Una sonora bocciatura dell’Europa ai nuovi decreti sugli incentivi alle fonti rinnovabili –
è questo, in sintesi, il contenuto della recente lettera di richiamo
inviata lunedì scorso al capo dipartimento per l’Energia del ministero
per lo Sviluppo economico, Leonardo Senni direttamente dagli uffici del
commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger. La missiva infatti, critica duramente i meccanismi di incentivazione che domani saranno al vaglio della Conferenza Unificata,
ritenendo “molto difficile, se non impossibile, per i produttori
indipendenti accedere al finanziamento dei propri progetti” dopo
l’entrata in vigore dei decreti. In particolare, uno dei principali
problemi evidenziati dalla lettera – stando a quanto riportato da alcune
agenzie stampa – è quello di un eccessivo appesantimento delle
procedure amministrative applicate alle incentivazioni (che invece
necessiterebbero di maggiori semplificazioni), dove l’introduzione del
meccanismo dei registri per i nuovi progetti di energia rinnovabile “potrebbe
aumentare l’onere burocratico per gli operatori di mercato e diminuire
la sicurezza degli investitori sul fatto che i progetti si qualifichino
per il sostegno finanziario”. Per Bruxelles anche la fissazione di
un limite minimo di 12 kW per il fotovoltaico e di 50 kW per le altre
FER elettriche potrebbe costituire un grave deterrente, capace di
addormentare il segmento di mercato di piccola scala anzichè
privilegiarlo come si riproponeva la riforma. In tal senso la missiva
conterrebbe alcune “possibili modifiche” ai decreti per
arginare l’aumento degli oneri burocratici e la difficoltà di accesso ai
finanziamenti in cui si suggerisce sia che riduzione degli incentivi
alle FER elettriche sia connessa al grado di maturità della tecnologia
sia di allungare il periodo transitorio per proteggere gli investimenti
già fatti.
Secondo i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, la lettera dell’Ue rappresenta “una
netta bocciatura, che non può che indurre il Governo a rivedere
drasticamente l’impianto del decreto, a partire dal meccanismo dei
‘registri’.”
Il richiamo del Commissario Oettinger è accolto con particolare
soddisfazione l’Anev; l’associazione si era recata lo scorso aprile a
Bruxelles per sollecitare un simile intervento da parte dell’esecutivo
europeo, ricordando in più di un’occasione come gli operatori del
settore abbiano a suo tempo considerato di accettare un taglio
temporaneo (fino al 2015) del valore dell’incentivo per aiutare a
sopportare la crisi contingente, a fronte di una ristabilizzazione del
medesimo livello pre taglio dal 2016. “Tuttavia - spiega l’anev in una
nota stampa – il perdurare del ritardo nell’emanazione di tale livello
sta comportando gravissime incertezze nel ritorno degli investimenti,
tanto che molti istituti finanziatori hanno chiamato il default su
alcuni progetti in quanto a rischio di ripagamento in assenza di un
valore certo”.
Fonte (rinnovabili.it)