giovedì 10 gennaio 2013

Fotovoltaico: torna a crescere la produzione di polisilicio

L’industria mondiale del silicio policristallino nel 2013 aumenterà la sua produzione del 6,5%, determinando una spinta sulla capacità istallata a livello globale


A fine 2013 si potrebbe contare su una nuova capacità fotovoltaica istallata a livello mondiale di ben 36 GW. Lo rivela l’analisi di mercato effettuata da Bernreuter Research che dipinge le previsioni per l’anno in corso dedicate all’industria internazionale del silicio policristallino. Dopo un lungo momento di crisi per il materiale numero uno del comprato fotovoltaico, si apre infatti un rinnovato periodo di significativo sollievo. Nel 2011 e nel 2012 il mercato ha visto letteralmente crollare i prezzi, rispettivamente del 59% e del 47%, raggiungendo il valore record di soli 15.35 dollari/kg. Le flessioni più gravi hanno costretto circa 50 produttori, in particolare operatori di piccole dimensioni in Cina, a fermare la produzione.

Secondo gli analisti della Bernreuter Research, nel 2013 una rinnovata domanda dovrebbe aumentarne la produzione del 6,5% e spingere nuovamente su i prezzi a circa 25 dollari al kg. “Ora – ha spiegato Johannes Bernreuter, responsabile della società e autore del rapporto – ci aspettiamo 35-37 GW di nuovi impianti fotovoltaici istallati nel 2013 in Cina, Giappone e Stati Uniti”. Questi mercati dovrebbero secondo l’analista sostituire le regine del solare, ovvero la Germania e l’Italia.

Fonte (rinnovabili.it)

domenica 2 dicembre 2012

ANIE/GIFI: il fotovoltaico e il paradosso del riciclo

L’associazione ha inviato alle Istituzioni competenti una serie di proposte per risolvere il problema del riciclo dei moduli, ancora oggi non normato dai requisiti specifici da rispettare.


Secondo quanto stabilito dal V Conto Energia, i produttori di moduli fotovoltaici devono obbligatoriamente essere iscritti a un consorzio dedicato allo smaltimento dei moduli giunti a fine vita: una garanzia sul corretto riciclo di questi materiali, che rischia però di diventare l’ennesima barriera allo sviluppo del settore. L’operazione di riciclo dovrebbe infatti soddisfare una serie di requisiti specifici, sui quali chiede conto anche il Gestore dei Servizi Energetici prima del rilascio degli incentivi, che però ad oggi non sono stati pubblicati. Per ANIE/GIFI, si tratta dell’ennesimo paradosso a causa del quale gli operatori e il mercato del fotovoltaico continuano a perdere credibilità. Per l’associazione, il problema va risolto quanto prima e, nella ricerca di un dialogo costruttivo, ha inviato alle Istituzioni competenti una serie di proposte, che riportiamo integralmente così come sono state diffuse:

  • Obbligo per i produttori di adesione a Consorzi/Sistemi per lo smaltimento dei moduli a fine vita a decorrere da almeno 30 giorni dopo la data di pubblicazione della lista degli stessi sul sito GSE, senza alcuna retroattività;
  • Identificazione in maniera inequivocabile ed esemplificativa del “produttore” dei moduli fotovoltaici;
  • Definizione delle operazioni che devono essere effettuate ai fini di un corretto smaltimento e riciclo;
  • Sospensione della creazione di un database per la tracciabilità del prodotto poiché comporta particolari difficoltà gestionali e aumenti di costo;
  • Redazione di un fac-simile di lettera che i Consorzi devono rilasciare ai propri consorziati affinché il soggetto responsabile non incorra nel rischio di rigetto della tariffa incentivante.
Per il Presidente ANIE/GIFI, Valerio Natalizia, la definizione di un percorso virtuoso fatto di regole chiare e certe è un dovere, soprattutto in virtù di quei 6 miliardi di euro all’anno investiti dai cittadini italiani per lo sviluppo del settore. «Ancora una volta – ha commentato – ci siamo rivolti alle Istituzioni in maniera propositiva e costruttiva cercando il dialogo allo scopo di dare continuità al mercato fotovoltaico, certezze agli operatori ma anche ai clienti finali.
Fonte (rinnovabili.it)



sabato 1 dicembre 2012

Fotovoltaico a casa tua, 10 consigli per la scelta

Dieci domande per capire se vale la pena istallare un generatore fotovoltaico sul proprio tetto di casa e che passi seguire




Cresce l’Italia dei tetti solari e se pensi che anche per te sia arrivato il momento di converti all’energia fotovoltaica ecco tutto quello che devi sapere. Undici domande per scoprire requisiti, costi e benefici di una scelta che convince ogni anno un numero sempre crescente di famiglie

1.Ho deciso di istallare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa. Qualsiasi copertura va bene?
No, è necessario che il tuo tetto abbia un’esposizione tra sud-ovest e sud-est.

2. Come “misuro” l’impianto?
Gli impianti fotovoltaici si misurano in kilowatt di picco dal momento che l’energia solare è intermittente. Di notte,infatti, non importa quanto grandi  siano i moduli installati, l’elettricità ovviamente non viene prodotta. E’ per questo motivo che la potenza nominale si definisce di picco, ovvero la potenza massima erogabile in condizioni ottimali.

3. Questo vuol dire che di notte sto al buio?
Certo che no. Un impianto fotovoltaico è nella maggior parte dei casi connesso direttamente alla rete elettrica (grid connected). Questo significa che si diventa dei veri e propri produttori di energia elettrica. Questa energia viene contabilizzata mediante uno specifico contatore all’uopo installato. Nel frattempo voi continuate a prelevare energia elettrica della rete nazionale. Come sempre, attraverso il fornitore con cui avete il contratto. Alla fine dell’anno si fa un bilancio tra i chilowattora che sono stati prodotti attraverso i moduli sia ceduti alla rete sia quelli consumati. Se il bilancio è in attivo, l’energia elettrica prodotta in più rispetto a quella consumata viene conservata e può essere utilizzata nell’arco di tre anni. Nel caso contrario  si pagherà solo l’energia consumata in eccesso rispetto a quella prodotta (in teoria potresti anche vendere l’energia prodotta in più ma, se sei un privato, non ti conviene).

4. Quanto spazio mi serve?
Per ogni kilowatt di picco occorrono circa 8 metri quadrato di tetto.

5. Faccio confusione con questi kilowatt di picco. Mi traduci in kilowattora che mi ci raccapezzo meglio?
Dipende dalla città in cui ti trovi. Infatti l’insolazione è diversa se il tuo tetto è a Milano, Catania o Roma. Proviamo però a dare un’idea.
A Milano ogni kWp corrisponde a circa 1100 kWh/anno (se il tetto è esposto a sud) e a 1000 kWh/anno se il tetto è esposto a est o ovest; a Roma ogni kWp corrisponde a circa 1300 kWh/anno (se il tetto è esposto a sud) e a 1200 kWh/anno se il tetto è esposto a est o ovest; a Catania ogni kWp corrisponde a circa 1500 kWh/anno (se il tetto è esposto a sud) e a 1350 kWh/anno se il tetto è esposto a est o ovest

7. Troppi numeri, mi confondi le idee. Abito a Roma, ho il tetto esposto a sud, come faccio a sapere di quanti kWp ho bisogno?
E’ semplice. Somma tutti i kWh consumati dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno scorso (li trovi specificati nelle tue bollette) e dividilo per 1300 (quel numeretto che ho indicato nella risposta precedente)

8. Quindi se ho un tetto di 24 mq riesco a installare 3kWp che corrispondono a 3900 kwh. Ma quando inizio a guadagnarci?
Intanto dovresti essere orgoglioso del fatto che ci sta guadagnando l’ambiente. Non sei orgoglioso di aver risparmiato due tonnellate di anidride carbonica con la tua decisione? Ma se sei anche così attento al denaro, provo comunque a risponderti. Anche se non è affatto facile, sai. Per provare ad essere un po’ più tecnici, rispetto ai precedenti decreti il Quinto Conto Energia,  modifica, sostanzialmente il meccanismo d’incentivazione finora basato sul riconoscimento di una tariffa incentivante sull’energia prodotta dall’impianto. Il Quinto Conto Energia, remunera, infatti, con una tariffa omnicomprensiva la quota di energia netta immessa in rete e con una tariffa premio la quota di energia netta consumata in sito. Al di là di molteplici situazioni particolari, tale tariffa è riportata, in funzione della produzione dell’impianto nella seguente tabella (fonte GSE)

Impianti sugli edifici
Intervallo di potenza
[kW]​
Tariffa omnicomprensiva​
[€/MWh]
Tariffa premio sull’energia
consumata in sito
[€/MWh]
1 <= P <= 3 182 100
3 < P <= 20 171 89
20 < P <= 200 157 75
200 < P < 1000 130 48
1000 < P <= 5000 118 36
P > 5000 112 30

Le tariffe omnicomprensive e le tariffe premio sull’energia consumata in sito sono incrementate, limitatamente agli impianti fotovoltaici e agli impianti integrati con caratteristiche innovative, dei premi tra loro cumulabili, per gli impianti con componenti principali realizzati unicamente all’interno di un Paese che risulti membro dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) e per quelli realizzati su edifici con moduli installati in sostituzione di coperture su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto.
Insomma, diciamo così, nel giro di circa otto anni ti sei sicuramente ripagato l’investimento ed inizi a guadagnarci. Se i moduli fotovoltaici sostituiscono coperture in eternit in 6 anni già inizi a guadagnarci.

9. Alternative a questa tariffa omnicomprensiva?
Invece dell’incentivo dal GSE, puoi usufruire dello sgravio fiscale al 50% come per il solare termico e le ristrutturazioni edilizie e risparmiare comunque sulla bolletta elettrica.

10. E se volessi informarmi meglio dove vado?
Ed io che pensavo di essere stato esaustivo. Vai sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Elettrici). Lì trovi tutto.

11. Mi dici tutti i passaggi dal momento in cui decido al momento in cui il mio pannello fotovoltaico inizia a produrre energia?
Fase 1 – Contatto con l’azienda installatrice di pannelli fotovoltaici,
Fase 2 – Sopralluogo tecnico e studio di fattibilità;
Fase 3 – Preventivo e bozza di contratto;
Fase 4 – Firma del contratto ed accettazione del preventivo;
Fase 5 – Scelta della modalità di pagamento;
Fase 6  – Progetto esecutivo ed architettonico con ottenimento dei permessi urbanistici;
Fase 7 – Progetto elettrico esecutivo e computo metrico dei materiali;
Fase 8 – Ordine dei materiali certificati Europei;
Fase 9 – Richiesta  di connessione al gestore della rete (ENEL o ACEA);
Fase 10 – Richiesta della tariffa incentivante al G.S.E.;
Fase 11 – Inizio ed esecuzione dei lavori;
Fase 12 – Direzione lavori edile;
Fase 13 – Coordinazione della sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/08);
Fase 14 – Collaudo elettrico;
Fase 15 – Allaccio dell’impianto alla rete elettrica con istallazione del contatore;
Fase 16 – Consegna dell’impianto.

Quindi cosa aspetti? richiedi un preventivo gratuito cliccando al link in basso, una volta che ci avrai selezionato al resto ci pensiamo noi.

Fonte (rinnovabili.it)

venerdì 23 novembre 2012

L’Ue finanzia la ricerca per l’integrazione del PV in rete

E’ stata avviata a nuova iniziativa che punta a trovare soluzioni al problema dell’integrazione del fotovoltaico in rete, ostacolo che limita l’espansione della rete energetica europea


E’ stato finalmente avviato il progetto finanziato dall’Unione europea, della durata di due anni, nato dall’esigenza di scoprire in che modo si possa integrare al meglio l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico nella rete di distribuzione.
Il progetto, conosciuto con il nome di PV Grid, cercherà di fornire differenti soluzioni per limitare gli ostacoli che al momento bloccano l’integrazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle reti elettriche nazionali.

Condotto da un consorzio di 20 partner tra associazioni nazionali per il fotovoltaico, gestori di sistemi di distribuzione, università e consulenti il programma prenderà in esame le sfide pratiche cercando soluzione che siano al contempo realizzabili ed efficienti e presentandole entro il 2014, anno di scadenza del progetto finanziato nell’ambito del Intelligent Energy for Europe programme.
Il lancio dell’inizia va quindi a completare il progetto PV Legal, che si è concluso lo scorso febbraio e che ha cercato anch’esso di ridurre le problematiche che limitano l’accesso allo sviluppo e all’integrazione del fotovoltaico nella rete europea, ritenuto uno dei limiti maggiori alla crescita energetica del continente.

Fonte (rinnovabili.it)

martedì 13 novembre 2012

Grecia: una “solar tax” sugli impianti fotovoltaici

Il Paese sta pensando d’applicare un’imposta, per i prossimi due anni, sulle istallazioni solari esistenti variabile dal 25% al 35%


Il Parlamento greco ha approvato quattro giorni fa il piano di austerità, accettando in Parlamento il pacchetto di misure richieste dalla troika (Ue, Bce e Fmi). Nel Piano del governo di Antonis Samaras rientra anche un nuovo programma fiscale a carico degli operatori di impianti fotovoltaici. Secondo quanto riferito in questi giorni dal quotidiano Bloomberg, l’intenzione sarebbe quella di applicare alle istallazioni esistenti  e di dimensioni superiori a 10 kW, una “solar tax” per i prossimi due anni come mossa per arginare il deficit apertosi nei conti energetici; la Grecia, che ha speso quest’anno circa 370 milioni di euro in sovvenzioni per le fonti rinnovabili, si unisce così ai quei paesi europei – Spagna, Repubblica Ceca e Bulgaria – che quasi in concomitanza hanno deciso di aggiornare la propria fiscalità energetica andando a tassare il settore solare.

Nel dettaglio l’imposta ellenica andrebbe a colpire gli impianti solari collegati alla rete tra il 2007 e il 2011, traducendosi in un taglio delle entrate di circa il 25%. Per le istallazioni, invece,connesse alla rete tra  gennaio ad agosto 2012 la tassa sui ricavi con una percentuale del  35%. Inoltre, i progetti ammessi nel  periodo attuale  verranno tassati del 29- 35% e dovranno essere collegati alla rete entro la metà di marzo.
Fonte (rinnovabili.it)

lunedì 12 novembre 2012

Da Stanford la prima cella solare all-carbon

I ricercatori del famoso ateneo californiano hanno sviluppato un dispositivo fotovoltaico impiegando esclusivamente componenti in carbonio


Celle fotovoltaiche ad alta efficienza e ad un costo di produzione irrisorio: l’ambizioso obiettivo che la ricerca solare si è imposto è ogni giorno più vicino come dimostra la ricerca condotta da un team di ingegneri di Standford. I ricercatori californiani hanno messo a punto una innovativa cella solare “all-carbon”, dicendo definitivamente addio non solo all'elemento fotovoltaico numero uno, il silicio, ma anche agli altri materiali utilizzati per la fabbricazione degli elettrodi.

“Il carbonio è in grado di offrire prestazioni elevate a basso costo”, ha spiegato Zhenan Bao , professore di ingegneria chimica a Stanford. “Per quanto ne sappiamo, questa è la prima dimostrazione di una cella solare funzionante i cui componenti siano tutti in carbonio”.
A differenza dei rigidi dispositivi al silicio che spopolano sul mercato, il prototipo di film sottile di Stanford è fatto con materiali di carbonio che possono trattati in soluzione e non richiede tutti i passi necessari all'elaborazione convenzionale dei dispositivi solari. Bao e suoi colleghi hanno sostituito l’argento e l’ITO (ossido di indio stagno) utilizzati negli elettrodi convenzionali con grafene, la molecola bidimensionale costituita da soli atomi di carbonio, e dotata di una “straordinaria conducibilità elettrica e proprietà di assorbimento della luce”. Per lo strato attivo invece, gli scienziati hanno usato nanotubi di carbonio e fullereni (uno dei vari allotropi del carbonio).

Uno svantaggio del prototipo realizzato è che assorbe la luce principalmente vicino alla lunghezza d’onda dell’infrarosso, determinando un’efficienza di meno dell’1 percento, ma il team ha promesso di sta già esaminando una serie di soluzioni per incrementare le prestazioni.
Fonte (rinnovabili.it)

sabato 3 novembre 2012

Silicio nero, dal wafer alla cella senza spendere troppo

La Natcore è riuscita a produrre, per la prima volta nei propri laboratori, una cella solare in silicio nero attraverso un processo produttivo scalabile e basso costo


L’impegno degli scienziati della Natcore Technology Inc. è stato premiato. Gli ingegneri della società sono riusciti a produrre per la prima volta una cella solare in silicio nero attraverso un processo produttivo scalabile e basso costo. Dopo aver migliorato la tecnica di incisione dei wafer per donare alla superficie una tonalità di nero mai registrata prima, i tecnici della Natcore hanno impiegato la propria metodologia di deposizione su fase liquida (liquid phase deposition – LPD) per fabbricare una cella nel proprio Centro di Ricerca e Sviluppo a Rochester.

La prossima tappa per la nuova cella solare Natcore è il NREL, il Laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti con il quale la società ha stipulato un Cooperative Research & Development Agreement (CRADA). Il NREL ha recentemente prodotto celle solari con un’efficienza del 18,2% con processi tuttavia meno adatti alla produzione di massa. In base ai termini dell’accordo, i due partner lavoreranno insieme utilizzando tecnologia di passivazione a basso costo della Natcore per raggiungere o superare quella efficienza grazie al fotovoltaico nero. Questo obiettivo potrebbe essere ottenuto combinando la tecnologia LPD con quelle brevettavate dal laboratorio del DoE per la creazione di uno strato nero di silicio antiriflettente integrato in celle solari ad alta efficienza.

Spiega Chuck Provini, Presidente e Amministratore Delegato di Natcore: “Questa cella solare in silicio nero è stata realizzata interamente nel nostro laboratorio. Attualmente il NREL detiene il record d’efficienza per il black silicon, ma  per produrlo hanno impiegato una tecnologia di passivazione che richiede una costosa ossidazione termica. Il nostro processo LPD andrà a sostituire quel passo ingombrante”.
Fonte (rinnovabili.it)