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venerdì 18 novembre 2011

Il mondo del fotovoltaico chiede più concertazione al Governo Monti



Le associazioni di categoria sollecitano al nuovo Esecutivo un cambio di rotta sul sostegno al solare

Scampato il pericolo del varo di norme draconiane per gli incentivi alle rinnovabili nell'ultimo weekend di vita del Governo Berlusconi, il variegato mondo del fotovoltaico guarda con fiducia al neonato esecutivo Monti, a cui chiede più concertazione e scelte più chiare in favore del comparto. I rappresentanti delle associazioni di categoria, intervenuti a un convegno nell'ambito della Fiera Enersolar+, non hanno infatti nascosto le critiche alla precedente gestione.

Come ha spiegato Marco Pigni di Aper «Occorre una discontinuità assoluta con gli ultimi 4 anni, che sono stati caratterizzati da un non governo e dalla non gestione della green economy. Questo momento, con la nascita del nuovo Esecutivo, è quello giusto per un cambio di rotta. Ad esempio, secondo quanto previsto dal quarto Conto energia, a partire dal 2013 sparirà lo scambio sul posto, cosa che scoraggerà il fotovoltaico residenziale. Si tratta di uno dei tanti aspetti da rivedere». Le nuove scelte che riguardano il futuro del comparto dovranno essere prese in tempi rapidi, anche perché, come ha sottolineato Giorgio Ruffini di Azione energia solare, «per via della crescita del solare il quarto Conto energia sta già raggiungendo i budget di spesa prefissati, dunque rischiamo di perdere il mercato».

Più che a nuovi incentivi, per i quali tutte le associazioni di categoria sembrano aver accettato l'idea di una decrescita progressiva, gli obiettivi sono legati a una politica di sostegno a tutto campo, ad esempio attraverso la semplificazione degli iter burocratici. «I costi del fotovoltaico sono scesi del 60% in questi ultimi anni, ma quelli degli iter amministrativi sono rimasti uguali e su questi non possiamo certo intervenire», ha sottolineato Federica Marchini di Assosolare.

Un altro punto su cui gli operatori del fotovoltaico evidenziano la necessità di un cambiamento è il Gse, senza troppi giri di parola accusato di scarsa efficienza nella gestione delle pratiche e del sistema incentivante, anche se in buona parte determinata dalla carenze di organico dell'Ente. C'è anche chi propone, come Assosolare, un intervento nella tassazione al fotovoltaico, al momento ritenuta troppo elevata. Gli operatori sono anche fermi nella richiesta al Governo Monti di una maggiore concertazione e consultazione, dunque niente più decisioni prese in segreto nelle stanze ministeriali, come accaduto per il tanto contestato Decreto Romani.

Ma, per esercitare con maggiore forza un'efficace azione di lobbying, sarà importante che le associazioni riescano a parlare con una voce sola, come raramente accaduto in passato. Se appare difficile concretizzare l'ipotesi di un unico organismo di rappresentanza («Ci sono molti interessi diversi tra le differenti fonti rinnovabili, ma anche tra operatori e filiera industriale» ha sintetizzato Massimo Daniele Sapienza di Assoenergie future), quello che si sta facendo largo è una sorta di modello federativo, in grado di operare una sintesi delle varie istanze delle singole associazioni. «L'obiettivo a medio termine - ha spiegato Pigni - è una grande convergenza di obiettivi e priorità, con la creazione di un sistema di rappresentanza a tutela dell'industria della sostenibilità a 360 gradi, così da incrementare la nostra capacità di lobby».

Fonte (http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/0,1254,24_ART_144826,00.html)

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