domenica 2 dicembre 2012

ANIE/GIFI: il fotovoltaico e il paradosso del riciclo

L’associazione ha inviato alle Istituzioni competenti una serie di proposte per risolvere il problema del riciclo dei moduli, ancora oggi non normato dai requisiti specifici da rispettare.


Secondo quanto stabilito dal V Conto Energia, i produttori di moduli fotovoltaici devono obbligatoriamente essere iscritti a un consorzio dedicato allo smaltimento dei moduli giunti a fine vita: una garanzia sul corretto riciclo di questi materiali, che rischia però di diventare l’ennesima barriera allo sviluppo del settore. L’operazione di riciclo dovrebbe infatti soddisfare una serie di requisiti specifici, sui quali chiede conto anche il Gestore dei Servizi Energetici prima del rilascio degli incentivi, che però ad oggi non sono stati pubblicati. Per ANIE/GIFI, si tratta dell’ennesimo paradosso a causa del quale gli operatori e il mercato del fotovoltaico continuano a perdere credibilità. Per l’associazione, il problema va risolto quanto prima e, nella ricerca di un dialogo costruttivo, ha inviato alle Istituzioni competenti una serie di proposte, che riportiamo integralmente così come sono state diffuse:

  • Obbligo per i produttori di adesione a Consorzi/Sistemi per lo smaltimento dei moduli a fine vita a decorrere da almeno 30 giorni dopo la data di pubblicazione della lista degli stessi sul sito GSE, senza alcuna retroattività;
  • Identificazione in maniera inequivocabile ed esemplificativa del “produttore” dei moduli fotovoltaici;
  • Definizione delle operazioni che devono essere effettuate ai fini di un corretto smaltimento e riciclo;
  • Sospensione della creazione di un database per la tracciabilità del prodotto poiché comporta particolari difficoltà gestionali e aumenti di costo;
  • Redazione di un fac-simile di lettera che i Consorzi devono rilasciare ai propri consorziati affinché il soggetto responsabile non incorra nel rischio di rigetto della tariffa incentivante.
Per il Presidente ANIE/GIFI, Valerio Natalizia, la definizione di un percorso virtuoso fatto di regole chiare e certe è un dovere, soprattutto in virtù di quei 6 miliardi di euro all’anno investiti dai cittadini italiani per lo sviluppo del settore. «Ancora una volta – ha commentato – ci siamo rivolti alle Istituzioni in maniera propositiva e costruttiva cercando il dialogo allo scopo di dare continuità al mercato fotovoltaico, certezze agli operatori ma anche ai clienti finali.
Fonte (rinnovabili.it)



sabato 1 dicembre 2012

Fotovoltaico a casa tua, 10 consigli per la scelta

Dieci domande per capire se vale la pena istallare un generatore fotovoltaico sul proprio tetto di casa e che passi seguire




Cresce l’Italia dei tetti solari e se pensi che anche per te sia arrivato il momento di converti all’energia fotovoltaica ecco tutto quello che devi sapere. Undici domande per scoprire requisiti, costi e benefici di una scelta che convince ogni anno un numero sempre crescente di famiglie

1.Ho deciso di istallare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa. Qualsiasi copertura va bene?
No, è necessario che il tuo tetto abbia un’esposizione tra sud-ovest e sud-est.

2. Come “misuro” l’impianto?
Gli impianti fotovoltaici si misurano in kilowatt di picco dal momento che l’energia solare è intermittente. Di notte,infatti, non importa quanto grandi  siano i moduli installati, l’elettricità ovviamente non viene prodotta. E’ per questo motivo che la potenza nominale si definisce di picco, ovvero la potenza massima erogabile in condizioni ottimali.

3. Questo vuol dire che di notte sto al buio?
Certo che no. Un impianto fotovoltaico è nella maggior parte dei casi connesso direttamente alla rete elettrica (grid connected). Questo significa che si diventa dei veri e propri produttori di energia elettrica. Questa energia viene contabilizzata mediante uno specifico contatore all’uopo installato. Nel frattempo voi continuate a prelevare energia elettrica della rete nazionale. Come sempre, attraverso il fornitore con cui avete il contratto. Alla fine dell’anno si fa un bilancio tra i chilowattora che sono stati prodotti attraverso i moduli sia ceduti alla rete sia quelli consumati. Se il bilancio è in attivo, l’energia elettrica prodotta in più rispetto a quella consumata viene conservata e può essere utilizzata nell’arco di tre anni. Nel caso contrario  si pagherà solo l’energia consumata in eccesso rispetto a quella prodotta (in teoria potresti anche vendere l’energia prodotta in più ma, se sei un privato, non ti conviene).

4. Quanto spazio mi serve?
Per ogni kilowatt di picco occorrono circa 8 metri quadrato di tetto.

5. Faccio confusione con questi kilowatt di picco. Mi traduci in kilowattora che mi ci raccapezzo meglio?
Dipende dalla città in cui ti trovi. Infatti l’insolazione è diversa se il tuo tetto è a Milano, Catania o Roma. Proviamo però a dare un’idea.
A Milano ogni kWp corrisponde a circa 1100 kWh/anno (se il tetto è esposto a sud) e a 1000 kWh/anno se il tetto è esposto a est o ovest; a Roma ogni kWp corrisponde a circa 1300 kWh/anno (se il tetto è esposto a sud) e a 1200 kWh/anno se il tetto è esposto a est o ovest; a Catania ogni kWp corrisponde a circa 1500 kWh/anno (se il tetto è esposto a sud) e a 1350 kWh/anno se il tetto è esposto a est o ovest

7. Troppi numeri, mi confondi le idee. Abito a Roma, ho il tetto esposto a sud, come faccio a sapere di quanti kWp ho bisogno?
E’ semplice. Somma tutti i kWh consumati dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno scorso (li trovi specificati nelle tue bollette) e dividilo per 1300 (quel numeretto che ho indicato nella risposta precedente)

8. Quindi se ho un tetto di 24 mq riesco a installare 3kWp che corrispondono a 3900 kwh. Ma quando inizio a guadagnarci?
Intanto dovresti essere orgoglioso del fatto che ci sta guadagnando l’ambiente. Non sei orgoglioso di aver risparmiato due tonnellate di anidride carbonica con la tua decisione? Ma se sei anche così attento al denaro, provo comunque a risponderti. Anche se non è affatto facile, sai. Per provare ad essere un po’ più tecnici, rispetto ai precedenti decreti il Quinto Conto Energia,  modifica, sostanzialmente il meccanismo d’incentivazione finora basato sul riconoscimento di una tariffa incentivante sull’energia prodotta dall’impianto. Il Quinto Conto Energia, remunera, infatti, con una tariffa omnicomprensiva la quota di energia netta immessa in rete e con una tariffa premio la quota di energia netta consumata in sito. Al di là di molteplici situazioni particolari, tale tariffa è riportata, in funzione della produzione dell’impianto nella seguente tabella (fonte GSE)

Impianti sugli edifici
Intervallo di potenza
[kW]​
Tariffa omnicomprensiva​
[€/MWh]
Tariffa premio sull’energia
consumata in sito
[€/MWh]
1 <= P <= 3 182 100
3 < P <= 20 171 89
20 < P <= 200 157 75
200 < P < 1000 130 48
1000 < P <= 5000 118 36
P > 5000 112 30

Le tariffe omnicomprensive e le tariffe premio sull’energia consumata in sito sono incrementate, limitatamente agli impianti fotovoltaici e agli impianti integrati con caratteristiche innovative, dei premi tra loro cumulabili, per gli impianti con componenti principali realizzati unicamente all’interno di un Paese che risulti membro dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) e per quelli realizzati su edifici con moduli installati in sostituzione di coperture su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto.
Insomma, diciamo così, nel giro di circa otto anni ti sei sicuramente ripagato l’investimento ed inizi a guadagnarci. Se i moduli fotovoltaici sostituiscono coperture in eternit in 6 anni già inizi a guadagnarci.

9. Alternative a questa tariffa omnicomprensiva?
Invece dell’incentivo dal GSE, puoi usufruire dello sgravio fiscale al 50% come per il solare termico e le ristrutturazioni edilizie e risparmiare comunque sulla bolletta elettrica.

10. E se volessi informarmi meglio dove vado?
Ed io che pensavo di essere stato esaustivo. Vai sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Elettrici). Lì trovi tutto.

11. Mi dici tutti i passaggi dal momento in cui decido al momento in cui il mio pannello fotovoltaico inizia a produrre energia?
Fase 1 – Contatto con l’azienda installatrice di pannelli fotovoltaici,
Fase 2 – Sopralluogo tecnico e studio di fattibilità;
Fase 3 – Preventivo e bozza di contratto;
Fase 4 – Firma del contratto ed accettazione del preventivo;
Fase 5 – Scelta della modalità di pagamento;
Fase 6  – Progetto esecutivo ed architettonico con ottenimento dei permessi urbanistici;
Fase 7 – Progetto elettrico esecutivo e computo metrico dei materiali;
Fase 8 – Ordine dei materiali certificati Europei;
Fase 9 – Richiesta  di connessione al gestore della rete (ENEL o ACEA);
Fase 10 – Richiesta della tariffa incentivante al G.S.E.;
Fase 11 – Inizio ed esecuzione dei lavori;
Fase 12 – Direzione lavori edile;
Fase 13 – Coordinazione della sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/08);
Fase 14 – Collaudo elettrico;
Fase 15 – Allaccio dell’impianto alla rete elettrica con istallazione del contatore;
Fase 16 – Consegna dell’impianto.

Quindi cosa aspetti? richiedi un preventivo gratuito cliccando al link in basso, una volta che ci avrai selezionato al resto ci pensiamo noi.

Fonte (rinnovabili.it)

venerdì 23 novembre 2012

L’Ue finanzia la ricerca per l’integrazione del PV in rete

E’ stata avviata a nuova iniziativa che punta a trovare soluzioni al problema dell’integrazione del fotovoltaico in rete, ostacolo che limita l’espansione della rete energetica europea


E’ stato finalmente avviato il progetto finanziato dall’Unione europea, della durata di due anni, nato dall’esigenza di scoprire in che modo si possa integrare al meglio l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico nella rete di distribuzione.
Il progetto, conosciuto con il nome di PV Grid, cercherà di fornire differenti soluzioni per limitare gli ostacoli che al momento bloccano l’integrazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle reti elettriche nazionali.

Condotto da un consorzio di 20 partner tra associazioni nazionali per il fotovoltaico, gestori di sistemi di distribuzione, università e consulenti il programma prenderà in esame le sfide pratiche cercando soluzione che siano al contempo realizzabili ed efficienti e presentandole entro il 2014, anno di scadenza del progetto finanziato nell’ambito del Intelligent Energy for Europe programme.
Il lancio dell’inizia va quindi a completare il progetto PV Legal, che si è concluso lo scorso febbraio e che ha cercato anch’esso di ridurre le problematiche che limitano l’accesso allo sviluppo e all’integrazione del fotovoltaico nella rete europea, ritenuto uno dei limiti maggiori alla crescita energetica del continente.

Fonte (rinnovabili.it)

martedì 13 novembre 2012

Grecia: una “solar tax” sugli impianti fotovoltaici

Il Paese sta pensando d’applicare un’imposta, per i prossimi due anni, sulle istallazioni solari esistenti variabile dal 25% al 35%


Il Parlamento greco ha approvato quattro giorni fa il piano di austerità, accettando in Parlamento il pacchetto di misure richieste dalla troika (Ue, Bce e Fmi). Nel Piano del governo di Antonis Samaras rientra anche un nuovo programma fiscale a carico degli operatori di impianti fotovoltaici. Secondo quanto riferito in questi giorni dal quotidiano Bloomberg, l’intenzione sarebbe quella di applicare alle istallazioni esistenti  e di dimensioni superiori a 10 kW, una “solar tax” per i prossimi due anni come mossa per arginare il deficit apertosi nei conti energetici; la Grecia, che ha speso quest’anno circa 370 milioni di euro in sovvenzioni per le fonti rinnovabili, si unisce così ai quei paesi europei – Spagna, Repubblica Ceca e Bulgaria – che quasi in concomitanza hanno deciso di aggiornare la propria fiscalità energetica andando a tassare il settore solare.

Nel dettaglio l’imposta ellenica andrebbe a colpire gli impianti solari collegati alla rete tra il 2007 e il 2011, traducendosi in un taglio delle entrate di circa il 25%. Per le istallazioni, invece,connesse alla rete tra  gennaio ad agosto 2012 la tassa sui ricavi con una percentuale del  35%. Inoltre, i progetti ammessi nel  periodo attuale  verranno tassati del 29- 35% e dovranno essere collegati alla rete entro la metà di marzo.
Fonte (rinnovabili.it)

lunedì 12 novembre 2012

Da Stanford la prima cella solare all-carbon

I ricercatori del famoso ateneo californiano hanno sviluppato un dispositivo fotovoltaico impiegando esclusivamente componenti in carbonio


Celle fotovoltaiche ad alta efficienza e ad un costo di produzione irrisorio: l’ambizioso obiettivo che la ricerca solare si è imposto è ogni giorno più vicino come dimostra la ricerca condotta da un team di ingegneri di Standford. I ricercatori californiani hanno messo a punto una innovativa cella solare “all-carbon”, dicendo definitivamente addio non solo all'elemento fotovoltaico numero uno, il silicio, ma anche agli altri materiali utilizzati per la fabbricazione degli elettrodi.

“Il carbonio è in grado di offrire prestazioni elevate a basso costo”, ha spiegato Zhenan Bao , professore di ingegneria chimica a Stanford. “Per quanto ne sappiamo, questa è la prima dimostrazione di una cella solare funzionante i cui componenti siano tutti in carbonio”.
A differenza dei rigidi dispositivi al silicio che spopolano sul mercato, il prototipo di film sottile di Stanford è fatto con materiali di carbonio che possono trattati in soluzione e non richiede tutti i passi necessari all'elaborazione convenzionale dei dispositivi solari. Bao e suoi colleghi hanno sostituito l’argento e l’ITO (ossido di indio stagno) utilizzati negli elettrodi convenzionali con grafene, la molecola bidimensionale costituita da soli atomi di carbonio, e dotata di una “straordinaria conducibilità elettrica e proprietà di assorbimento della luce”. Per lo strato attivo invece, gli scienziati hanno usato nanotubi di carbonio e fullereni (uno dei vari allotropi del carbonio).

Uno svantaggio del prototipo realizzato è che assorbe la luce principalmente vicino alla lunghezza d’onda dell’infrarosso, determinando un’efficienza di meno dell’1 percento, ma il team ha promesso di sta già esaminando una serie di soluzioni per incrementare le prestazioni.
Fonte (rinnovabili.it)

sabato 3 novembre 2012

Silicio nero, dal wafer alla cella senza spendere troppo

La Natcore è riuscita a produrre, per la prima volta nei propri laboratori, una cella solare in silicio nero attraverso un processo produttivo scalabile e basso costo


L’impegno degli scienziati della Natcore Technology Inc. è stato premiato. Gli ingegneri della società sono riusciti a produrre per la prima volta una cella solare in silicio nero attraverso un processo produttivo scalabile e basso costo. Dopo aver migliorato la tecnica di incisione dei wafer per donare alla superficie una tonalità di nero mai registrata prima, i tecnici della Natcore hanno impiegato la propria metodologia di deposizione su fase liquida (liquid phase deposition – LPD) per fabbricare una cella nel proprio Centro di Ricerca e Sviluppo a Rochester.

La prossima tappa per la nuova cella solare Natcore è il NREL, il Laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti con il quale la società ha stipulato un Cooperative Research & Development Agreement (CRADA). Il NREL ha recentemente prodotto celle solari con un’efficienza del 18,2% con processi tuttavia meno adatti alla produzione di massa. In base ai termini dell’accordo, i due partner lavoreranno insieme utilizzando tecnologia di passivazione a basso costo della Natcore per raggiungere o superare quella efficienza grazie al fotovoltaico nero. Questo obiettivo potrebbe essere ottenuto combinando la tecnologia LPD con quelle brevettavate dal laboratorio del DoE per la creazione di uno strato nero di silicio antiriflettente integrato in celle solari ad alta efficienza.

Spiega Chuck Provini, Presidente e Amministratore Delegato di Natcore: “Questa cella solare in silicio nero è stata realizzata interamente nel nostro laboratorio. Attualmente il NREL detiene il record d’efficienza per il black silicon, ma  per produrlo hanno impiegato una tecnologia di passivazione che richiede una costosa ossidazione termica. Il nostro processo LPD andrà a sostituire quel passo ingombrante”.
Fonte (rinnovabili.it)

giovedì 25 ottobre 2012

Fotovoltaico: il GSE presenta i risultati dei controlli

L’attività di verifica sul riconoscimento degli incentivi svolta dal gestore ha portato a oltre 315.000 verifiche documentali e circa 3.500


Ben oltre 300mila verifiche documentali e circa 3500 sopralluoghi. Questi i numeri che hanno caratterizzato l’attività di verifica e controllo del Gestore dei Servizi Energetici per il periodo nel corso del 2011 e nei primi 9 mesi del 2012. L’obiettivo di tale azione, che si è andata man mano intensificandosi in questi ultimi anni, è quello di accertare la sussistenza degli idonei requisiti per il riconoscimento di incentivi pubblici alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Gli ultimi controlli effettuati hanno rilevato però un significativo numero di impianti fotovoltaici che presentavano difformità di vario genere, spingendo il GSE ad adottare delle specifiche contromosse.

Nel dettaglio sono stati avviati 8.593 provvedimenti di diniego delle tariffe incentivanti o riconoscimento delle stesse in misura inferiore e 84 provvedimenti decadenziali/interdittivi per gli impianti a causa di dichiarazioni false e mendaci. A ciò si deve aggiungere anche l’attività di controllo condotta dal Gestore in collaborazione con le Autorità Giudiziarie e le Forze dell’Ordine che, nello stesso lasso di tempo, ha “passato al setaccio” 466 impianti per una potenza totale pari a 270 MW, segnalando alla Procura della Repubblica, mediante esposto‐denuncia, 70 casi per i seguiti di competenza; inoltre a seguito di comunicazioni interdittive antimafia rilasciate dalle Prefetture, il GSE ha sospeso o non ha attivato 7 convenzioni per un controvalore pari a circa 7 milioni di euro.
Fonte (rinnovabili.it)

martedì 16 ottobre 2012

USA: avanti tutta per le grandi aspirazioni solari

Il Segretario del Dipartimento degli Interni, Ken Salazar, annuncia l’approvazione della dichiarazione programmatica di impatto ambientale per sviluppo su larga scala del fotovoltaico sui terreni statali

Il segretario degli Interni Ken Salazar

E’ terminata la fase di valutazione dell’impatto ambientale per il mega progetto di solarizzazione dei terreni pubblici negli Stati Uniti. In linea con la strategia energetica del presidente Obama di aumentare la produzione elettrica nazionale, il Segretario del Dipartimento degli Interni, Ken Salazar, ha annunciato in questi giorni d’aver firmato il ROD (Record of Decision) il documento formale con cui si approva il Programmatic Environmental Impact Statement (PEIS) per sviluppo su larga scala del fotovoltaico in sei stati occidentali; la dichiarazione programmatica riguarda l’implementazione, facilitata dal punto di vista burocratico, di progetti fotovoltaici all’interno di 17 Solar Energy Zone (SEZ) in California, Arizona, Colorado, Nevada, New Mexico e Utah, per un totale di 285.000 ettari.

Il PEIS stabilisce inoltre circa 19 milioni di ettari di zone di “varianza”, in cui consentire un ulteriore sviluppo del solare ma senza le scorciatoie disponibili per le SEZ. “L’energia da fonti come l’eolico e il solare è raddoppiata da quando si è insediato il presidente Obama, e con l’evento storico di oggi, stiamo gettando le basi per continuare a espandere le risorse energetiche sostenibili interne alla nostra nazione”, ha commentato il segretario Salazar. “Questa iniziativa fornisce una tabella di marcia per il paesaggio alla pianificazione che porterà ad uno sviluppo del solare più veloce e più intelligente”.
Fonte (rinnovabili.it)

venerdì 12 ottobre 2012

Fotovoltaico: gli Usa confermano i dazi sull’export cinese

Riviste e confermate dal Dipartimento del Commercio statunitense le imposte da applicare all’export solare “Made in China”. La questione è ora nelle mani della World Trade Organization


Primo punto fermo nella diatriba commerciale innescatasi fra Cina e Usa all’interno del mercato fotovoltaico. Lo scorso mercoledì, infatti, il Dipartimento del Commercio statunitense ha annunciato le sue decisioni finali in merito all’indagine avviata sulle importazioni di celle e moduli solari importati negli States dalla Repubblica Popolare cinese. Due erano le questioni poste sulla bilancia: verificare che i prodotti “Made in China” non fossero stati venduti ad un prezzo inferiore  rispetto a quello di mercato e che i produttori cinesi non avessero ricevuto dei sussidi governativi condizionati all’andamento delle esportazioni.
Secondo il Dipartimento, che aveva già imposto dei dazi preventivi in attesa di arrivare a delle conclusioni definitive, il mercato cinese avrebbe effettivamente venduto il propri prodotti fotovoltaici con margini di dumping che vanno dal 18,32% al 249,96, ricevendo al contempo sussidi che vanno dal 14,78% al 15,97% del prezzo di vendita. Ora la parola passa alla World Trade Organization, che prenderà la propria decisione alla fine di novembre; nel caso di una conferma alle valutazioni del Dipartimento del Commercio, Washington potrà ordinare alle proprie dogane di imporre dazi anti-dumping sui prodotti importati.
Fonte (rinnovabili.it)

giovedì 11 ottobre 2012

Fotovoltaico: la Francia premia il Made in Europe

Il governo propone un bonus del 10% sugli incentivi concessi agli impianti solari realizzati su strutture commerciali


Nuove misure a sostegno del fotovoltaico da parte del governo francese. L’annuncio è arrivato in questi giorni dalla Conferenza ambientale organizzata dal Ministero dell’Ecologia cogliendo non poco di sorpresa il settore solare. Soltanto un mese fa il ministro Delphine Batho aveva pubblicato un rapporto dettagliato contenente raccomandazioni pratiche per ridurre l’attuale Feed-in-Tariff riservato ad energia fotovoltaica ed eolica, suggerendo piuttosto modalità di finanziamento alternative.

Ora invece il pacchetto di misure licenziato dell’Eliseo rasserena, almeno in parte, gli animi del comparto che da oggi in poi potrà contare su una nuova premialità per gli impianti realizzati su strutture commerciali: un bonus del 10% riservato agli operatori che impiegheranno esclusivamente moduli prodotti in Europa.

Tra gli elementi più significativi del pacchetto vi è anche la decisione del governo di aumentare le tariffe per gli impianti fotovoltaici residenziali di dimensioni inferiori a 100 kW a 0,184 euro/kWh dagli attuali 0,175 euro/kWh di oggi. “Una decisione – spiega il Ministero dell’Ecologia – che mira a sostenere immediatamente il settore e a mantenere i posti di lavoro in Francia”. Il governo ha inoltre confermato che terrà bandi di gara per l’assegnazione dei progetti oltre 250 kW alla fine del 2012, ma senza fornire alcuna informazione sui volumi di questa iniziativa.
Fonte (rinnovabili.it)

martedì 9 ottobre 2012

Fotovoltaico, Belgio e Olanda si concentrano sul film sottile

Selezionati istituti di ricerca della inter-regione Eindhoven-Leuven collaboreranno per aumentare la competitività di solare CIGS rispetto alla tradizionale tecnologia del silicio cristallino


La ricerca energetica dei Paesi Bassi incontra quella del Belgio per dar vita ad un proficuo sposalizio. Il belga Imec (Interuniversity Microelectronics Centre) e i propri partner nell’iniziativa Solliance hanno annunciato in questi giorni l’avvio, insieme con l’Istituto olandese di Ricerca dei Materiali dell’Università di Hasselt (IMO), del Solar Flare Interreg Project, iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea e dai governi regionali per lo sviluppo di un fotovoltaico thin film ad alta efficienza e basso costo.

Lo sviluppo e l’applicazione dell’energia solare su larga scala è uno dei punti focali della politica climatica europea e della strategia UE 2020. Ecco perché progetto in questione mira a ridurre il costo dell’energia solare attraverso lo sviluppo di una tecnologia a film sottile come possibile alternativa alle celle in silicio. Attualmente però tra le due soluzioni fotovoltaiche c’è un scarto di prestazioni di 4 punti percentuali. L’intento di Solar Flare è quello di riuscire ad accorciare questo gap stimolando l’innovazione e facendo network all’interno delle regioni dell’Eindhoven (Paesi Bassi) e del Leuven (Belgio), per promuovere lo sviluppo di CIGS.

“L’energia solare senza dubbio continua a giocare un ruolo importante nella strategia UE 2020. Per rafforzare la posizione della nostra industria locale in questo mercato globale, la cooperazione transfrontaliera è essenziale. Per questo motivo continueremo a sostenere l’innovazione open nella regione”, spiega Monique Swinnen, vice presidente della provincia di Vlaams-Brabant (Fiandre) e membro del gruppo direttivo Interreg Fiandre-Paesi Bassi. L’iniziativa avrà il compito di valutare il potenziale legato allo sviluppo tecnologico del thin film per le industrie locali ed elaborare un modello di Costo totale di possesso che fornisca i dati necessari ai fini della produzione commerciale.
Fonte (rinnovabili.it)

lunedì 8 ottobre 2012

Miyakonojo, la stazione del treno è fotovoltaica

Una stazione giapponese che ogni giorno vede transitare oltre un migliaio di passeggeri entro marzo 2013 verrà illuminata grazie ad un impianto fotovoltaico da 2 MW di potenza istallata


La compagnia statale Japan Railway Group ha scelto la Siliken per provvedere all’installazione del primo impianto fotovoltaico di questo gruppo ferroviario giapponese.
Il progetto nello specifico prevede la fornitura di moduli solari fotovoltaici per una potenza istallata di 2 MW nell’isola giapponese di Kyushu, dove i lavori iniziati nel mese di luglio dovrebbero terminare entro marzo prossimo e produrre l’energia che servirà per illuminare la stazione di Miyakonojo, che ogni giorno è visitata da oltre un migliaio di passeggeri.

“Siliken ha assunto un impegno strategico per il mercato asiatico, in risposta alle esigenze di soluzioni fotovoltaiche di qualità, segmento” ha dichiarato Ugo Portillo, direttore della Zona Asia-Pacifico “paesi come il Giappone e l’Australia possono raggiungere tassi di sviluppo vicini al 100%, spinti da un aumento della domanda che beneficia del sostegno del governo per promuovere l’uso delle energie rinnovabili.”
Fonte (rinnovabili.it)

sabato 6 ottobre 2012

Fotovoltaico 2.0: una rinascita?

Le proposte che l’Associazione si auspica diventino obiettivi della Strategia Energetica Nazionale, puntano a evitare il collasso del mercato e a far cogliere all’Italia una grossa opportunità

Un picco che tocca i 15,5 GW e che, oltre a coprire più del 6% del fabbisogno energetico italiano, conta oltre 100.000 addetti tra produzione, distribuzione, installazione e indotto. Quella del fotovoltaico italiano è una corsa iniziata più o meno 7 anni fa, assolutamente in linea con il trend di sviluppo registrato a livello internazionale e che nel solo 2011 ha visto investimenti per ben 260 miliardi di dollari. Si tratta di numeri ai quali corrisponde un’atmosfera tutt’altro che florida, a causa di problematiche con le quali il settore deve continuamente fare i conti. L’alternanza tra un conto energia e un altro, la “visione miope” con cui si è guardato all’industria nazionale e le continue modifiche degli assetti normativi hanno seriamente messo a dura prova il settore, non solo per la contrazione del mercato nazionale, ma anche per la mancanza di una visione di lungo termine e quindi di una strategia sulla quale costruire.
Partendo dal presupposto che sarebbe un errore strategico per l’Italia mettere in discussione il sostegno alle rinnovabili, il documento diffuso ieri da GIFI (Proposte GIFI per il FV 2.0) vuole essere uno strumento per ricordare agli organi competenti che quello su cui si sta discutendo non è un settore di soli costi, ma un comparto che potrebbe favorire la ripresa economica del Paese, “attraverso l’incremento del prodotto interno lordo, del gettito fiscale, dell’occupazione” e la contemporanea diminuzione del picco giornaliero della domanda energetica. Il tutto in una cornice di benefici per l’ambiente e la salute umana, perfettamente in linea peraltro con quanto stabilito dai dettami europei.
Per l’Associazione, è giusto guardare oltre il V Conto Energia e adottare soluzioni che permettano al settore di continuare a vivere. Utilizzare i soldi risparmiati grazie allo sviluppo delle FER ed eliminare dalla bolletta elettrica la voce relativa agli oneri generali di sistema potrebbero essere disposizioni utili da introdurre, ma è necessario anche dare la possibilità agli operatori fotovoltaici nazionali, oggi fortemente penalizzati dal costo del denaro, di poter competere “ad armi pari” a livello globale, operazione possibile per GIFI introducendo un fondo speciale per consentire l’accesso al credito a tassi ragionevoli. A ciò si aggiunge la necessità di estendere oltre il 30 giugno 2013 la detrazione fiscale sugli investimenti, ridurre il carico fiscale derivante dai ricavi della produzione di energia, rendere effettivamente operativi i Sistemi efficienti di utenza attraverso il coinvolgimento di tutti gli utenti, rivedere opportunamente lo Scambio sul Posto e, non ultimo, semplificare tutti gli iter autorizzativi.


Presidente Natalizia, come si arriva al fotovoltaico 2.0?
Ci si arriva dopo 5 versioni diverse del conto energia, un sistema di incentivazione nato contemporaneamente anche in altri Paesi e con l’idea di accompagnare il fotovoltaico fino alla grid parity. In questi anni, purtroppo, i vari cambi di programma hanno portato a uno sviluppo non sempre sano e sostenibile del settore e la mancanza di un allineamento europeo delle tariffe ha generato situazioni difficili da gestire, con periodi di vere e proprie esplosioni di mercato e altri in cui ha prevalso la stagnazione della domanda. Adesso arriviamo alla fine del 2012 con una brutta sorpresa: i soldi del V Conto Energia, che avrebbero dovuto condurci almeno alla metà del 2015, basteranno per arrivare a metà o, secondo i più ottimisti, quasi alla fine del 2013. La necessità di trovare strumenti alternativi agli incentivi classici, ricadenti tra l’altro sulle bollette elettriche e quindi sugli utenti in generale, è nata anche dal periodo in cui ci troviamo, con una situazione economica internazionale peggiorata a causa della crisi. Da qui l’esigenza di trovare una soluzione affinché il mercato possa andare avanti. Tutto quello che è stato realizzato ha permesso alle aziende italiane di crescere, svilupparsi e creare occupazione. I 2,5 miliardi di euro all’anno di importazioni di combustibili fossili in meno sono quello che il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito la bilancia commerciale positiva in termini energetici. Non disperdere tutto il patrimonio acquisito in questi anni è per l’Italia una grossissima opportunità.
Come si differenzia il “caso del fotovoltaico” italiano rispetto a quello degli altri Paesi europei?
C’è una sorta di similitudine in alcuni programmi di incentivazione, che hanno guardato con un’attenzione maggiore rispetto al passato ai costi anche per effetto della crisi finanziaria, e in generale a livello europeo i sistemi vanno verso una riduzione graduale della quota di incentivi erogata per il settore, e in alcuni casi sono già in una fase finale. L’aspetto peculiare dell’Italia e l’approccio politico, non sempre attento e giusto. Spesso il settore viene visto come un problema da affrontare e non come un’opportunità di sviluppo. Non si cerca di sfruttare quello che di buono si è creato e quello che di buono si potrebbe creare. Penso ad alcune best practice tutte nostre sul piano dell’accumulo o su quello di sviluppo della smart grid, che, se fossero sostenute a livello politico, potrebbero acquisire un vantaggio competitivo ed essere esportate all’estero.
Se le vostre proposte venissero accolte da chi di dovere, si potrebbe parlare di una rinascita del fotovoltaico?
Non mi piace parlare di rinascita perché almeno oggi ancora non la vedo la morte del settore. Sicuramente c’è stato un rallentamento forte a cui seguirà un ridimensionamento dettato, a mio avviso, da numeri piuttosto elevati del passato. Non possiamo cioè pensare che i 9,4 GW del 2011 siano un riferimento da vedere come termine di paragone per gli anni successivi. Le nostre proposte, se approvate, potrebbero evitare il collasso del mercato e portare all’indipendenza totale dagli incentivi. In ultimo, ci aspettiamo che le aziende del settore abbiano finalmente la possibilità di pianificare gli investimenti, contrariamente a quanto è accaduto in questi ultimi anni.
Fonte (rinnovabili.it)

mercoledì 3 ottobre 2012

Boeing: aperto il primo centro di formazione “green” per piloti

Un simulatore di volo solare, un impianto idrico che funziona grazie al sole e una flotta di veicoli elettrici per i dipendenti hanno dato vita al primo centro di formazione autosufficiente al mondo


La Boeing è pronta a presentare il progetto, primo al mondo nel suo genere, di un centro di addestramento piloti completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. La struttura, realizzata in Turchia dispone di un simulatore di volo che per funzionare sfrutta l’energia del sole mentre per i dipendenti è stata organizzata una flotta di veicoli elettrici.

Lo stabilimento di Antalaya ha aperto le porte il mese scorso e offre tutta una serie di tecnologie verdi. Il sole, infatti, oltre ad alimentare il simulatore permette il funzionamento dei sistemi idrici. Inoltre, il centro  è stato costruito sfruttando sistemi modulari in modo da poter ospitare nel tempo un numero sempre maggiore di simulatori e provvedere alla costruzione di alloggi green per gli studenti che dovranno recarsi al centro per i corsi di formazione.
“Siamo entusiasti di condividere questo progetto con Boeing e guidare il mercato con questo primo centro di formazione sostenibile” ha dichiarato Marty van Veluw, amministratore delegato della International Flight Training Center (IFTC).

Fonte (rinnovabili.it)

martedì 2 ottobre 2012

Ecoquartiere "evergreen" ad impatto Zero

Si chiama “Grow Community”, l’Eco-quartiere in costruzione a Seattle che entro pochi anni ospiterà 131 unità ad emissioni ed energia zero, servito da car-sharing elettrico e orti urbani



Una comunità sempre più green quella che si sta sviluppando nei dintorni della città statunitense di Seattle, che dopo aver accolto lo sviluppo del quartiere Carbon Neutral zHome, si prepara al completamento di un nuovo agglomerato urbano ad alta efficienza energetica ed alta qualità della vita. Collocato esattamente dalla parte opposta dello Stretto rispetto alla cittadina di Issaquah che ospita zHome, la nuova comunità sostenibile battezzata “Grow Community” sorge vicino a Winslow sulle Bainbridge Island.
Gli 8 ettari dell’area  net-zero energy si svilupperanno secondo una serie di micro-quartieri composti da più unità abitative dislocate attorno ad un unico giardino. Una volta ultimato Grow Community comprenderà complessivamente 131 unità abitative, distribuite tra 50 unifamiliari in vendita ed 81 nuclei plurifamiliari per l’affitto. Al momento sono state completate tre unità tipo che serviranno a promuovere Grow Community, mostrando le notevoli potenzialità per quanto riguarda l’efficienza energetica, i consumi ridotti, ed ovviamente anche la funzionalità e il design delle abitazioni.
Questo quartiere rappresenta inoltre la prima One Planet Community del Nord America, un sistema di certificazione istituito per realizzare Comunità sostenibili sia dal punto di vista energetico che per gli stili di vita dei suoi abitanti.


CARBON NEUTRAL – Le abitazioni che compongono la Grow Community, progettate dal team della Davis Studio Architecture + Design, sono delle vere e proprie bioarchitetture, alimentati unicamente dall’energia rinnovabile proveniente dai pannelli fotovoltaici e di conseguenza ad emissioni zero. Inoltre la parziale prefabbricazione di alcuni elementi strutturali in legno ed acciaio, consente di velocizzare il processo costruttivi e l’assemblaggio, dimezzando gli sprechi ed i consumi, ma senza perdere qualità ed efficienza. Basta una settimana per assemblare la struttura edilizia, passando immediatamente agli impianti ed agli elementi tecnologici, pronti in meno di 4 mesi.

EFFICIENZA ENERGETICA – Oltre ai pannelli fotovoltaici posti sulle coperture, ciascuna abitazione è servita dal solare termico per l’ACS e per il sistema di climatizzazione, integrato alla pompa di calore, ai ventilatori con recupero di calore ed ai pannelli radianti a pavimento. Completano il quadro dell’efficienza gli elettrodomestici in classe A++, l’elevato isolamento dell’involucro esterno e delle finestre.

SALUBRI E SICURE – Solo materiali naturali e certificati verranno impiegati per la costruzione dell’eco-comunità, mettendo al bando VOC, collanti e sigillanti chimici e quasi completamente il PVC, preferendo invece il legno e gli isolanti naturali.

CAR SHARING ELETTRICO - Dimenticatevi assicurazioni, leasing e finanziamenti, nel nuovo insediamento di Seattle ciascun abitanti avrà la possibilità di servirsi della flotta di auto elettriche per il car-sharing. Ad integrare il trasporto privato ci penserà la fitta rete di trasporto pubblico collocata ai confini degli otto acri della green community e perfettamente servita dalla trama dei percorsi ciclo-pedonali calibrati apposta per la nuova comunità.


COMMUNITY FARM – Oltre ad essere inserito in un contesto ricco di spazi verdi, Grow Community permetterà ai suoi futuri abitanti di realizzare una serie di orti urbani a disposizione dell’intera comunità, dove coltivare  cibi di prima necessità, trasformandola in tutti gli effetti in una comunità a basso impatto ambientale.

Al momento le eco-abitazioni già costruite sono tre, Ocean, Everett, Aria, a completamento della prima fase di sviluppo indispensabile per iniziare a promuovere la comunità in costruzione, raccogliendo una parte dei finanziamenti necessaria al completamento, direttamente dai futuri abitanti. Le richieste sono già numerose, in parte per il prezzo decisamente abbordabile per questa zona (300 mila dollari, rispetto ai 550 della media locale), ma soprattutto per il risparmio futuro che si potrà ricevere abitando in queste Eco-abitazioni ad alta efficienza.

Fonte (rinnovabili.it)


lunedì 1 ottobre 2012

In arrivo taxi elettrici, alimentati con fotovoltaico

Il primo impianto fotovoltaico in una centrale taxi a Roma


Il taxi del futuro, a Roma, è elettrico e alimentato con pannelli fotovoltaici. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato ospite del presidente della cooperativa 3570, Loreno Bittarelli, per la presentazione di "Via col verde", iniziativa promossa dalla cooperativa nell'ambito del progetto cooperativo "Roma sceglie sostenibile".
In pratica, viene attivato un impianto fotovoltaico a servizio della sede della cooperativa per la ricarica dei taxi elettrici, i primi dei quali cominceranno a circolare sulla strade di Roma a partire dall'inizio del 2013", ha spiegato Bittarelli. L'impianto, inoltre, "alimenterà - ha detto ancora il presidente del 3570 - la centrale operativa, gli uffici amministrativi, il laboratorio tecnico, l'impianto di autolavaggio e tutte le attività accessorie. Inoltre, ci sarà la possibilità di caricare i taxi elettrici sotto le pensiline".
Bittarelli si è detto ottimista perché "speriamo di riuscire a partire con i primi 20 taxi elettrici all'inizio dell'anno prossimo". "L'iniziativa - ha detto Alemanno - colloca il mondo dei tassisti romani all'avanguardia in un processo di innovazione della città. Questa categoria è spesso dipinta in maniera sbagliata e invece sono convinto sia una risorsa per la città aperta alle novità".

Fonte (ansa.it)



sabato 29 settembre 2012

Sequestrati 11 milioni e 3 impianti fotovoltaici

Beni per 11 milioni di euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo dalla Guardia di finanza di Brindisi 


Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Brindisi hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo “per equivalente” di somme di denaro e beni del valore complessivo di undici milioni di euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Brindisi  su richiesta del Procuratore Aggiunto.
Tale provvedimento rappresenta l’ulteriore esito delle indagini che, in data 17 aprile 2012, portarono al sequestro di tre impianti fotovoltaici siti in agro di Brindisi e San Pietro Vernotico che erano stati realizzati mediante lottizzazione abusiva e trasformazione urbanistica dei terreni senza la prescritta autorizzazione.
Le ulteriori investigazioni hanno consentito di giungere alla contestazione, nei confronti di due indagati del reato di falso in certificati, falso in atto pubblico commesso da privato ed indebita percezione di contributi pubblici nonché di sei società ritenute anch’esse responsabili di illeciti ai sensi del D.Lvo. 231/2001.
In particolare è stato riscontrato che il legale rappresentante pro-tempore delle società proprietarie degli impianti, unitamente ad un tecnico incaricato dalle stesse, hanno falsamente attestato, al Gestore dei Servizi Energetici, di aver rispettato gli obblighi previsti dagli Strumenti Urbanistici e dal Regolamento Edilizio nonostante non avessero la disponibilità del prescritto titolo autorizzativo regionale, al fine di percepire contributi pubblici non spettanti per complessivi 182 milioni di euro, di cui undici milioni già erogati e pertanto oggetto di sequestro.
Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo risultano somme di denaro per un ammontare complessivo pari ad euro 4.690.132,03, tre parchi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico) e quote societarie.
Al termine delle attività è stato informato il Gestore dei Servizi Energetici, al fine di avviare la procedura di sospensione degli incentivi non ancora erogati pari a 171 milioni di euro.

Fonte (rinnovabili.it)

giovedì 27 settembre 2012

Fotovoltaico olografico possibile concorrente della tecnologia a film sottile

Il pannello fotovoltaico a tecnologia olografica rappresenta una tra le novità più interessanti del settore. La notizia giunge dall’ Instituto Holografico Andaluz che ha deciso di realizzare un pannello dove la luce è unita da un sistema di lenti con due raggi laser monocromatici.
Da un punto di vista tecnico i vantaggi sono diversi perché, colpendo una precisa porzione di pannello si aumenta l’efficienza della cella e questo evita di doverne utilizzare di alta qualità. La rifrazione con il variare dell’angolazione effettuata uno spostamento minimo che non incide sulla cella.
Il numero di celle può essere anche ridotto e questo rappresenterebbe una spesa inferiore con un più semplice smaltimento dei prodotti in silicio. Questi importanti vantaggi rappresentano delle novità di un certo rilievo proprio perché in questo momento la tendenza è quella di ottimizzare la resa del pannello cercando però di mantenere contenuti i costi per la realizzazione dello stesso. Si provano infatti ad usare materiali semplici che però sappiano garantire una resa ottimale e questo connubio non riesce sempre perfettamente mentre con la soluzione dei pannelli a concentrazione olografici si realizza un ottima efficienza e una spesa contenuta.
Per avere le certificazioni necessarie che gli consentano di commercializzare questo tipo di pannello è necessario dimostrare il rapporto efficienza/prezzo. Per queste nuove tecnologie al momento gli incentivi sono davvero limitati e questo non consente di avere uno sviluppo ampio sul territorio tale da consentirne una migliore conoscenza. Il fotovoltaico a film sottile è invece una tipologia piuttosto consolidata con costi di produzione bassi che, nel caso in cui la soluzione del fotovoltaico olografico avrebbe mercato, ci sarebbe un effettiva concorrenza tra le due tipologie.

Fonte (pienosole.it)

martedì 25 settembre 2012

Fotovoltaico: in Europa due terzi delle nuove istallazioni

L’UE ha raggiunto nel 2011 una capacità cumulativa di 52 GW fotovoltaici, potenza sufficiente a soddisfare i bisogni elettrici di un paese come l’Austria


Due terzi di tutte le nuove istallazioni fotovoltaiche registrate per il 2011 appartengono all’Europa, per una capacità totale di 18,5 GW su 27,75 GW. Lo rivela il Centro comune di ricerca della Commissione Europea (JRC) con un nuovo rapporto pubblicato in questi giorni sul proprio sito che riassume e valuta le attività in corso, in materia di produzione, di politiche e di mercato. Secondo la relazione, la capacità fotovoltaica dell’Unione ha raggiunto lo scorso anno il valore cumulativo di 52 GW, abbastanza per soddisfare con il sole i bisogni elettrici di un paese come l’Austria, che corrisponde al 2% del fabbisogno comunitario durante i mesi invernali.
Il merito è in parte di un’industria fotovoltaica cresciuta in Europa con una media di oltre il 40% l’anno a cui si devono sommare i benefici ottenuti dalla diminuzione dei costi di produzione di circa il 60%. Inoltre, per il secondo anno consecutivo, l’energia solare è stata la fonte rinnovabile che ha attirato la maggior parte degli investimenti, con un totale di 98,5 miliardi di euro in tutto il mondo, di cui due terzi si sono concentrati nel vecchio continente assicurando a Germania, Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Francia la leadership all’interno dei Ventisette e non solo, in termini di capacità fotovoltaica.
Lo studio non nasconde le ombre che oggi appannano l’egemonia europea. Sul fronte manifatturiero la crescita annua più rapida nel corso degli ultimi cinque anni è stata osservata in Asia, dove la Cina da sola rappresenta oltre 50% della produzione fotovoltaica mondiale. Tuttavia, sostiene il JRC, gli scambi commerciali tra Europa e Asia sono ancora fondamentali dal momento che l’UE vanta tuttora un ruolo guida nel settore della ricerca e sviluppo solare.
Fonte (tuttogreen.it)

giovedì 20 settembre 2012

Chernobyl prova a rilanciarsi con le energie rinnovabili

A 26 anni dal disastro di Chernobyl, si studia ancora il modo di rilanciare quell’area ecologicamente compromessa, stimata intorno ai 2.600 km/q; ai quali vanno ovviamente sommati altrettanti in Russia e Bielorussia attorno all’area maggiormente colpita nel disastro nucleare del 1986.

In questo primo progetto approvato nel corso dell’estate dall’Ucraina, l’obiettivo principale è di dare una seconda vita ai terreni praticamente inutilizzabili; oltre che fornire un segnale concreto dell’impegno politico sull’intera faccenda. Secondo il progetto, Chernobyl sarebbe addirittura candidata a diventare un vero polmone nella produzione di energia elettrica, ma da fonti verdi.
Pannelli fotovoltaici, pale eoliche e impianti di cogenerazione si occuperebbero di smaltire la grande quantità di legno ancora contaminata dall’esplosione della centrale nucleare a distanza di oltre 26 anni. Insomma, un radicale cambiamento positivo.
In particolare, l’obiettivo che l’Ucraina ha intenzione di raggiungere entro il 2015 è quello di avere una produzione da fonti rinnovabili pari al 10% della richiesta del Paese, cifra che raddoppierà entro il 2030. Numeri e grandi aspettative che per ora esistono solamente sulla carta ma che si auspica possano diventare realtà, evitando colpi di mano che potrebbero avvenire all’ultimo minuto, come accaduto per i 35 milioni di euro destinati alla costruzione di un nuovo reparto oncologico nell’ospedale pediatrico Oxkhmatdyt di Kiev; mai arrivati nonostante le promesse, ma sono stati addirittura utilizzati per finanziare parte degli investimenti di Euro 2012.
Oltre allo scetticismo prevalentemente di natura politica, ce n’è uno prettamente tecnico: secondo le stime dell’agenzia Itar-Tass, l’intero processo di bonifica dell’area di Chernobyl avrà una durata superiore ai 100 anni. Uno spazio di tempo a cui si aggiungono tutt’ora le conseguenze delle radiazioni sulle popolazioni residenti nei pressi dei reattori o, in modo ancora più inquietante, sui ‘figli di Chernobyl‘, cioè i bambini nati a ridosso del disastro nucleare. I quali nascono ancora malformati e molti di loro, crescendo, si ritrovano ula tiroide ingrossata, con tutte le disfunzioni ormonali e i problemi di salute che essa comporta.

Fonte (tuttogreen.it)

martedì 18 settembre 2012

Solare: la Danimarca raggiunge oggi l’obiettivo del 2020

Entro la fine dell’anno, la nazione taglierà il traguardo dei 200 MW segnato sul proprio PAN per la fine di questo decennio


Nel Piano Nazionale aveva calcolato di raggiungere una potenza solare, installa sul territorio nazionale, di 200 MW entro il 2020. Ma i sostanziosi incentivi rilasciati dal governo hanno fatto davvero miracoli e la Danimarca si appresta a tagliare il traguardo già entro la fine dell’anno. Ad annunciarlo il ministro degli Affari Esteri spiegando che la capacità fotovoltaica nazionale sta crescendo ad un ritmo di 36 MW al mese. Secondo i principali nomi del settore energetico danese questo rinnovato sviluppo si dovrebbe tradurre entro il 2020 in un GW di potenza e in 3,4 GW entro il 2030. Valori tutti positivi che non possono che rendere soddisfatto il Governo impostosi come obiettivo di coprire il 35% del suo mix di approvvigionamento con le fonti rinnovabili entro la fine del decennio e di renderlo completamente verde la propria energia al 2050.”
La domanda di celle solari è aumentata drammaticamente dall’attivazione del net-metering (scambio sul posto) nel 2010”, spiega Kim Schultz Project manager di Invest alla rivista PV-Tech. “Il sistema dà ad abitazioni private e istituzioni pubbliche la possibilità di stoccare il surplus di produzione nella rete pubblica, il che rende i pannelli solari molto più attraenti”. “La Danimarca – continua Schultz –  possiede un sistema energetico unico con una quota di rinnovabili molto elevata (22%). Questo lo rende particolarmente adatto come piattaforma per le tecnologie di Smart Grid, che costituiscono un elemento chiave per sfruttare appieno le fonti di energia verdi come il solare e l’eolico”.
Fonte (rinnovabili.it)

lunedì 17 settembre 2012

Strategia Energetica Nazionale: passi avanti e passi indietro

Anche se manca la versione ufficiale della Strategia Energetica Nazionale (SEN), le bozze in circolazione (un centinaio di pagine) ne consentono una prima valutazione. Salta subito agli occhi la discrasia fra il richiamo, nella premessa, alla roadmap europea al 2050 e l’orizzonte temporale del documento (2020).


Anche se manca la versione ufficiale della Strategia Energetica Nazionale (SEN), le bozze in circolazione (un centinaio di pagine) ne consentono una prima valutazione.
Salta subito agli occhi la discrasia fra il richiamo, nella premessa, alla roadmap europea al 2050 e l’orizzonte temporale del documento (2020). Per molti impianti energetici l’intervallo fra la decisione di investire e l’entrata in esercizio è di questo ordine di grandezza. Una considerazione analoga vale per il tempo richiesto per approvare e rendere operative  le misure previste dalla SEN. Otto anni sarebbero quindi un orizzonte troppo limitato, anche se non esistesse il problema di garantire uno sviluppo energetico a lungo termine coerente con la roadmap europea al 2050. Ad esempio, il Regno Unito nella sua strategia energetica del 2011 ha assunto come orizzonte temporale il 2030.
Pur con questo limite, il documento esamina tutti i settori energetici rilevanti e per ciascuno definisce con sufficienze chiarezza quali sono risultati attesi. Riflette quindi in modo adeguato la complessità del panorama energetico nazionale e internazionale, caratteristica in larga misura carente nei vecchi piani energetici.
Un passo avanti rispetto al passato si ha anche nell’indicazione delle misure attuative necessarie; ma spesso la loro definizione non è però abbastanza definita o coerente con gli obiettivi assunti.
Per quanto concerne le rinnovabili, va sottolineato che il tetto posto agli incentivi per quelle elettriche, di fatto coincidente con la somma di quelli del V conto energia e del decreto del luglio scorso sulle altre rinnovabili elettriche, non consentirebbe di portare il loro contributo ai consumi finali da poco meno del 27%, previsto dal PANER, al 38%. Analogamente, non si comprende come si possa innalzare al 20% l’apporto delle rinnovabili termiche, quando per il conto energia termico si prevede a regime un tetto delle incentivazioni di soli 900 milioni di euro all’anno.
E’ infine stridente il contrasto fra l’importanza data al contributo energetico delle biomasse e l’assenza totale di misure per la gestione razionale del patrimonio forestale del nostro paese: in caso contrario, gli ambiziosi obiettivi assegnati alle biomasse non potranno realizzarsi per mancanza a costi accettabili di materia prima qualitativamente e quantitativamente adeguata. Quasi non bastasse, si esclude in modo drastico l’utilizzo del biometano, giudicato troppo costoso, ignorando quanto viceversa prescritto dal Decreto legislativo 28/2011.
Ancora più evidente è l’assenza nelle bozze di SEN di un’analisi dei  possibili conflitti o delle potenziali contraddizioni che possono insorgere fra i diversi obiettivi settoriali. Per ragioni di spazio, mi limito a un solo esempio.
Ridurre nel 2020 del 4%  la domanda complessiva di energia rispetto al  2010 e dal 45% al 36%  la copertura con cicli combinati della domanda elettrica (assunta costante nel decennio) diminuirà significativamente il fabbisogno di gas: in altra parte del documento si propone però un notevole incremento delle infrastrutture di importazione,  per aumentare la sicurezza energetica e diventare un hub europeo del gas. Il secondo obiettivo richiederà prezzi del gas allinearti a quelli europei, e la bozza di SEN indica gli strumenti per arrivarci.  In altre parti del documento i costi di investimento nelle infrastrutture essenziali per garantire nel medio periodo sufficiente capacità di import e di stoccaggio vengono però messe a carico del sistema (in pratica della bolletta del gas), a cui andrà a sommarsi l’incentivazione per lo sviluppo delle rinnovabili termiche. Sono misure di segno contrario all’obiettivo di ridurre i prezzi del gas all’interno del paese, ma la SEN non se ne preoccupa, quindi ignora anche che  costi più elevati del gas si tradurrebbero in costi maggiori del kWh, i quali a loro volta potrebbero impedire in toto o in parte la prevista riduzione dell’import di elettricità (dal 13 al 6%). Se ad esempio si restasse alla percentuale odierna, l’apporto nel 2020 alla domanda dei cicli combinati scenderebbe al 30%, creando una situazione economicamente insostenibile per i produttori interessati, anche se si verificassero tutte le non piccole fuoriuscite di altre tipologie di impianti previste nel documento. Se si volesse evitare il disastro, sarebbero necessarie misure ad hoc, a loro volta destinate a gravare sui costi del kWh; oppure basterebbe un contributo delle rinnovabili molto più basso di quello indicato nel documento (e allora si spiegherebbe l’assenza di strumenti adeguati a garantirne loro sviluppo).
L’assenza di queste e di altre, analoghe analisi su possibili conflitti e contraddizioni si traduce in proposte di obiettivi che possono accontentano gli stakeholder dei singoli settori, ma rendono difficile la loro realizzazione.

Fonte (rinnovabili.it)

martedì 11 settembre 2012

Legambiente premia i comuni del solare

A conclusione del Campionato Solare 2012 Legambiente ha messo in evidenza l’importanza di fotovoltaico e termico per la sicurezza energetica nazionale


Sono quasi tutti del nord Italia i comuni vincitori del campionato solare 2012 di Legambiente, che li ha eletti per sottolineare l’importanza della rivoluzione energetica di cui sono protagonisti. Cigliano, Bentivoglio, Narni e Forlì sono i vincitori della competizione, organizzata da Legambiente grazie alla collaborazione di Sorgenia e Gse, simboli di una produzione energetica che non danneggia l’ambiente e allontana le nazioni dalla dipendenza dai combustibili fossili.
La premiazione, avvenuta ieri in occasione della Fiera ZeroEmission in svolgimento a Roma ha assegnato una menzione speciale a Bologna per aver realizzato la prima mappa solare in italia, che riporta online il numero e la localizzazione degli impianti termici e fotovoltaici del suo territorio. La competizione tra comuni che hanno istallato moduli fotovoltaici e termici, nata per stimolare la crescita e la diffusione dello sfruttamento della fonte solare a fini energetici, aiuta a capire quale sia in realtà il ruolo delle fonti rinnovabili nel mix energetico italiano, dove spesso la produzione domestica supera il fabbisogno.
“I premiati sono in testa alle classifiche non solo per i punteggi raggiunti – spiega il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – ma anche per precise scelte di politica energetica, che hanno permesso di spingere l’innovazione e aiutare in questa direzione cittadini, associazioni, imprese. Questi Comuni sono la migliore fotografia del futuro dell’energia e mostrano come un modello energetico distribuito, rinnovabile ed efficiente sia oggi quanto mai nell’interesse dell’Italia e delle sue famiglie”.
Un successo, quindi, che va oltre le polemiche e i recenti tagli ai sussidi come ha ricordato Zanchini affermando “la prospettiva per il solare in Italia risulta difficile perché è al centro di una campagna mediatica che vorrebbe fermarne lo sviluppo evidenziandone solo gli impatti negativi in bolletta (quando il peso degli aumenti è dovuto principalmente all’aumento del prezzo del petrolio) e quelli paesaggistici dovuti agli impianti a terra. Queste accuse sono chiaramente interessate e ipocrite, spinte da chi vuole salvare impianti vecchi e inquinanti per evitare che lo scenario energetico italiano cambi davvero” ha concluso con la speranza che il governo incentivi nuovamente il fotovoltaico.
LA CLASSIFICA del campionato mette in luce i risultati più importanti tenendo conto della potenza istallata in relazione alla popolazione residente e al fabbisogno e assegnando punti bonus ai comuni che hanno favorito il diffondersi degli impianti attraverso politiche energetiche ad hoc, oltre che alle realtà che per istallare i propri moduli hanno scelto aree degradate e in disuso.
Per i piccoli comuni entro i 5000 abitanti a vincere è stato Cigliano, in provincia di Vercelli, che ha ottenuto 3.084,40 punti grazie ai suoi 17,8 MW di impianti solari fotovoltaici e 199,75 mq di solare termico.
Bentivoglio, in provincia di Bologna, ha ricevuto il primo premio tra i comuni di medie dimensioni (tra 5.000 e 20.000 abitanti) con 112 impianti  per una capacità istallata di 15,9 MW complessivi di impianti fotovoltaici a cui quali vanno ad aggiungersi 20,68 mq di solare termico.
Per i Comuni Medio Grandi (tra 20.000 e 100.000 abitanti) vince Narni, in provincia di Terni con 45 MW di impianti pv e 47,27 mq di solare termico mentre Forlì, con 664 mq di solare termico e 37 MW di pannelli fotovoltaici si piazza in cima alla classifica dei Grandi Comuni, ovvero quelli con oltre 100mila abitanti.
Dopo aver menzionato i vincitori della competizione Legambiente ha inoltre voluto ricordare che prende il via oggi la “Mappatura del Solare” di Legambiente grazie alla quale, collegandosi al sito www.campionatosolare.it cittadini, enti, amministrazioni pubbliche e aziende private possono mappare il proprio impianto solare, termico o fotovoltaico.

Fonte (rinnovabili.it)

venerdì 7 settembre 2012

Fotovoltaico: Bruxelles indaga sull’export cinese

La Commissione Europea apre la procedura d’indagine sulle presunte pratiche di dumping. Pechino: “profondo rammarico per la decisione”

A nulla è valsa l’intermediazione della cancelliera Merkel, né le minacce, più o meno esplicite, pronunciate dalla Cina. La Commissione europea ha annunciato questa mattina che indagherà sulle presunte pratiche di dumping messe in atto da Pechino sulla produzione interna di moduli fotovoltaici. Come già successo negli Stati Uniti, l’inchiesta segue una denuncia presentata da un gruppo di società europee solare, guidate da SolarWorld, che a luglio hanno presentato un reclamo per ottenere dazi sull’export “made in China”, nella speranza di replicare quanto ottenuto dall’industria pv americana.
Secondo l’associazione Eu ProSun, la coalizione composta da 20 grandi compagnie europee attive nel settore, “Le compagnie cinesi hanno conquistato più dell’80% del mercato dell’Unione Europea per prodotti solari partendo virtualmente da zero pochi anni fa. I produttori dell’Unione Europea possiedono le migliori tecnologie solari del mondo ma vengono battuti nel proprio mercato per via dell’esportazione sottocosto illegale dei prodotti solari cinesi sotto il loro costo di produzione”.
La verità è che il mercato asiatico spaventa – solo nel 2011 la Cina ha venduto circa 21 miliardi di euro in pannelli e componenti solari all’Unione europea nel 2011 – tanto da far propendere verso nuove politiche protezionistiche anche paesi che hanno già inseriti nei loro Feed-in –tariff premialità per moduli e componenti fabbricati nella Comunità europea. Senza contare che, complice ovviamente l’attuale crisi economica finanziaria, l’industria del Vecchio Continente conta già le prime vittime di questo mercato sempre più competitivo come dimostra il colosso tedesco Q-Cells, costretto a cedere le proprie attività al gruppo sudcoreano Hanwha, che rileva così 1.250 dipendenti su un totale di circa 1.550 e la maggior parte del Gruppo.
E mentre Bruxelles studia il caso per capire se il sotto costo cinese stia davvero danneggiando l’industria europea, la risposta della Repubblica Popolare non si fa attendere. “La Cina esprime profondo rammarico per la decisione”, ha commentato il portavoce del Ministero del Commercio Shen Danyang. “Le limitazioni ai prodotti solari della Cina non solo ledono gli interessi della nostra industria quanto di quella europea, ma possono anche distruggere il sano sviluppo del settore globale dell’energia solare”. Shen ha esortato l’Unione europea a “prendere seriamente in considerazione la posizione della Cina e le proposte, e di risolvere l’attrito sul commercio pannello solare attraverso consultazioni e la cooperazione”.
DUE FAZIONI INCONCILIABILI La notizia ha fatto piacere a molti e soprattutto a Milan Nitzschke, Presidente di EU ProSun, ha dichiarato: ”La Commissione Europea ha compiuto oggi un grande passo verso la salvaguardia del settore delle tecnologie sostenibili e di una base produttiva più ampia in Europa. Le compagnie cinesi stanno esportando prodotti solari sottocosto in Europa, con un margine di dumping compreso tra il 60% e l’80% che le porta a registrare perdite importanti pur senza finire in bancarotta perché finanziate dallo Stato”. Pratiche sleali di concorrenza a giudizio di Nitzschke  che hanno condotto oltre 20 importanti produttori europei al fallimento nel corso del 2012.
Di tutto altro parere l’Alleanza per un’Energia Solare Accessibile (AFASE) che ha chiesto oggi alla Commissione europea di opporsi a scelte protezionistiche “Il libero scambio è stato uno dei fattori che ha consentito all’industria fotovoltaica europea di svilupparsi rapidamente. In un momento in cui i governi europei stanno riducendo gli incentivi per l’energia solare, eventuali barriere commerciali potrebbero far aumentare i costi e danneggiare irrimediabilmente la competitività di questa fonte di energia”, afferma Thorsten Preugschas, CEO dell’azienda tedesca Soventix ed affiliato ad AFASE. “Di conseguenza, chiediamo alla Commissione Europea di considerare i gravi danni che eventuali dazi causerebbero all’intera industria europea del solare”.
Fonte (rinnovabili.it)

mercoledì 5 settembre 2012

Fotovoltaico: dagli USA il sole artificiale che aiuta la ricerca

Un nuovo simulatore solare promette di mandare in pensione le tradizionali lampade ad arco di xeno normalmente impiegate per testare i materiali fotovoltaici


Come si fa ad essere sicuri che i test effettuati in laboratorio sul fotovoltaico si avvicinino il più possibile alle condizioni reali a cui saranno sottoposte celle e moduli una volta istallati? Semplicemente creando in laboratorio il proprio sole. Si sono lanciati nell’impresa i ricercatori del Physical Measurement Laboratory mettendo a punto una nuova fonte di luce solare portatile da utilizzare per testare le prestazioni e l’efficienza dei materiali fotovoltaici. Questo simulatore si base sulle proprietà dei laser per generare uno spettro quasi identico alle lunghezze d’onda della luce, 450-1750 nm, producendo un fascio concentrato che può essere facilmente adattato per esaminare l’ultima generazione di dispositivi fotovoltaici in nanoscala o in celle multistrato.
“La sorgente di luce convenzionale per testare i materiali fotovoltaici è la lampada ad arco di xeno”, spiega Tasshi Dennis della divisione Quantum Electronics and Photonics. “Possiede molta energia e uno spettro ‘decente’, ma la luce è emessa in tutte le direzioni, e non è l’ideale per testare i materiali multigiunzione più recenti dove ogni sezione risponde a una particolare banda dello spettro”. Uno dei principali vantaggi di questo metodo secondo gli scienziati è che la luce emessa è monomodale, vale a dire: tutte le frequenze dei componenti hanno la stessa distribuzione spaziale e formano un unico raggio. Il sistema non è ancora perfetto però. I ricercatori stanno cercando di risolvere alcune criticità tra cui l’assenza di produzione di raggi ultravioletti.
Fonte (rinnovabili.it)

lunedì 3 settembre 2012

Celle solari double face, per aumentare ancora di più la resa


Perché raccogliere l’energia del sole da un unico piano anziché dotare le celle fotovoltaiche di due ‘facce’  egualmente ricettive? È quello che devono aver pensato i produttori dell’azienda israeliana B-Solar, che hanno appena presentato un’innovativa gamma di celle solari "fronte-retro", in grado cioè di captare la luce del sole su entrambi lati.

Questo vuol dire guadagnare il 50% in più della resa energetica di una normale cella ‘unidirezionale’ e ottimizzare con un unico supporto l’energia derivante dal sole.
Le celle fotovoltaiche bifacciali B-Solar sono in grado di sfruttare sia la luce solare diretta che quella indiretta e diffusa, aumentando notevolmente la quantità energia complessivamente prodotta. La speciale superficie in silicio monocristallino che compone le ‘facce’ delle celle consente un’efficienza estrema, massimizzata dalla tecnologia BSF (Back Structure Field) a base di boro, che sostituisce la tradizionale lastra di alluminio usata per le celle mono- facciali. Questo vuol dire zero dispersioni e massima resa.
Ciò che rende diverse dalle celle tradizionali le bifacciali prodotte da B-Solar, infatti, è la mancanza di chiusura delle celle fotovoltaiche di silicio con materiali opachi (generalmente l’alluminio), sostituiti con il boro, che garantisce trasparenza e aumenta la quantità di luce riflessa captabile, anche in condizioni di nuvolosità.
I vantaggi sono molteplici: oltre al risparmio economico e all’aumento dell’efficienza produttiva, l’effetto estetico è decisamente migliore dal momento che il materiale utilizzato rende semi-trasparente il pannello posteriore e quindi facilmente integrabile su superfici in vetro, pensiline, barriere antirumore e diverse strutture architettoniche.
Una bella innovazione che ci auguriamo trovi il meritato successo anche sul mercato.

Fonte (tuttogreen.it)

giovedì 9 agosto 2012

Quinto Conto Energia: ecco le regole applicative

Dal 20 agosto al 19 settembre aperto il 1°Registro per gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 12 kW


Mentre il settore del fotovoltaico si chiede se ci saranno abbastanza soldi per il Quinto Conto Energia o saranno già tutti esauriti prima di arrivare al 27 agosto, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) aggiorna il proprio sito con le nuove Regole Applicative dedicate all’iscrizione ai Registri e al riconoscimento delle nuove tariffe incentivanti. Nel documento, pubblicato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto del 11 luglio 2012, sono riportati i criteri, le modalità e le regole di presentazione, valutazione e gestione della documentazione inviata dai Soggetti Responsabili al Gestore dei Servizi Energetici. Sei capitoli più gli allegati e le appendici per avere un quadro di riferimento sui requisiti per il riconoscimento delle tariffe, le modalità di verifica, e le norme per l’iscrizione.
Il GSE rende noto inoltre che il prossimo 19 agosto sarà pubblicato il Bando riferito al 1° Registro per gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 12 kW, che resterà aperto esclusivamente nella finestra temporale che va dal 20 agosto al 19 settembre 2012.
Fonte (rinnovabili.it)

venerdì 3 agosto 2012

Solare 3D, il primo prototipo è realtà

Da una società californiana l’innovativo prototipo tridimensionale di cella fotovoltaica, in grado di raggiungere un’efficienza del 25,47%



Il fotovoltaico a tre dimensioni ha finalmente il suo primo prototipo. La società californiana Solar3D ha annunciato la realizzazione della prima cella solare tridimensionale su scala reale, realizzata attraverso un processo di fabbricazione a basso costo di suo brevetto. Dopo anni di attenzione da parte della ricerca_alla tecnologia in questione, finalmente arrivano i primi risultati concreti e dimostrano fin da subito numeri eccezionali, nonostante si tratti ancora di una fase prototipale. L’efficienza di progettazione simulata è superiore al 25%, merito dell’ampio angolo di captazione della luce che caratterizza il design della cella. “Abbiamo trascorso gli ultimi mesi mettendo a punto la nostra metodologia di fabbricazione”, ha spiegato Changwan Son, Director of Technology alla Solar3D. “Ora, abbiamo messo questo processo alla prova e realizzato con successo una significativa area di precise nanostrutture fotovoltaiche a tre dimensioni sulla superficie di un wafer di silicio. E abbiamo compiuto questa operazione utilizzando apparecchiature già oggi disponibili in commercio”.
Le celle sono state progettate per ridurre in modo ottimale tutte le perdite primarie ed ottenere la massima efficienza di conversione. Il particolare design costituisce una sorta di trappola per i fotoni incidenti che rimbalzano all’interno della struttura fin quando non sono tutti convertiti in elettricità. Inoltre, a differenza dei tradizionali dispositivi solari dove i contatti elettrici si trovano sulla parte superiore della cella, bloccando in parte la luce, il progetto utilizza una rete di fili posti al di sotto dei collettori consentendo ad ogni unità di intrappolare e utilizzare quasi il 100% dei raggi incidenti.
Fonte (rinnovabili.it)