Fonte (rinnovabili.it)
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“Ora più che mai, sono necessarie nuove fonti di energia sostenibile su larga scala per soddisfare le esigenze globali pur rispettando le preoccupazioni ambientali. Nel corso degli ultimi 40 anni, vari studi nazionali sono stati effettuati sul concetto di energia solare spaziale – ad esempio, utilizzando satelliti a energia solare (SPS) per raccogliere la luce solare e la trasmissione wireless dell’elettricità prodotta alle stazioni sulla Terra”. Nel complesso, il gruppo di studio ha trovato che l’idea di sfruttare lo spazio sia“tecnicamente fattibile”. Secondo gli autori del documento, realizzare le prime e centrali spaziali sperimentali potrebbe essere questione di uno o due decenni basandosi su le tecnologie che si trovano attualmente in fase di laboratorio e tale progetto potrebbe raggiungere la redditività economica in 30 anni. Alla base ci dovrebbe essere un lavoro congiunto tra governi e settore privato in maniera tale da definire la vitalità economica del concept, agendo di concerto con le agenzie spaziali, le università e le organizzazioni non governative. Ovviamente rimangono diverse questioni irrisolte come la presenza dei detriti spaziali, la mancanza di studi di mercato mirati e i costi di sviluppo decisamente troppo elevati, ma per John Mankins, veterano NASA e autore dello studio, “almeno è un inizio”.
Non cancellare il passato ma trasformarlo: senza dimenticare gli errori commessi, riuscire comunque a guardare ad un futuro nuovo, diverso, radioso. Sembra quasi essere questo il messaggio che manda il grande bunker di Amburgo che avrà un sistema solare fotovoltaico sul tetto da 110 kWh ed uno solare termico da 0.6 GWh e che, una volta ultimato, riscalderà 3000 abitazioni, a 1000 delle quali fornirà anche elettricità, con un risparmio di 6600 tonnellate di CO2 annue.
Era stato edificato in soli sei mesi nel 1942 nel distretto di Wilhelmsburg, su progetto dell’architetto Friedrich Tamms, e con le sue grosse pareti doveva offrire ricovero a 30 000 persone, resistendo fino a 8000 colpi al minuto; al suo interno era presente anche un reparto ospedaliero. Adolf Hitler aveva ordinato la costruzione di nove edifici complessivi di questo tipo, dopo un bombardamento sulla capitale da parte della Royal Air Force: così tre ne erano sorti a Berlino, tre ad Amburgo, tre a Vienna.
L’edificio, una sorta di Lego gigante, giaceva piuttosto abbandonato al degrado, non essendo stato predisposto alcun riutilizzo per la sua vasta superficie: ora, oltre a diventare un Energiebunker e la più grande centrale elettrica da energia alternativa d’Europa, ospiterà al proprio interno anche un’area ristoro, un caffè con terrazza panoramica e addirittura un museo che esporrà la storia della costruzione e dell’intera area.La riconversione del sito sarà curata dalla IBA-Hamburg GmbH ed avverrà in tempi piuttosto rapidi, se si pensa che l’intera struttura dovrebbe essere pronta entro i primi mesi del 2013. La Germania conferma la sua vocazione ambientalista, già formalizzata nell’abbandono entro il 2022 del nucleare, e Amburgo mostro di meritare ancora di più il titolo di Capitale Verde d’Europa 2011, conferitole dalla Commissione Europea Ambiente.
Queste misure vengono da un’analisi con la termocamera di un singolo edificio in California (il Powell Structural Systems Laboratory della Jacobs School of Engineering), per un periodo limitato di tempo (tre giorni ad aprile), ma i ricercatori, guidati da Jan Kleissl (assistant professor di ingegneria ambientale) ritengono di aver correttamente estrapolato i dati per estenderli all’intero anno. L’articolo in cui presentano i loro risultati e’ stato sottoposto a peer review e pubblicato su Solar Energy.
La ricerca e’ stata finanziata fino ad ora dalla NASA Graduate Student Research Program fellowship, se dovessero rinnovare il finanziamento, i ricercatori pensano di mettere a punto un modello che permetterebbe a chiunque di calcolare l’effetto raffrescante dei propri pannelli solari sul proprio edificio nella propria zona climatica.
(Fonte www.ecowiki.it)
Effects of solar photovoltaic panels on roof heat transferI lavori inizieranno nel 2012 e potrebbero protrarsi fino all’anno seguente; i numerosi interventi previsti miglioreranno le prestazioni energetiche dell’edificio del 30 %. L’investimento totale si aggira attorno ai 25 mln di euro, interamente stanziati dalla Societè d’Exploitation de la Tour Eiffel, mentre e la supervisione dei lavori sarà affidata allo studio Moatti-Rivière. Gli ambiziosi lavori prevedono il montaggio di doppi vetri lungo le facciate maggiormente sfavorite, che permetteranno una riduzione del 25% sui costi del riscaldamento e climatizzazione; un sistema di raccolta delle acque piovane alimenterà i servizi sanitari risparmiando il 40% del consumo, inoltre sul tetto del padiglione Ferrié verranno installati quattro pannelli solari per una superficie totale di 10 mq, che soddisferanno il fabbisogno d’acqua calda dei due padiglioni, Eiffel e Ferrié, per il 50%. L’energia elettrica sarà completamente prodotta da una mini centrale elettrica, che permetterà una produzione di 4 mila kW l’anno e da quattro turbine eoliche verticali che forniranno 8 mila kWh l’anno. Anche per la Torre Eiffel non potrà mancare un restyling del sistema d’illuminazione, che deviando a favore del LED, consentirà un risparmio superiore al 95%. Così l’edificio simbolo costruito nel 1889 e progettato per durare solo 20 anni, rinascerà completamente, portando con sè la trasformazione dell’intera città.
(Fonte www.rinnovabili.it)