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mercoledì 6 giugno 2012

Decreti rinnovabili: dalla Ue un duro monito all’Italia

La lettera di richiamo inviata lunedì scorso al governo italiano direttamente dagli uffici del commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger



Una sonora bocciatura dell’Europa ai nuovi decreti sugli incentivi alle fonti rinnovabili – è questo, in sintesi, il contenuto della recente lettera di richiamo inviata lunedì scorso al capo dipartimento per l’Energia del ministero per lo Sviluppo economico, Leonardo Senni direttamente dagli uffici del commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger. La missiva infatti, critica duramente i meccanismi di incentivazione che domani saranno al vaglio della Conferenza Unificata, ritenendo “molto difficile, se non impossibile, per i produttori indipendenti accedere al finanziamento dei propri progetti” dopo l’entrata in vigore dei decreti. In particolare, uno dei principali problemi evidenziati dalla lettera – stando a quanto riportato da alcune agenzie stampa – è quello di un eccessivo appesantimento delle procedure amministrative applicate alle incentivazioni (che invece necessiterebbero di maggiori semplificazioni), dove l’introduzione del meccanismo dei registri per i nuovi progetti di energia rinnovabile “potrebbe aumentare l’onere burocratico per gli operatori di mercato e diminuire la sicurezza degli investitori sul fatto che i progetti si qualifichino per il sostegno finanziario”. Per Bruxelles anche la fissazione di un limite minimo di 12 kW per il fotovoltaico e di 50 kW per le altre FER elettriche potrebbe costituire un grave deterrente, capace di addormentare il segmento di mercato di piccola scala anzichè privilegiarlo come si riproponeva la riforma. In tal senso la missiva conterrebbe alcune “possibili modifiche” ai decreti per arginare l’aumento degli oneri burocratici e la difficoltà di accesso ai finanziamenti in cui si suggerisce sia che riduzione degli incentivi alle FER elettriche sia connessa al grado di maturità della tecnologia sia di allungare il periodo transitorio per proteggere gli investimenti già fatti.
Secondo i senatori del Pd  Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, la lettera dell’Ue rappresenta “una  netta bocciatura, che non può che indurre il Governo a rivedere drasticamente l’impianto del decreto, a partire dal meccanismo dei ‘registri’.”
Il richiamo del Commissario  Oettinger è accolto con particolare soddisfazione l’Anev; l’associazione si era recata lo scorso aprile a Bruxelles per sollecitare un simile intervento da parte dell’esecutivo europeo, ricordando in più di un’occasione come gli operatori del settore abbiano  a suo tempo considerato di accettare un taglio temporaneo (fino al 2015) del valore dell’incentivo per aiutare a sopportare la crisi contingente, a fronte di una ristabilizzazione del medesimo livello pre taglio dal 2016. “Tuttavia  - spiega l’anev in una nota stampa – il perdurare del ritardo nell’emanazione di tale livello sta comportando gravissime incertezze nel ritorno degli investimenti, tanto che molti istituti finanziatori hanno chiamato il default su alcuni progetti in quanto a rischio di ripagamento in assenza di un valore certo”.

Fonte (rinnovabili.it)


venerdì 20 aprile 2012

Il V Conto Energia in mano alle Regioni

Mercoledì le associazioni delle rinnovabili si sono incontrate con alcune rappresentanze dei Ministeri e delle Regioni per un confronto sulle criticità del nuovo V Conto Energia
Un vero e proprio “mercoledì da leoni” quello che ha portato le più importanti associazioni di categoria delle rinnovabili e dell’efficienza energetica ad organizzare, prima, la manifestazione “Salviamo il futuro delle rinnovabili” (che in mattinata ha mobilitato in Piazza Montecitorio oltre 1500 persone per chiedere una modifica del V Conto Energia e del nuovo Decreto Rinnovabili), e nel pomeriggio, il II incontro degli “Stati Generali delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica” (il primo in programma il 2 aprile scorso). Ed è stato in particolare quest’ultimo appuntamento a dare l’incipit per un confronto serrato tra le rappresentanze di settore, i Ministeri di riferimento e le Regioni, sulle criticità individuate nei decreti alle rinnovabili elettriche e termiche e sul V Conto Energia Fotovoltaico. Tante le sigle coinvolte nella “riunione tecnica”: dall’Aper, al Comitato IFI, Anev, Gifi, Assosolare, Itabia Legambiente ed Ises Italia (solo per citarne alcune), tutte insieme per discutere e presentare proposte di modifica alle nuove misure di incentivazione che rischiano di affossare irrimediabilmente l’intero comparto delle energie rinnovabili.
Il problema però, è che il Governo sembra intenzionato ad andare avanti per la sua strada, stando anche a quanto dichiarato da Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente: – “Questo pomeriggio ci siamo confrontati con Leonardo Senni (Capo del Dipartimento per l’energia del MSE), ma il suo intervento, è stato estremamente inadeguato rispetto alle domande e alle critiche che gli sono state poste riguardo ai decreti.” “Senni – prosegue Zanchini – è venuto qui da noi non apprezzando il metodo di discussione ‘assembleare’ della riunione e ribadendo la necessità di parlare con altre modalità di confronto di provvedimenti così importanti. Questo ovviamente ha fatto arrabbiare tutti i presenti in sala, che su quegli stessi decreti non sono mai stati in coinvolti in precedenza”.
Secondo Zanchini, oltre ad un problema di “approccio metodologico sbagliato” del MSE che ha determinato una scarsa volontà di dialogo con le associazioni di settore, persiste anche un problema di “merito” che riguarda la conoscenza errata delle informazioni riguardanti gli stessi decreti di incentivazione: “Senni ha dato l’impressione oggi, di non conoscere quanto era scritto nel testo del V Conto Energia visto che ha dato dei numeri assolutamente lontani dalla realtà negando ad esempio, che per gli incentivi al fotovoltaico per lo smaltimento dell’amianto ci fossero pesanti penalizzazioni. Mentre invece basta leggere i decreti per capire che ci sarà un taglio degli incentivi fino al 50% proprio in questo settore e che sarà penalizzato più di tutti gli altri.”
A questo punto, se il Governo continuerà a fare “orecchie da mercante” anche le associazioni giocheranno i loro assi nella manica: le Regioni. In vista della prossima Conferenza Stato-Regioni (in programma intorno al 24 maggio) per il passaggio formale dei nuovi decreti da attuare al livello locale, le associazioni potrebbero giocarsela bene, visti i contenuti “anti – incentivanti” che andranno sicuramente a penalizzare i territori. D’altronde non si potrà che arrivare ad uno scontro fondato proprio su una ridotta capacità di giudizio del Governo, preoccupato soltanto di far quadrare i propri conti, anziché avere una visione d’insieme che permetta un sano sviluppo (economico, ambientale ed occupazionale) delle energie rinnovabili.
Su questa linea di pensiero si è ritrovato infatti G.B. Zorzoli, presidente di Ises Italia che sottolinea la necessità di “dialogare con gli assessori regionali e fornire loro gli strumenti che gli consentiranno di sedersi durante la Conferenza Stato-Regioni ed avere le idee chiare su quali saranno i punti da cambiare nei decreti, non solo per il fotovoltaico ma anche per la generazione termica e l’efficienza energetica”. Intanto ha già cominciato a sbilanciarsi favorevolmente la Toscana, con il suo Assessore all’Ambiente Annarita Bramerini: “se il testo del decreto sulle rinnovabili rimarrà invariato, la Toscana darà parere negativo alla conferenza Stato-Regioni. Il nostro Paese rischia di perdere un settore produttivo sostenibile in grado di dare anche occupazione qualificata.