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venerdì 13 luglio 2012

La magra soddisfazione di ANTER sul V Conto Energia

L’Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili mette sul piatto della bilancia i pro (pochi) e i contro (troppi) del V Conto Energia e del Decreto FER



Richieste ascoltate solo in parte e perplessità su alcune delle misure adottate. Anche l’Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili (ANTER) dice la sua sul testo ufficiale del V Conto Energia e sul Decreto FER e, se da una parte esprime soddisfazione per alcune misure prese, dall’altra non sembra essere pienamente soddisfatta di quanto stabilito dal Governo. Per l’Associazione, infatti, sarebbe stato ignorato il parere della Conferenza Stato-Regioni e quello delle associazioni del settore in merito ad alcune misure. Come ha dichiarato in una nota stampa il Presidente di ANTER, Antonio Rainone, ben venga il premio per gli impianti realizzati entro i confini dell’Unione Europea e per quelli che sono andati a sostituire le coperture in etrnit (richieste che erano state avanzate, tra gli altri, anche da ANTER), ma è stata poco lungimirante, invece, la definizione delle tariffe e i tempi di entrata in vigore del decreto. «Sul fronte delle tariffe si poteva fare di più – ha affermato Rainone – e uno slittamento più avanti dell’entrata in vigore del decreto avrebbe permesso una graduale riduzione degli incentivi al fotovoltaico e salvaguardato gli investimenti già avviati dell’intero comparto».
Incompleta anche la questione dell’accesso alle tariffe incentivanti per i piccoli impianti (fino a 12 kW di potenza e non obbligati a iscriversi al registro), che secondo il Presidente doveva includere anche gli impianti di medie dimensioni «fondamentali per rilanciare il tessuto produttivo italiano e per permettere ai cittadini italiani di modificare le abitudini di consumo ed acquisire uno stile di vita che premi il risparmio energetico». Soddisfazione, invece, per quanto stabilito in merito a geotermia, biomasse e solare a concentrazione, da sempre esclusi dai piani energetici del Governo, ai quali oggi vanno 5,8 miliardi di euro.