Gli incentivi italiani alle fonti
rinnovabili? Importanti per la crescita economica della Nazione solo se
orientati alla sostenibilità e all’efficienza e non alle esigenze della
politica industriale. Ne è fermamente convinto Guido Bortoni,
presidente dell’Autorità per l’Energia. In occasione della relazione
annuale dell’AEEG alla Camera dei deputati, Bortoni torna a parlare di
green Energy e sussidi governativi sottolineando, come sia corretto che
“l’onere degli incentivi sia sostenuto attraverso le bollette di tutti, a
patto però di contenerlo entro un livello sostenibile ed
efficientemente commisurato alle esternalità energetico-ambientali. Non è
ragionevole oltrepassare tale livello per esigenze di politica
industriale o occupazionale”. Piuttosto si potrebbero allora impiegare,
suggerisce il presidente, misure che esulano dalle attribuzioni del
Regolatore, come la fiscalità generale o di scopo.
Per l’Authority l’energia rinnovabile
costituisce oggi un pilastro fondamentale sia per la conversione green
dell’economia italiana sia per la riduzione della dipendenza energetica
dall’estero a patto che non vengano dimenticati “i principi di
efficienza e di corretta attribuzione delle responsabilità”, che
metterebbero altrimenti a rischio l’allocazione di costi indotti sul
sistema elettrico. Soprattutto si domanda che “i costi connessi agli
sbilanciamenti della rete continuino a gravare sui soli consumatori di
energia elettrica”, facendo sì che “i gestori di rete procedano nelle
realizzazioni infrastrutturali indispensabili al nuovo scenario
produttivo, recuperando ritardi ed inefficienze”.
E se da un lato Bortoni è soddisfatto
del lavoro svolto a livello ministeriale per ridurre gli incentivi al
fotovoltaico – che registrato nel 2011 un boom del 463% – ma ritiene che
occorrano anche altre azioni inserite “nell’alveo del binomio
rigore-crescita”. In un contesto di risorse scarse come quello attuale, –
ha invitato il presidente – solo un ridimensionamento degli incentivi
elettrici può consentire di trasferire risorse allo sviluppo delle fonti
rinnovabili termiche e all’efficienza energetica”. Una scelta compiuta
in base alle possibilità di resa e in ragione dell’efficacia. “A titolo
di esempio, - spiega Bortoni – attraverso il meccanismo dei Titoli di
efficienza energetica – i cosiddetti “certificati bianchi” – sono state
risparmiate, dal 2005 ad oggi, oltre 14 milioni di tonnellate
equivalenti di petrolio”.
Fonte (rinnovabili.it)
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