sabato 1 ottobre 2011

Energie rinnovabili: facciamo chiarezza!

Come promesso oggi tratteremo l'argomento, purtroppo c'è ancora tanta confusione sulla tematica e ancora peggio non c'è una adeguata diffusione delle informazioni necessarie! Meno male che esiste internet...


Definiamo queste energie derivanti da fonti rinnovabili:
Con il termine energie rinnovabili si intendono quelle forme di energia generate da fonti di energia che si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani" il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future.
La principale caratteristica, quindi, delle fonti rinnovabili è una disponibilità e una capacità di rigenerazione superiori al consumo.
Sono dunque forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili e molte di esse hanno la peculiarità di essere anche energie pulite perché hanno un minore impatto sull'Ambiente e riducono sostanzialmente l’ immissione di sostanze nocive (tipo la CO2) in atmosfera.
Al contrario, quelle "non rinnovabili" sono limitate nel futuro poiché il rapporto tra il periodo di formazione non è equo (anzi) a quello del consumo attuale (in particolare fonti fossili come petrolio, carbone, gas naturale).  Sebbene "non fossile", l'energia nucleare non è catalogabile fra le rinnovabili poiché basata sullo sfruttamento di riserve combustibili limitate di origine minerale, in particolare per quanto riguarda l'energia da fissione e il ciclo di reazione che si basa sull'uranio-235 come combustibile. L'uranio-235 infatti costituisce solo lo 0,7% del totale dell'uranio presente in natura, e in base alle riserve di uranio fino ad oggi accertate si prevede che al consumo attuale, ma a prezzi di estrazione via via sempre più elevati, non ne resti che per 20-30 anni. Anche la Commissione europea si è espressa affermando che il nucleare non è considerabile come fonte rinnovabile.
La classificazione delle diverse fonti è soggetta a molti fattori e quindi risulta difficile, dunque identifichiamole tramite l’inquadramento della normativa europea (direttiva 2003/54/Ce e 2009/28/Ce).

Le direttive europee riconoscono come “fonti energetiche rinnovabili” le seguenti fonti non fossili:

• eolica
• solare
• aerotermica
• geotermica
• idrotermica e oceanica
• idraulica
• biomassa
• gas di discarica
• gas residuati dai processi di depurazione
• biogas
Rispetto alla direttiva del 2003, la più recente direttiva 2009/28/Ce ha aggiunto e definito due nuovi fonti energetiche:
• energia "aerotermica": l'energia accumulata nell'aria ambiente sotto forma di calore;
• energia "idrotermica": l'energia immagazzinata nelle acque superficiali sotto forma di calore.

Siamo riusciti a classificare la maggior parte delle fonti di energia ma dell'incenerimento dei rifiuti (la cosiddetta "termovalorizzazione")?
A proposito della termovalorizzazione è da notare che solo in Italia (in violazione delle direttive europee in materia) viene considerata rinnovabile totalmente l'energia prodotta dalla termovalorizzazione mentre la UE considera invece "rinnovabile" solo la parte organica dei rifiuti (ovvero gli scarti biodegradabili).
Fonte rinnovabile, per la UE, significa quindi riproducibile dal Sole attraverso la fotosintesi e la catena trofica. Tale posizione è condivisa da gran parte dei movimenti ambientalisti, che sostengono di dover scartare da tale conteggio l'energia prodotta dai rifiuti solidi urbani, in quanto questi sono prodotti anche con materie prime fossili o prodotti sintetici non biodegradabili. La sola parte organica dei rifiuti sarebbe dunque da considerarsi realmente "rinnovabile".

Vediamo da vicino l’Italia come si comporta con la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Per lungo tempo la produzione energetica italiana è stata in larga parte rinnovabile, grazie alle centrali idroelettriche dell'arco alpino e dell'Appennino. Oggi  a causa della grande richiesta di energia e all’impossibilità di costruire nuove grandi installazioni idroelettriche, le rinnovabili rappresentano quote minori della produzione.
Nel 2010 l'Italia ha prodotto circa 76,9 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, pari al 22,2% del fabbisogno nazionale lordo, con il 15,8% proveniente da fonte idroelettrica e la restante parte data dalla somma di geotermico, eolico e combustione di biomassa o rifiuti. Con tali valori, l'Italia risulta essere il quinto produttore di elettricità da fonti rinnovabili nell'UE.
È da notare, tuttavia, che solo negli ultimi anni la produzione rinnovabile italiana è cresciuta in maniera significativa grazie ad una sensibile crescita delle fonti eolica e fotovoltaica. Inoltre, nonostante gli incentivi, l'Italia deve anche fare i conti con ritardi legislativi e di adeguatezza delle reti di distribuzione.

In conclusione le nuove tecnologie in via di sviluppo permettono di ottenere energia rinnovabile per il futuro ad un prezzo competitivo risolvendo così il grosso problema della sempre più crescente richiesta di energia.  Un altro punto a favore delle Rinnovabili, inoltre, è che per lo più sono delle risorse locali e cioè delle risorse che garantiscono un minore spreco per il trasporto, maggiore sicurezza nell'approvvigionamento, ed una benefica valorizzazione del territorio con un evidente miglioramento anche economico, incrementando il livello occupazionale locale.


Ci stiamo avviando ad un'era di produzione energetica esclusivamente derivante da fonti rinnovabili ed in Italia avviene in gran parte utilizzando fonti energetiche non rinnovabili, il restante fabbisogno elettrico viene coperto con l'acquisto di energia elettrica dall'estero e in misura minore con fonti rinnovabili! É decisamente arrivato il momento di cambiare!

Lascio un link di collegamento alle normative europea direttiva 2003/54/Ce e 2009/28/Ce (sono file in pdf)
CLICCA QUI PER LA DIRETTIVA 2003/54/Ce    CLICCA QUI PER LA DIRETTIVA 2009/28/Ce

Nel prossimo post parleremo in particolare della produzione di energia in Italia.
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