mercoledì 11 luglio 2012

Decreti rinnovabili, finalmente in Gazzetta

Sono stati pubblicati sul supplemento ordinario n.143 alla G.U. di ieri i decreti del ministero dello Sviluppo sugli incentivi al fotovoltaico e alle altre FER elettriche



Si conclude oggi l’iter dei due decreti sugli incentivi alle rinnovabili. Come preannunciato dal nostro quotidiano, i  provvedimenti sono stati pubblicati come supplemento ordinario n.143 nella Gazzetta Ufficiale n. 159 di ieri. I due DM, riportanti i nuovi regimi tariffari per le fer elettriche e il fotovoltaico, sono stati firmati da i tre Ministeri competenti rispettivamente il 5 ed il 6 luglio, in un clima di malcelata insoddisfazione. I testi hanno infatti accolto solo in parte le proposte avanzate dalle Regioni in Conferenza Unifica ed escluso quasi a priori quanto chiesto a gran voce dalle associazioni di settore. Ma nonostante le polemiche continuino a tener banco nel comparto delle green Energy italiane, ormai i giochi si sono conclusi.
Per quanto riguarda il Quinto Conto Energia, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, sulla  base  degli elementi comunicati dal GSE ed entro tre giorni lavorativi dalla data della comunicazione, con una delibera, pubblicata sul proprio sito, individuerà la data in cui il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi del Quarto Conto Energia raggiungerà il valore di 6 miliardi di euro e 45 giorni dopo entreranno automaticamente in vigore le nuove modalità di incentivazione per gli impianti fotovoltaici. Un’eccezione per il fotovoltaico istallato dalla pubblica amministrazione che avrà tempo di accedere al vecchio FiT ancora fino alla fine di quest’anno. Per le altre rinnovabili elettriche il nuovo regime tariffario si applicherà per tutti gli impianti in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2012 con la possibilità, però, di aggiornare gli incentivi con ulteriori provvedimenti.


DECRETO 5 luglio 2012
Attuazione dell’art. 25 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (c.d. Quinto Conto Energia). (12A07629) (Suppl. Ordinario n. 143)

DECRETO 6 luglio 2012
Attuazione dell’art. 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici. (12A07628) (Suppl. Ordinario n. 143)



martedì 10 luglio 2012

Decreti Rinnovabili: il MISE pubblica i testi ufficiali

Dopo la firma dei tre ministri competenti – Passera, Clini e Catania, lo scorso venerdì, ecco i testi che passeranno a breve in Gazzetta



Le associazioni di settore protestano, il mondo politico storce il naso, le polemiche si sprecano. Come c’era da aspettarsi, la firma ai due attesi decreti ministeriali sulle rinnovabili non ha trovato intorno a sè un clima accogliente, vuoi perché il Governo non si è mostrato troppo sensibile ad una serie di proposte e richieste avanzate in questi mesi, vuoi perché i tempi si sono diluiti a tal punto da far proliferare nel comparto una dilagante incertezza.
C’è poco da fare, il Quinto Conto Energia e il decreto sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche sono destinati catalizzare l’attenzione del settore italiano ed internazionale, da mesi con il fiato sospeso  a causa dell’effetto domino che la rivisitazione dei feed-in-tariff sta subendo nei mercati delle rinnovabili più maturi. Aspettando la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevista per entrambi i provvedimenti entro la giornata di domani, il Ministero dello Sviluppo Economico aggiorna il proprio sito pubblicando la versione integrale dei due DM e riportando anche gli allegati specifici. Per una maggiore completezza dell’informazione riportiamo di seguito i link a due testi, che a questo punto, contengono la forma finale dei due regimi incentivanti.


Fonte (rinnovabili.it)


lunedì 9 luglio 2012

Il Quinto Conto Energia è legge

Via libera definitivo ai due decreti ministeriali con la firma dei ministri Passera, Clini e Catania. Tra le modifiche apportate, ampliamento del budget di spesa a 500 mln e innalzamento della soglia per il registro solare



Il Quinto Conto Energia e il provvedimento sulle rinnovabili elettriche sono ufficialmente legge. Come preannunciato dallo stesso Passera, si è conclusa venerdì sera la lunga marcia dei due decreti ministeriali che definiscono le nuove tariffe statali per l’elettricità verde “made in Italy”. Anche il ministro dell’ambiente Corrado Clini e quello delle politiche agricole Mario Catania hanno apposto la propria firma sui due testi, formalizzando così il via libera ai nuovi regimi incentivanti. Durante questi mesi di attesa, dura prova il settore delle rinnovabili italiane, si è assistito ad un susseguirsi di prese di posizione e scontri, ma nonostante gli interventi della Commissione Europea, il parere condizionato delle regioni e l’appello degli attori del settore, i testi finali dei due decreti non si discostano troppo dalle posizioni iniziali a cominciare dalla disposizione, in linea con le previsioni della precedente normativa, dell’entrata in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per le altre rinnovabili elettriche, pur prevedendo un periodo transitorio di 4 mesi. Unica eccezione è quella prevista per gli impianti pv realizzati su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2012 a cui si applicheranno ancora le tariffe del Quarto Conto Energia.
Gli obiettivi rimangono gli stessi: raggiungere e superare i target richiesti dalla UE riducendo l’onere sulle bollette di cittadini e imprese attraverso un sistema di sussidi – a detta dei ministri – “moderno, sostenibile ed equo”. Attraverso una nota congiunta Clini e Passera ci tengono però a sottolineare che nelle ultime settimane, sono state effettuate importanti modifiche migliorative, che integrano in un certo qual senso i pareri dell’Autorità per l’Energia e della Conferenza Unificata, oltre a tener conto delle specifiche mozioni Parlamentari e i suggerimenti di Associazioni di categoria.
“I Decreti – si legge nella nota stampa – pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). Si introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media).”

COSA E’ CAMBIATO Le settimane di concertazione fra i tre dicasteri competenti, e soprattutto l’irremovibilità del ministro dell’Ambiente su alcuni punti clou hanno portato alla modifica di alcune norme rispetto alla versione originale dei decreti, a partire da un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 milioni di euro annui – pari a ulteriori 10 miliardi di Euro di spesa su 20 anni – suddivisi tra Quinto Conto Energia (200 milioni) e rinnovabili elettriche (300 milioni) e da un forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri che introduce l’autocertificazione in sostituzione dell’atto di notorietà.
Inserito anche un contenuto innalzamento delle soglie di accesso ai registri, che passa così dai 12 ai 20 KW per tutte le categorie rilevanti a patto che accettino di ricevere una tariffa incentivante decurtata del 20%, esentando invece dall’obbligo gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e quelli realizzati da Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 KW. Gli altri impianti fotovoltaici accedono, invece, qualora rispettino i requisiti stabiliti previa iscrizione in appositi registri, “in posizione tale da rientrare nei seguenti limiti massimi di  costo indicativo cumulato annuo degli incentivi:
a) 1° registro: 140 milioni di euro;
b) 2° registro: 120 milioni di euro;
c) registri successivi: 80 milioni di euro a registro e comunque fino al raggiungimento del limite.
Rimangono confermate le premialità gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in eternit e quelli con preponderante uso di componenti europei, e la priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole. Infine è stato aggiunto un incremento delle tariffe per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale come nel caso geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione e innovativo.
“L’energia rinnovabile – hanno dichiarato i ministri Catania, Clini e Passera – è un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti che possono sviluppare una filiera produttiva nazionale, senza generare dannose competizioni con la produzione alimentare. Allo stesso tempo, con questi decreti si pone un freno alla crescita dei costi energetici per i cittadini e le imprese. La sostenibilità economica e ambientale sono i due cardini della strategia energetica del Paese”.
OBIETTIVO MANCATO? Che si tratti di un sistema incentivante moderno, sostenibile ed equo non sono tutti d’accordo. Se i testi finali hanno trovato il beneplacito dei Ministeri competenti, non tardano ad arrivare le prime critiche da parte di quanti hanno sempre visto nel contenuto dei due provvedimenti un errore politico e un freno alla crescita del settore green energy nostrano. Così commenta  a caldo il senatore Francesco Ferrante: “Il punto a mio parere è che, sia con il V conto energia sul fotovoltaico, con gli assurdi registri, sia con il decreto non fv, di nuovo con registri e aste, si è scelto un meccanismo che non promuove anzi ostacolerà lo sviluppo di un settore che invece andava accompagnato con dolcezza per quel breve tratto che lo avrebbe portato alla grid parity e quindi a nessun incentivo”.
“Oggi, con la speranza che nonostante le scelte di una politica, che si è rivelata ancora una volta inadeguata a cogliere le opportunità del cambiamento, il settore riesca comunque a sopravvivere, crediamo si debba lavorare da subito per un quadro nuovo di regole che già dal prossimo anno, con la nuova legislatura, permetta la diffusione delle rinnovabili attraverso la rivoluzione della rete e consenta che le fonti del futuro possano da subito esprimere tutte le loro potenzialità”.

venerdì 6 luglio 2012

Da Madrid lo spettro di una tassa sulle rinnovabili

Una tassa sulla produzione? Un aggravio per i consumatori? Un danno per l’economia nazionale? Mentre si aspetta la decisione del CdM la Spagna cerca di chiarire i contorni di una nuova imposta per il comparto elettrico



A poco più di un mese dall’annuncio del taglio agli incentivi alle rinnovabili per mezzo del Real Decreto, si vocifera dell’arrivo di una nuova tassa per la Spagna che ha il sapore amaro di un ulteriore attacco alle rinnovabili. E mentre cresce l’attesa sale anche il timore che il regime fiscale possa danneggiare la redditività degli impianti, mettendo in difficoltà i produttori di energia. “La famosa tassa è un nuovo attacco alle energie rinnovabili, non solo perché sembra che l’importo sarà superiore per le istallazioni green rispetto alla tecnologia convenzionale, ma anche perché va contro la loro redditività economica, andando ad unirsi ai tagli imposti alle rinnovabili negli ultimi anni” ha dichiarato Mario Sanchez-Herrero, fondatore di ECOoo, gruppo di sostegno del fotovoltaico, e professore di economia all’Università Complutense di Madrid, esprimendo il malcontento che si sta diffondendo nel settore.
Ma di quale importo si sta parlando? Si sta parlando della possibilità di imporre alle centrali elettriche, così come ai piccoli produttori, una tassa di circa 50 centesimi per ogni Megawattora immesso in rete con probabili ripercussioni sul costo dell’energia all’utente finale.
Da qui l’accusa rivolta al maggiore produttore di energia elettrica da fonti convenzionali del paese, Unesa, che sarebbe tra i pochi a giovare del nuove regime al contrario dei produttori di energia green, seriamente minacciati. Per questo gli aderenti ad ECOoo hanno affermato “senza dubbio la modifica proposta dal ministero è nell’interesse di Unesa che, date le sue dimensioni, è più influente rispetto al totale dei piccoli impianti che producono energia pulita”.
A seguire la dichiarazione di Sánchez-Herrero “Il governo ha deciso di modificare un disegno di legge facendo in modo che alcune tecnologie (rinnovabili) vadano a pagare molto più di altre (convenzionali)”.

mercoledì 4 luglio 2012

Silicone, il segreto di giovinezza del fotovoltaico

Dai laboratori del Fraunofher statunitense arriva la ricerca che sperimenta la laminazione delle celle fotovoltaiche con polimeri inorganici al posto del più tradizionale EVA



Prende spunto dal mondo della chirurgia estetica l’ultimo “elisir anti-età” pensato per allungare la vita al fotovoltaico. L’ultima sperimentazione arriva dai laboratori del Centro Fraunhofer per i Sistemi Energetici Sostenibili (CSE) a Cambridge, dove un team di scienziati sta testando le performance del silicone nella struttura delle celle solari. Questi polimeri organici vengono di norma impiegati nell’incapsulazione dei moduli fotovoltaici al fine di fornire un rivestimento di protezione a celle e griglie di contatto.
I ricercatori del CSE hanno però tentato una strada differente, introducendo il silicone nel processo di laminazione, che consiste nell’unione/fusione dei diversi strati di cui è composta la cella e che generalmente impiega l’etilene-vinil acetato, o EVA. Al fine di determinare se il silicone possa o meno sostituire l’EVA, i ricercatori di Fraunhofer stanno collaborando con quelli della Dow Corning Corporation, il più grande produttore al mondo di siliconi utilizzati in medicina, cosmetica e industria automobilistica. Gli scienziati hanno rivestito le celle fotovoltaiche con silicone liquido. “Quando si indurisce, sigilla le celle e i componenti elettronici hanno una protezione ottimale“, afferma il responsabile del progetto Rafal Mickiewicz. I moduli così realizzati sono stati testati in una camera climatica a basse temperature e sottoposti a deformazione meccanica dimostrando performance miglior delle unità laminate con l’EVA.


martedì 3 luglio 2012

Fotovoltaico: la Bulgaria dimezza gli incentivi

Tagliate del 50% le tariffe riservate all’acquisto obbligatorio dell’energia solare da parte della rete elettrica nazionale. Stessa sorte toccata anche al comparto eolico



L’entità dell’aumento sul costo finale per l’energia verde ha convinto il governo bulgaro a rimodulare i propri incentivi statali al fotovoltaico. Rimodulazione importante dal momento che i tecnici ministeriali hanno deciso di imporre un taglio del 50% sulle attuali tariffe riservate all’acquisto obbligatorio dell’energia solare.
In realtà il Conto Energia bulgaro, entrato in vigore lo scorso marzo, prevedeva già delle decurtazioni agli incentivi a partire da luglio di circa il 19,5% per i piccoli impianti su tetto e fino al 30% per le grandi installazioni a terra. L’intervento di Sofia sul regime però rivede ora al rialzo la consistenza dei tagli delle tariffe riservate all’acquisto da parte del gestore del network elettrico. “La nostra decisione non è sostanzialmente mutata – ha spiegato il presidente della Commissione statale per il regolamento energetico e idrico, Angel SemerdzhievSolo il supplemento all’energia rinnovabile è stato necessariamente cambiato perché la Società Elettrica Nazionale (NEK) continua a subire perdite significative a causa della maggiore produzione di energia verde”.
Il governo ha replicato il provvedimento anche sull’energia prodotta dalle turbine eoliche, le cui tariffe di vendita saranno tagliate del 22%. Secondo la Reuters, il presidente ha asserito che “la crescita delle installazioni ha superato le previsioni, facendo pressione sulla vecchia rete elettrica nazionale e sui prezzi dell’energia elettrica nel paese più povero dell’Unione europea”.

lunedì 2 luglio 2012

AEEG: rinnovabili, incentivi solo se sostenibili

Bortoni: “Contenere l’onere degli incentivi entro un livello efficientemente commisurato alle esternalità energetico-ambientali”



Gli incentivi italiani alle fonti rinnovabili? Importanti per la crescita economica della Nazione solo se orientati alla sostenibilità e all’efficienza e non alle esigenze della politica industriale. Ne è fermamente convinto  Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’Energia. In occasione della relazione annuale dell’AEEG alla Camera dei deputati, Bortoni torna a parlare di green Energy e sussidi governativi sottolineando, come sia corretto che “l’onere degli incentivi sia sostenuto attraverso le bollette di tutti, a patto però di contenerlo entro un livello sostenibile ed efficientemente commisurato alle esternalità energetico-ambientali. Non è ragionevole oltrepassare tale livello per esigenze di politica industriale o occupazionale”. Piuttosto si potrebbero allora impiegare, suggerisce il presidente, misure che esulano dalle attribuzioni del Regolatore, come la fiscalità generale o di scopo.
Per l’Authority l’energia rinnovabile costituisce oggi un pilastro fondamentale sia per la conversione green dell’economia italiana sia per la riduzione della dipendenza energetica dall’estero a patto che non vengano dimenticati “i principi di efficienza e di corretta attribuzione delle responsabilità”, che metterebbero altrimenti a rischio l’allocazione di costi indotti sul sistema elettrico. Soprattutto si domanda che “i costi connessi agli sbilanciamenti della rete continuino a gravare sui soli consumatori di energia elettrica”, facendo sì che “i gestori di rete procedano nelle realizzazioni infrastrutturali indispensabili al nuovo scenario produttivo, recuperando ritardi ed inefficienze”.
E se da un lato Bortoni è soddisfatto del lavoro svolto a livello ministeriale per ridurre gli incentivi al fotovoltaico – che registrato nel 2011 un boom del 463% – ma ritiene che occorrano anche altre azioni inserite “nell’alveo del binomio rigore-crescita”. In un contesto di risorse scarse come quello attuale, – ha invitato il presidente – solo un ridimensionamento degli incentivi elettrici può consentire di trasferire risorse allo sviluppo delle fonti rinnovabili termiche e all’efficienza energetica”. Una scelta compiuta in base alle possibilità di resa e in ragione dell’efficacia. “A titolo di esempio,  -  spiega Bortoni – attraverso il meccanismo dei Titoli di efficienza energetica – i cosiddetti “certificati bianchi” – sono state risparmiate, dal 2005 ad oggi, oltre 14 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio”.