote aree rurali attraverso il montaggio di moduli solari fotovoltaici. I moduli messi a disposizione verranno installati in circa 25 abitazioni della comunità di montagna mentre nella prima fase del progetto, grazie ad fondo da 46mila dollari verranno istallate anche stufe efficienti che permettono di riscaldare la casa e allo stesso tempo di cucinare. Oltre a questo le stufe permetteranno di ridurre le emissioni di gas serra limitando il consumo di risorse naturali normalmente estratte dalle aree boschive.

Nel progetto rientra anche la promozione di pratiche agro-ecologiche della zona che si distingue per la sua biodiversità e che grazie al sostegno Sistema Cubano de Áreas Protegidas si impegneranno per migliorare la qualità della vita degli abitanti dell’area promuovendo la tutela ambiente.

Fonte (rinnovabili.it)
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venerdì 20 gennaio 2012

Fotovoltaico: Il liceo “verde” nella periferia della capitale

Grazie al finanziamento di 1 milione di euro da parte della Provincia di Roma, il nuovo edificio scolastico oltre a essere rinnovato, sarà anche energeticamente sostenibile

Che le periferie siano le zone più degradate delle città non è una novità, ma ciò che oggi sta succedendo in modo sempre più frequente è una loro riqualificazione da un punto di vista non solo sociale, ma anche urbano e architettonico. È accaduto anche a Roma, infatti, dove il liceo classico Benedetto da Norcia, che si trova nel quartiere periferico di Tor de’ Schiavi, ha acquisito un nuovo look che della sostenibilità ambientale ha fatto il suo punto forte. Oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche e a necessari interventi sugli impianti elettrici e idrici, l’edificio scolastico è stato interessato dall’installazione, sul tetto, di un impianto fotovoltaico e dalla sostituzione di tutti gli infissi e di tutte le porte interne ed esterne.

L’intervento è stato possibile grazie al finanziamento di 1 milione di euro da parte della Provincia di Roma, che ha seguito tutte le fasi della ristrutturazione. L’impianto fotovoltaico, che produce l’energia pulita necessaria al fabbisogno di tutta la struttura, è uno dei 212 tetti fotovoltaici già installati su 175 edifici scolastici dalla Provincia stessa. La sostituzione di porte e infissi, invece, ha reso possibile un migliore isolamento termico per gli ambienti interni, evitando inutili e poco razionali dispersioni di calore. Per il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, si tratta di una bella notizia per le periferie. “L’energia rinnovabile era un sogno e ora è una realtà – ha detto Zingaretti – e questo permetterà alla pubblica amministrazione di spendere di meno, produrre meno CO2 e quindi inquinare di meno”.

Fonte (rinnovabili.it)
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giovedì 19 gennaio 2012

Apple progetta il tetto solare più grande del mondo per il suo nuovo campus


Sarà Cupertino, nel cuore della Silicon Valley, ad ospitare il più vasto impianto industriale negli Usa ad essere alimentato dal sole. Il nuovo campus della Apple avrà una forma circolare e le pareti in vetro, un auditorium da 100 posti, un centro fitness, una caffetteria e un grande parcheggio al centro.

Ma la caratteristica fondamentale riguarda il suo profilo energetico: l’intero tetto, di 750mila metri quadri, e il parcheggio, di circa 320mila metri quadri, saranno composti da pannelli solari per alimentare un sistema di 5 mega watt che servirà a colmare il fabbisogno energetico della struttura di quattro piani.

La sua costruzione dovrebbe iniziare già quest’anno e concludersi nel 2015.
In questa data, Apple possiederà una sede a ridotto impatto ambientale: infatti, è previsto anche un incremento del 60% degli alberi circostanti e una diminuzione dell’asfalto del 90%. La nuova struttura creerà posti di lavoro per circa 13 mila dipendenti.

Fonte (tuttogreen.it)
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mercoledì 18 gennaio 2012

Schüco: la casa a zero emissioni

Dalla Casa Energy2 alle possibili applicazioni del solare termico, l’azienda Schüco si conferma leader internazionale, dimostrando ancora una volta le potenzialità architettoniche della sua sapiente tecnologia “green”.

Tenendo conto del continuo aumento della richiesta energetica globale, a fronte di un’inesorabile diminuzione dei combustibili fossili, l’impiego di fonti energetiche naturali e rinnovabili è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. In prima linea in questo campo, l’azienda Schüco ha dimostrato già da tempo la sua leadership indiscussa, sviluppando soluzioni per l’involucro edilizio, capaci di assicurare livelli energetici e qualitativi molto elevati in grado di integrare fra loro le varie tecnologie che utilizzano le fonti rinnovabili: ne è un esempio la Casa Energy2, un edificio altamente sostenibile a zero emissioni.

Questa e molte altre sperimentazioni, portate avanti da Schüco, dimostrano l’importanza dell’intervento tempestivo sul comparto edilizio, unica soluzione possibile per contribuire significativamente a ridurre la richiesta globale di energia. In questo ambito, lavorare sull’involucro edilizio per migliorarne le prestazioni, garantisce la possibilità di ottenere eccellenti risultati in termini di consumo per il riscaldamento ed il raffrescamento degli edifici, nonchè per la produzione di acqua calda sanitaria, fattore da non sottovalutare.

Per approfondire queste interessanti tematiche, ci siamo rivolti al Dr. Renato Carta, Direttore Divisione Energie Rinnovabili per Schüco Italia, impegnato in prima linea nella sperimentazione tecnologica di quest’azienda.

Dottor Carta, l’azienda Schüco ha sapientemente trasformato il desiderio di pochi in una missione aziendale, investendo moltissime risorse a favore delle sperimentazioni tecnologiche green applicate all’architettura, racchiudendo un vasto bagaglio di conoscenze all’interno del progetto per la Casa Energy2. In cosa consiste questo progetto?

R.C.: “Si tratta di un edificio che, utilizzando i sistemi Schüco, risparmia energia grazie ad un involucro edilizio energeticamente efficiente, producendo simultaneamente energia pulita attraverso i sistemi solari (fotovoltaico, termico e pompe di calore).

Il risultato è una casa a zero emissioni di CO2, in cui l’integrazione dei sistemi Schüco per finestre e facciate, consente di diminuire i consumi, contribuendo al raggiungimento di prestazioni energetiche in classe A, senza trascurare tutti gli elementi che concorrono al mantenimento di un elevato livello di comfort, di luminosità e di design. La Casa Energy2 è dunque progettata per limitare al minimo i consumi e le dispersioni termiche. Accanto alle componenti che potremmo definire passive, ci sono poi tutti gli aspetti legati alla produzione diretta di energia, che consentono al progetto di raggiungere lo standard delle zero emissioni.

In particolare, con l’installazione di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda integrato alla struttura, è possibile coprire i consumi energetici fino al 65%. Nel caso specifico della Casa Energy2, l’impianto solare termico viene installato in combinazione con una pompa di calore integrata in accumulo solare, che consente di trasformare i consumi di gas in consumi elettrici, assicurando la produzione di acqua calda sia per il riscaldamento che per usi sanitari”.

Volendo quantificare il grado di risparmio energetico, quanto possiamo guadagnare con l’applicazione di questi sistemi?

R.C.: “Prima di tutto bisogna considerare le elevate prestazioni dell’involucro edilizio della Casa Energy2, che grazie alle sue peculiarità è in grado di escludere qualsiasi tipo di dispersione termica ed un elevato grado di isolamento, sia per quanto riguarda le componenti opache che per quelle trasparenti. Entrando nel dettaglio delle componenti attive per la produzione energetica, possiamo arrivare a livelli altamente performanti. Si tratta di una casa a zero emissioni, dove la richiesta energetica è completamente garantita dalla produzione generata dagli impianti da fonti rinnovabili.

Mediamente per un’abitazione tipo di 150 mq, il consumo di energia termica per la produzione di acqua calda sanitaria si aggira attorno ai 4.000 kWh di energia termica; grazie all’impianto solare termico affiancato alla pompa di calore integrata, è possibile coprire più del 65% della richiesta energetica totale, arrivando a produrre fino a 2.600 kWh di energia termica.

Dotando poi la Casa Energy2 di una pompa di calore geotermica per il riscaldamento ed il raffrescamento interno, ed installando un impianto fotovoltaico in grado di produrre l’energia necessaria a coprire l’intero fabbisogno (sia quello delle normali utenze domestiche che quello delle pompe di calore), si ottiene un valore energetico pari alla richiesta, annullando completamente le emissioni di CO2″.

Da quanto emerso dalle recenti indagini, il settore del solare termico italiano occupa addirittura il secondo posto in Europa subito dopo la Germania, come capacità totale installata, aggirandosi attorno ai 2,7 milioni di mq (2,0 GWth). Dunque un mercato estremamente importante per lo sviluppo economico del nostro Paese soprattutto considerando i recenti avvenimenti, ma entrando nel merito della Normativa di settore, qual’è lo stato dell’arte della regolamentazione italiana sul solare termico? Si arriverà ad un vero e proprio Conto Energia da hoc per il solare termico?

R.C.: “La recente Manovra Salva Italia ha prorogato al 31 dicembre 2012 la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali del 55% per le riqualificazioni energetiche degli edifici, aggiungendo tra gli interventi agevolabili, la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione dell’ACS (acqua calda sanitaria).

Ad oggi è già stato fatto molto in termini di recepimento della Direttiva 2009/28/CE, ma molto lavoro resta ancora da fare. Primo fra tutti la differenziazione della normativa in base alle diverse tecnologie e la semplificazione amministrativa, un punto dolente nel sistema italiano che troppo spesso gioca a sfavore di coloro che avrebbero interesse ad investire nel settore dell’energia pulita. Queste problematiche si affiancano all’importanza di integrare gli impianti solari all’architettura, rendendo a tutti gli effetti operativa la Direttiva 2009/28/CE che, per altro, già prevede l’obbligo di soddisfare tramite fonti rinnovabili il 50% dei consumi per ACS ed il 20% della somma dei consumi per ACS, riscaldamento e raffrescamento.

Per concludere restiamo in attesa della definizione di un vero e proprio Conto Energia per il solare termico, commisurando il valore degli incentivi in base alla quantità di energia prodotta, uno strumento che consentirebbe uno sviluppo esponenziale di questo settore”.

Fonte (rinnovabili.it)
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martedì 17 gennaio 2012

Fotovoltaico: Energia solare per l’Aeroporto di Bruxelles

Da oggi l’1% dei consumi del principale scalo aeroportuale belga sarà legato alla produzione fotovoltaica

L’aeroporto di Bruxelles ha deciso di aggiungere una fonte di energia rinnovabile alla propria rete di distribuzione elettrica mediante l’installazione di 30.000 m² di fotovoltaico sul tetto di un edificio dello scalo. L’impianto è composto da 7.220 moduli mono-cristallini con una capacità totale di 1,7 MW in grado di produrre annualmente 1,5 GWh, paragonabile al consumo elettrico di circa 450 famiglie. Una produzione ancora contenuta e pari all’1% dei consumi dello scalo, ma che si inquadra nella più ampia politica aeroportuale di riduzione delle emissioni.

“Avevamo già preso l’impegno d’una politica di gestione sostenibile dell’energia, riducendo in modo significativo le emissioni di CO2 nell’ambito del programma Airport Carbon Accreditation. Per motivi tecnici, la quota delle rinnovabili nel nostro mix energetico rimane piccola, al momento, ma anche l’uno per cento è un passo importante nel consumo giornaliero di 20.000 dipendenti e 50.000 passeggeri”, ha dichiarato ArnaudFeist, direttore dell’aeroporto. L’amministrazione ha annunciato che continuerà “a studiare le possibilità di aumentare la quota di energia solare, senza trascurare la possibilità di attivare lo sfruttamento di altre fonti di energia sostenibile”.

Fonte (rinnovabili.it)
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lunedì 16 gennaio 2012

A Berkeley si lavora ad un nuovo tipo di “pelle” elettronica che potrebbe rendere ancora più smart i pannelli solari

E’ proprio di queste settimane la notizia pubblicata su Nature Materials che i ricercatori del Berkeley Lab (Lawrence Berkeley National Laboratory) stanno lavorando ad un particolare tipo di materiale chiamato “pelle elettronica” che potrebbe avere sviluppi notevoli per migliorare anche l’efficienza delle attuali tecnologie fotovoltaiche.

Il nome suona abbastanza inquietante e forse a qualcuno di voi saranno venute in mente le immagini di film di fantascienza che solo qualche decennio fa proponevano umani con caratteristiche robotiche.

Tuttavia questa pelle elettronica verrà utilizzata per dispositivi esterni, con lo scopo di renderli maggiormente flessibili e ricettivi.

Questa e-skin risulterebbe composta da un foglio di poliammide lavorato con il laser per ottenere una struttura a nido d’ape con fori esagonali. Su di essa è stato aggiunto uno strato di semiconduttori e infine dei nanotubi di carbonio. Questo materiale è sensibile come la pelle per cui è in grado di captare anche la pressione dei polpastrelli fino a 15 kilopascal.

Un materiale dunque resistente ma anche economico. E’ stato avvolto su una pallina da baseball per verificarne le potenzialità a livello di flessibilità ed estensione e finora sembra aver superato egregiamente i test.

L’obiettivo ultimo del gruppo di Berkeley sarebbe realizzare un prototipo capace di restituire sensibilità a tutti i pazienti che portano protesi agli arti. Se i ricercatori riuscissero nell’impresa si raggiungerebbero dei risultati davvero notevoli non solo nel settore medico ma anche in quello della robotica per non parlare del fotovoltaico “micro” anche domestico. Riuscite a immaginare un robot capace di captare gli stimoli sensoriali attraverso il tatto? Sarebbe in grado di riconoscere le caratteristiche di fragilità di un oggetto, la sua consistenza e saprebbe tarare la pressione in base ad esse. Un altro settore in cui forse vedremo applicata la pelle elettronica è quello dei supporti informatici: computer indossabili, libri elettronici, dispositivi per ascoltare la musica, il tutto autoalimentante grazie al fotovoltaico.

Quando si dice che la realtà supera la fantasia…

Fonte (tuttogreen.it)
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sabato 14 gennaio 2012

Fotovoltaico: Arabia Saudita, dal solare un futuro rinnovabile

Nel precedente articolo avevamo parlato del progetto solare da 1 Gw a Dubai, vediamo da vicino i piani energetici dell'intera penisola araba che puntano ad ottenere dal solare il 10% della produzione di energia entro il 2020. La leadership mondiale di settore si avvicina.

Il Governo saudita spera di arrivare, entro il 2020, ad una generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile che sfrutti almeno 5 GW di potenza installata. Le previsioni annunciano che il fotovoltaico provvederà a soddisfare il 10% della domanda dell’Arabia Saudita mentre il solare termico produrrà 2.200 kWh per metro quadrato.

I piani energetici del paese mirano comunque ad ottenere il 10% della produzione totale dallo sfruttamento del sole entro il 2020, in questo modo la penisola potrà conquistare e assumere il ruolo di leader mondiale nella produzione di energia da fonte solare. Le speranze non finiscono qui: dal comparto il paese spera si riescano a creare 15mila nuovi posti di lavoro in modo da velocizzare e spronare la costruzione di nuove centrali elettriche, di impianti per la trasformazione delle materie prime e per la formazione di un network tra le diverse aziende.

Gli investitori al momento hanno già impegnato circa 3 miliardi di dollari per il finanziamento di nuovi impianti in provincia di Al Madinah e nella città di Jubail. Contemporaneamente 380 milioni di dollari sono stati impegnati per la realizzazione di un impianto di produzione di polisilicio che all’inizio sarà in grado di produrre 3.350 tonnellate di silicio multi-cristallino entro il 2014.

Fonte (rinnovabili.it)
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venerdì 13 gennaio 2012

Fotovoltaico: Dubai lancia il progetto solare da un GW

Il progetto, finanziato interamente dal Consiglio supremo dell’energia di Dubai, dovrebbe essere completato entro il 2030

Dubai punta sul sole e lancia un progetto per la produzione di energia fotovoltaica da 12 miliardi di Dirham (circa 3 miliardi di dollari). L’emirato arabo sta portando avanti la sua politica di riduzione delle emissioni di anidride carbonica diversificando il proprio mix energetico e riducendo la propria dipendenza dalle fonti fossili; il governo mira a produrre entro il 2030 il 5% del proprio fabbisogno elettrico da energie rinnovabili ed in particolare dal solare. Nasce con questo intento il faraonico progetto solare da 1 GW che, una volta completato, si estenderà per oltre 48 chilometri quadrati lungo l’autostrada che collega al-Ayn a Dubai.

Il parco fotovoltaico, finanziato interamente dal Consiglio supremo dell’energia dell’emirato, porterà il nome del sovrano, nonché attuale Primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum.

L’impianto sarà gestito sotto la supervisione dell’utility energetica statale e del Magistrato alle Acque e lavori di realizzazione procederanno a tappe: entro giugno 2012 sarà indetta una gara internazionale al fine di assegnare gli appalti per la realizzazione dei primi 10 MW e mettere in funzione i primi moduli entro il 2013. La centrale dovrebbe raggiungere la piena produttività entro il 2030.

Fonte (rinnovabili.it)
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martedì 10 gennaio 2012

Fotovoltaico: un anno record per Berlino

L’Agenzia federale di regolamentazione tedesca rivela: il ritmo delle istallazioni fotovoltaiche a livello nazionale non conosce crisi

Si chiude felicemente il 2011 per il settore solare teutonico. L’anno appena terminato avrebbe infatti portato alla Germania un nuovo record fotovoltaico: 7,5 GW di nuovi impianti istallati a livello nazionale. A conti fatti ben 0,1 GW in più rispetto al risultato portato a casa nel 2010, quando Berlino poteva vantare quasi la metà della nuova capacità totale mondiale (16,6 GW).

A riferirlo è oggi l’Agenzia federale di regolamentazione della rete tedesca, la Bundesnetzagentur (BNetzA) che rivela come nel solo mese di dicembre si siano aggiunti ben 3 GW di nuova potenza istallata sul territorio. Si tratta ovviamente di dati ancora preliminari, ma il consuntivo 2011 dovrebbe, con tutta probabilità, celebrare ancora una volta la potenza tedesca nel settore solare.

Secondo l’agenzia la travolgente crescita del comparto, determinato dal progressivo ribasso nei prezzi dei moduli solari, dai sussidi in calo e dal timore di nuovi tagli agli incentivi, farebbe ben sperare anche per il 2012, anno in cui però il ritmo delle istallazioni potrebbe innescare una riduzione del 15 per cento delle tariffe concesse ai progetti fotovoltaici. Ai sensi dell’attuale normativa infatti, sarebbero sufficienti altri 225 MW istallati tra gennaio e aprile di quest’anno per far scattare una nuova riduzione del contributo governativo a partire da luglio prossimo. Secondo le stime rilasciate dalla stessa Bundesnetzagentur il fotovoltaico dovrebbe comunque rimanere la principale fonte green nella nazione assestando al 2020 “un colpo” da 54 GW totali istallati e divenendo la prima risorsa elettrica, per crescita, a livello nazionale.

In realtà, in Germania, il 2011 è stato un anno d’oro per l’intera produzione elettrica da fonti rinnovabili che è arrivata a soddisfare un quinto dei consumi, superando pertanto, per la prima volta, sia i combustibili solidi che l’energia nucleare. Secondo i dati previsionali dall’Agenzia federale – che verranno posti alla base dei futuri provvedimenti in materia di rinnovabili in Germania – con le giuste politiche nel 2022 il Paese potrebbe ottenere il 60% della propria elettricità da fonti alternative.

Fonte (rinnovabili.it)
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lunedì 9 gennaio 2012

Gli Usa lanciano l’Atlante delle rinnovabili

On-line il nuovo strumento di mappatura interattivo per permettere agli utenti di esplorare la risorsa energetica verde

Qual è il reale potenziale delle risorse rinnovabili statunitensi? Da oggi sarà una mappa a rispondere a questa domanda, permettendo a qualsiasi utente del web di valutare, con un semplice colpo d’occhio, la localizzazione delle energie verdi sul suolo americano. Velocità del vento, irraggiamento solare, siti geotermici, mini-idro e fonti di biomassa: queste le voci di RE Atlas, la nuova applicazione geospaziale sviluppata dal National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’Energia Usa. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione dei cittadini, così come dei decisori politici e dei progettisti, uno strumento interattivo con cui valutare il potenziale green ancora inesplorato o sottoutilizzato del Paese. L’atlante è stato progettato per facilitare la politica di sviluppo energetico, gli investimenti, e l’informazione sul tema rinnovabili, creando mappe dinamiche delle risorse green.

“La facilità d’uso e l’ampiezza di dati rendono RE Atlas un ottimo strumento per quanti hanno bisogno di capire meglio le risorse rinnovabili disponibili negli Stati Uniti”, ha dichiarato Dan Getman, il cui team di analisi strategica del centro politica energetica al NREL ha sviluppato il progetto. “RE Atlas è un’aggiunta importante alla gamma di strumenti geospaziali del laboratorio, perché riunisce tante serie di dati di energia rinnovabile in uno strumento facile da usare”.

Fonte (rinnovabili.it)
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Click per consultare l'atlante RE Atlas

venerdì 6 gennaio 2012

Spagna, le rinnovabili fanno il 33% del lavoro

Il solare è aumentato in percentuale nella produzione di elettricità e calore ma nel complesso il 2011 ha visto scendere la produzione green di energia

Nel 2011 la generazione di elettricità solare in Spagna è cresciuta del 43%. Dopo l’annuncio della Germania arrivano anche i dati della penisola a conferma l’interesse dei consumatori per l’energia prodotta dal sole.

La Red Electrica di Spagna ha reso pubblici i dettagli del sistema elettrico nel corso dell’anno appena terminato: nonostante la contrazione della domanda, che è scesa del 1,2% il contributo delle energie rinnovabili è stato pari al 33%, con record eolico nel mese di novembre e crescita sostanziale per il solare. Nel corso del 2011 i dati specifici hanno rivelato un aumento del 26% del fotovoltaico e del 193% del termoelettrico rispetto all’anno precedente.

Questo aumento significativo si è verificato quando la maggior parte delle tecnologie hanno registrato un calo di produzione rispetto all’anno precedente quando l’idroelettrico è sceso del 28% e il ciclo combinato del 22%. Al contempo si è registrato un aumento della produzione di centrali a carbone che ha raddoppiato la produzione rispetto al 2010, questo ha portato ad un aumento delle emissioni di CO2 del settore elettrico stimate in 73 milioni di tonnellate, in crescita del 25% rispetto all’anno precedente. Le energie rinnovabili hanno coperto il 33% della domanda nel 2011, tre punti in meno rispetto all’anno precedente, principalmente a causa di una significativa riduzione nella generazione di energia idroelettrica, che ha coperto l’11% della domanda, cinque punti inferiore a quello del 2010.

Per quanto riguarda l’esportazione per l’ottavo anno consecutivo il saldo delle esportazioni equivale a 6105 GWh, ma nonostante questo ha registrato un calo del 27% rispetto al 2010.

Fonte (rinnovabili.it)
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giovedì 5 gennaio 2012

Metano, elettricità e fotovoltaico in tutti le nuove stazione di rifornimento dell’Alto Adige

L’Alto Adige ha deciso di stimolare il turismo e la mobilità ecologica, aiutando i proprietari di auto ecologiche a fare il pieno.

La Giunta provinciale, nel corso della seduta del 30 dicembre scorso ha dato il via libera alla modifica delle direttive per l’adeguamento della rete di distribuzione dei carburanti. Ha quindi deliberato che tutte le nuove stazioni di rifornimento dovranno offrire, oltre alle benzine, anche metano, gpl ed energia elettrica. Dovranno inoltre essere dotate di un impianto fotovoltaico di almeno 8kW.

“Con queste modifiche al regolamento provinciale – ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder – vogliamo contribuire a diffondere su tutto il territorio altoatesino carburanti provenienti da fonti rinnovabili ed eco-sostenibili come il metano e l’energia elettrica”.

Ora speriamo che i benzinai esistenti, vista la maggiore offerta della concorrenza, decidano spontaneamente di piazzare le colonnine di ricarica nei loro spazi.

Per approfondimenti click al link del provvedimento del 30-12-2011

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mercoledì 4 gennaio 2012

Arredo urbano: la scultura solare che illumina

Illuminare la strada con l’energia solare anche durante la notte. Questa la funzione di Sun-catcher, la scultura solare realizzata dallo studio DeeDee Morrison e installata in Florida.

Si chiama Sun-catcher ed uno degli eccellenti esempi di quella che potrebbe essere l’applicazione dell’energia rinnovabile, all’arredo urbano. Ci troviamo a Clearwater in Florida, dove il designer DeeDee Morrison ed il suo staff, hanno realizzato una vera e propria scultura illuminante. Il progetto si inserisce al’interno della “Sculputer 360 art program”, un programma organizzato dalla Municipalità della città e destinato a ridisegnare il paesaggio urbano attraverso le energie rinnovabili. La scultura Sun-Catcher è una perfetta rappresentazione di questo impegno. Alta circa 15 piedi (4,5 metri) questa scultura è composta da struttura in alluminio riciclato, lastre gialle di Lucite (un particolare tipo di plexiglass) ed un pannello fotovoltaico installato sulla copertura.


La funzione della scultura non si limita alla sola estetica, pur essendo un valido elemento di arredo urbano, ma consente di illuminare facilmente ed a costo zero, lo spazio pubblico nel quale è collocata: essendo posizionata lontana dai palazzi, eliminando eventuali problemi di ombreggiamento, i pannelli solari si caricano di energia durante le ore del giorno, per fornire elettricità la notte.
“Sostenibilità e funzione, la rappresentazione visiva della potenza del sole”,
così ha descritto Sun-Catcher lo stesso designer, una soluzione alternativa per valorizzare la città, produrre energia pulita ed illuminare spazi urbani.
Fonte (rinnovabili.it)
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lunedì 2 gennaio 2012

News Fotovoltaico: NREL: fotovoltaico? Il 100% d’efficienza è possibile

Creata negli USA la prima cella solare in grado di produrre una foto-corrente con un’efficienza quantica esterna superiore al 100 per cento

Il National Renewable Energy Laboratory (NREL) ha segnato un record unico nel suo genere. Lo scorso 15 dicembre 2011 i ricercatori del Colorado hanno infatti annunciato di aver creato la prima cella solare al mondo in grado di produrre più elettroni nella sua corrente dei fotoni in entrata. Grazie all’impiego di cristalli sub-microscopici di semiconduttori – chiamati anche punti quantici o “quantum dots” – con dimensioni di pochi nanometri (nm) di 10-20 nm, gli scienziati hanno raggiunto un’efficienza quantica esterna del 114%. L’efficienza quantica esterna di fotocorrente, di solito espressa in percentuale, è il numero di elettroni che scorre al secondo nel circuito esterno di una cella solare diviso per il numero di fotoni al secondo ad una specifica energia (o lunghezza d’onda) che entra nella cella.

“Nessuna delle celle solari realizzate fino ad oggi mostra un’efficienza della corrente fotonica superiore al 100 per cento ad una qualsiasi lunghezza d’onda nello spettro solare”, ha spiegato NREL in una dichiarazione stampa. “Il lavoro segna un promettente passo avanti verso lo sviluppo di celle solari di prossima generazione sia in tema di energia elettrica che di carburanti solari al fine di renderli competitivi, o addirittura meno costosi, dell’energia da combustibili fossili o nucleare”. Per ottenere questo risultato gli scienziati hanno impiegato un processo chiamato Multiple Exciton Generation (MEG), dove un singolo fotone assorbito con quantitativo sufficientemente elevato di energia è in grado di produrre più di una coppia elettrone-lacuna. I ricercatori hanno realizzato una cella fotovoltaica costituita da vetro anti-riflesso come rivestimento, un sottile strato di conduttore trasparente, uno strato di ossido di zinco nano-strutturato e uno di quantum dot in seleniuro di piombo trattato con etanditiolo e idrazina, e quindi un sottile strato superiore di elettrodi d’oro. I Punti quantici, limitando i portatori di carica all’interno dei loro piccoli volumi, possono raccogliere l’energia in eccesso che altrimenti verrebbe persa sottoforma di calore – e quindi aumentare notevolmente l’efficienza di conversione dei fotoni in energia utilizzabile.

Fonte (rinnovabili.it)
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